
(AGENPARL) – Thu 24 July 2025 L’Assemblea legislativa ha approvato l’atto a maggioranza
(Acs) Perugia, 24 luglio 2025 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha
approvato, con 13 voti favorevoli della maggioranza e 8 contrari della
minoranza, il Rendiconto generale dell’Amministrazione regionale per
l’esercizio finanziario 2024. Prima della discussione dell’atto, il
consigliere regionale Eleonora Pace (FdI) ha chiesto che la presidente
Proietti fornisse all’Aula un’informativa urgente sulla relazione della
Corte dei Conti. La presidente della Giunta regionale, Stefania Proietti, ha
detto che non intendeva intervenire “per non prendere tempo a temi che
saranno affrontati nei prossimi punti all’ordine del giorno della seduta di
oggi”.
Il relatore di maggioranza, Francesco Filipponi (PD) ha detto che “il
Rendiconto generale 2024 della Regione Umbria è un documento tecnico ma
cruciale, che consente agli organi regionali, agli enti di controllo e ai
cittadini di valutare come sono stati gestiti i fondi pubblici, quali
risultati sono stati raggiunti, e in che stato si trovano le finanze e il
patrimonio della Regione. Nel rendiconto 2024 le entrate accertate sono pari
a circa 3 miliardi 245 milioni di euro, le spese impegnate ammontano a oltre
3 miliardi 228 milioni di euro. I residui di competenza accertati alla
chiusura dell’esercizio 2024 sono stati quelli attivi pari ad oltre 729
milioni, quelli passivi di quasi 945 milioni di euro, e riguardano somme non
ancora riscosse o pagate, ma relative all’esercizio 2024. I residui attivi
degli esercizi 2023 e precedenti sono stati di un miliardo 234 milioni di
euro (466 milioni riscossi, 751 milioni ancora da riscuotere), mentre quelli
passivi sono di un miliardo 380 milioni di euro (702 milioni pagato e 673 da
pagare). Il risultato di amministrazione è pari a 403 milioni di euro, il
disavanzo finanziario è pari a 70 milioni, il fondo anticipazione liquidità
è di circa 26 milioni, il debito autorizzato e non contratto pari a 44
milioni di euro. La tesoreria regionale ha registrato un fondo cassa iniziale
(1° gennaio) pari a 702 milioni e un fondo cassa finale (31 dicembre) di 698
milioni di euro. Il risultato economico dell’esercizio è pari a 26 milioni
990mila euro, mentre lo stato patrimoniale attivo e passivo è pari a 3
miliardi 165 milioni di euro”.
Per il relatore di minoranza Paola Agabiti (FdI) “il rendiconto 2024
dimostra che questa Regione per cinque anni ha mantenuto un equilibrio
finanziario solido, rispettando i vincoli di bilancio imposti dalla normativa
nazionale ed europea. Dai documenti emerge che è stata garantita una
gestione oculata delle risorse, ma che sono anche stati erogati e
implementati i servizi ai cittadini, sono state sostenute le imprese
locali, sono state stanziate risorse per progetti di sviluppo, per nuove
infrastrutture, per politiche sociali e culturali. Un risultato conseguito
grazie alla capacità che la Giunta Tesei ha avuto di saper intercettare e
mettere a terra risorse europee e nazionali. Ed auspico che questa Giunta sia
in grado di farlo per il futuro almeno in una percentuale minimamente
significativa rispetto a quanto fatto dalla precedente amministrazione. La
strada intrapresa mi pare ben altra, con l’introduzione di nuove tasse,
senza valutare gli effetti recessivi delle misure adottate. Il Rendiconto
2024 dimostra come la nostra Giunta, senza ricorrere alla leva fiscale, ha
rispettato i vincoli di finanza pubblica connessi al pareggio di bilancio, ha
ridotto l’entità del debito a carico della regione di 20 milioni, ha
rispettato i tempi di pagamento e di riduzione del proprio debito
commerciale, con una situazione di liquidità di cassa priva di criticità.
C’è stata anche una riduzione importante del debito autorizzato, e un
forte recupero della riscossione della tassa automobilistica di oltre 34
milioni. Senza dimenticare che si è riusciti a chiudere il contenzioso con
le province di Terni e Perugia di circa 25 milioni di euro. Il saldo positivo
di 34 milioni di euro testimonia l’attenta e quantificata gestione della
precedente amministrazione. Ma i pochi giorni del 2024 amministrati dalla
nuova Giunta hanno portato alla decisione di utilizzare l’intero avanzo di
bilancio per l’accantonamento del fondo crediti di dubbia esigibilità, per
il credito vantato dalla Regione nei confronti delle aziende fornitrici dei
dispositivi medici Payback. Una decisione che non tiene in debita
considerazione le interlocuzioni che erano da tempo avviate in sede di
conferenza Stato-Regioni, al tavolo tecnico aperto al Mef. Dubbi sollevati
anche dalla Corte dei conti in sede di giudizio di parifica. Questo
accantonamento è servito soltanto a far sì che si potesse continuare a fare
propaganda politica, una mistificazione per poter sostenere l’aumento delle
tasse. Il rendiconto 2024 dimostra la buona amministrazione del centrodestra,
con una costante riduzione del debito e un avanzo positivo derivante al
risultato dell’equilibrio di bilancio. La vostra discutibile scelta di
accantonarlo per non farlo vedere desta qualche dubbio anche alla Corte dei
conti”.
Per l’assessore Tommaso Bori (assessore) “è istituzionalmente
incomprensibile che la minoranza voti contro il rendiconto 2024, visto che è
responsabile dell’amministrazione di 11 mesi su 12. La nuova Giunta non ha
inciso o avuto competenza sulla gestione delle risorse e sulle scelte
allocative rispettando quelle portate avanti dalla precedente Giunta. La
relazione della Corte dei conti ha molte pagine interessanti. Come quella sul
comparto sanitario, dove si dice che il deficit strutturale non è mai stato
affrontato, ed è stato coperto con partite straordinarie. O quella relativa
alla mobilità attiva e passiva, con un saldo passivo al 2024 di 36 milioni
di euro, che risulta in aumento del 17,5% rispetto all’anno precedente,
confermando un trend di crescita della mobilità passiva enorme, peculiare
dell’Umbria. Più volte nella relazione della Corte c’è il richiamo a non
utilizzare poste straordinarie per coprire un disavanzo strutturale della
sanità. Cosa che ci ha costretto, insieme ai 38,4 milioni di fondo di
dotazione negativo mai coperto e al contributo di finanza pubblica, a dover
fare una manovra tributaria. Nel decreto legge emanato dal Governo per i
problemi legati al payback dei dispositivi medici, gli anni previsti sono il
2015 e il 2018. Il decreto legge non restituisce alla regione le risorse ad
essa spettanti per l’intera quota dovuta alle aziende fornitrici, né tali
somme possono essere computate a riduzione del disavanzo dell’esercizio 2024.
Ogni trasferimento da parte dello Stato è vincolato all’effettivo pagamento
da parte delle imprese della quota a loro carico. Per l’Umbria tale quota
è pari a 15,8 milioni di euro, ben distante dalle cifre spettanti. Per la
regione Umbria la quota sarebbe di 23 milioni: la differenza resterebbe
comunque a carico della regione. Per questo gli accantonamenti sul fondo
crediti di dubbia esigibilità. Il rischio è che le imprese possano non
aderire al pagamento agevolato. E questo rischio è molto elevato, anche
perché alcune di queste imprese nel frattempo hanno cessato la loro
attività. In caso di inadempimento delle imprese si passa al contenzioso.
Nel 2024, in sede di consuntivo, sono stati applicati pedissequamente i
criteri contabili di accantonamento previsti dalle norme di contabilità
fondati sulle analisi delle entrate e della loro esigibilità. La Corte,
prendendo atto dell’intervento statale in corso a valere esclusivamente per
l’esercizio 2025, ha confermato la scelta dell’amministrazione di effettuare
le conseguenti scritture contabili nel 2025, solo dopo che saranno noti gli
esiti dell’adesione delle società fornitrici di dispositivi medici ad
un’ipotesi di agevolazione per la definizione consensuale dei crediti
regionali. La norma prevede un’ulteriore anticipazione dello Stato e la prima
anticipazione delle regioni con risorse proprie. L’accantonamento regionale
continuerà a sussistere per la parte relativa alle mancate adesioni e si
ridurrà invece per quella oggetto di adesione nel 2025”.
INTERVENTI
Eleonora Pace (FDI): “Non accettiamo alcun tipo di lezione dall’assessore
Bori. Abbiamo spiegato perché voteremo contro il Rendiconto, perché
l’atto presentato in Commissione non era semplicemente il rendiconto
dell’operato della Regione nel 2024, cioè di quanto fatto fatto da noi, ma
il rendiconto ‘così come emendato’, cioè con l’emendamento
riguardante il payback, che non andava messo nell’accantonamento, come
sottolineato anche nel giudizio della Corte dei Conti. Questo è il motivo
della nostra contrarietà al voto”.
Laura Pernazza (FI): “La Corte dei Conti ha ribadito il giudizio positivo
sulla precedente amministrazione regionale, con l’eccezione del
finanziamento dell’Arpa con quote del sistema sanitario regionale. La
minoranza non contesta l’operato della passata amministrazione,
evidentemente virtuosa come certificato dall’organo di controllo, ma a fine
anno è stata fatta la scelta dell’emendamento che ci porta al voto
contrario. Il bilancio è frutto di scelte politiche che si fanno a fine anno
e quelle compiute dall’attuale amministrazione portano a meno risorse per i
cittadini. Ricordo che non esiste un bilancio di un ente pubblico in cui non
si ricorra a partite straordinarie, non che sia una buona regola, ma è una
necessità affinché gli enti locali riescano a chiudere un bilancio”.
Donatella Tesei (Lega): “Sono veramente basita dalle dichiarazioni della
presidente Proietti: le domando come fa a dire che c’è stata la parifica
del 2024 e non c’è stata quella del 2023. La Corte dei conti quando è
intervenuta, in maniera molto chiara, ha parlato dei conti che voi avete dato
in maniera errata e non avevano alcun supporto con la concretezza dei fatti.
La Corte vi ha detto che conoscevate, da subito, il disavanzo di 34 milioni
mentre sbandieravate i 243 milioni di euro e questo è gravissimo. Rispetto
alla questione Arpa la Regione Umbria ha mandato una serie di osservazioni
ritenute condivisibili da tutte le Regioni italiane. Quando la Corte dei
conti parla di eccesso di accantonamenti, non riguarda soltanto la partita
del payback dispositivi, ce ne sono anche altri, anche all’interno delle
Aziende sanitarie. Le partite straordinarie sono state sempre utilizzate, e
non solo dalla Regione Umbria. C’erano tutti i presupposti, ed il
rendiconto lo dimostra, per non fare una manovra fiscale come quella che
avete fatto, che non serve alla sanità e non si sa ancora a cosa vi
servirà, ma che sicuramente in questo momento di congiuntura economica
internazionale avrà effetti recessivi impattanti e devastanti sulle famiglie
e sulle imprese umbre”.
Tommaso Bori (assessore Bilancio): ha detto di prendere la parola per
sottolineare il chiarimento avuto (fuori dall’Aula) con il consigliere
Eleonora Pace (FdI) relativo al suo intervento: “Nel rispetto dei ruoli e
nella diversità di opinioni può esservi divergenza nella lettura delle
cose, ma è molto importante rappresentare le cose per come sono. Il
rendiconto 2024 ci riguarda per soli 19 giorni di dicembre, essendo esso una
fotografia dell’operato della precedente Giunta. C’è un passaggio che va
chiarito e riguarda l’emendamento approvato in Commissione, esso è di
natura meramente tecnica e non è ricollegato alla predisposizione del
payback dispositivi medici. Probabilmente dall’intervento di Eleonora Pace
ho intuito erroneamente che io avrei portato l’emendamento per prevedere
l’accantonamento per il payback in questione che invece sono previsti per
legge. Sono convinto che questo passaggio possa chiarire il tutto per votare
consapevolmente il rendiconto”.
Cristian Betti (capogruppo Pd): “Bisogna fare sempre molta attenzione
nell’uso delle parole. Quando si utilizza il termine scandalo per definire
i presunti raggiri verbali della presidente Proietti, del vice Bori, questo
pesa, ha un valore soprattutto se si lega a quanto accaduto con la Corte dei
Conti le cui espressioni hanno un valore sempre e non solo in alcuni punti
che fanno comodo. Hanno valore sempre. Se alla mancata parifica, che c’è
stata, è un dato di fatto, è cronaca giornalistica. Se pensiamo a quante
volte la Corte ha invitato la precedente Giunta regionale a non utilizzare
risorse straordinarie per coprire quelle mancanti della sanità è cronaca.
La Corte dei conti, nella precedente legislatura, ha detto che in Umbria non
era garantito il diritto alla salute. La questione della manovra da prendere
in considerazione sono i 73 milioni di euro che il MEF ha chiesto di coprire.
Come gruppo Pd voteremo convintamente l’atto perché conseguente ad un
approfondimento serio in ogni sede, particolarmente nel suo passaggio in
Commissione. Come Gruppo rigettiamo in toto le accuse rivolte alla Presidente
e alla Giunta”. DMB/AS/MP/PG
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/80581