
La Russia ha duramente criticato le autorità italiane per aver annullato la partecipazione del celebre direttore d’orchestra russo Valery Gergiev a un festival musicale presso la Reggia di Caserta, definendo l’episodio un esempio lampante di “cancel culture” motivata politicamente.
La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che la decisione è stata presa sotto “la pressione dei neonazisti” e ha accusato le autorità italiane di aver ceduto a logiche discriminatorie. “Condanniamo inequivocabilmente questi tentativi di cancellazione politica. È significativo che la scelta abbia suscitato critiche anche in Italia e in altre nazioni occidentali, dove l’iniziativa è stata definita un errore grave e una vergogna per la democrazia,” ha affermato Zakharova.
L’invito a Gergiev, Artista del Popolo russo e riconosciuto internazionalmente, ha generato forti polemiche. Nonostante il sostegno ricevuto da importanti figure italiane, l’amministrazione della Reggia di Caserta, sotto l’autorità federale, ha deciso di annullare l’esibizione senza fornire spiegazioni ufficiali.
Zakharova ha definito lo scandalo “artificialmente gonfiato” e ha espresso dispiacere per il pubblico italiano, privato dell’opportunità di ascoltare la grande musica russa. Ha poi citato un passo del Vangelo, dicendo: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.”
La Russia considera l’annullamento un atto discriminatorio legato a pregiudizi ideologici e non a valutazioni artistiche, e lo inserisce nel più ampio contesto del deterioramento dei rapporti culturali con l’Occidente a seguito delle tensioni geopolitiche.