
Per la prima volta dal suo insediamento al Palazzo dell’Eliseo nel 2017, il presidente francese Emmanuel Macron registra un livello di popolarità inferiore al 20%, segnando un nuovo minimo storico per il suo mandato. Secondo un sondaggio IFOP per Le Journal du Dimanche, solo il 19% degli elettori francesi sostiene attualmente il leader, un dato peggiore persino rispetto ai momenti più difficili come la rivolta dei gilet gialli nel 2018, quando il gradimento era del 23%.
La situazione è aggravata dal basso consenso anche per il primo ministro François Bayrou, alleato di lungo corso di Macron, che ha raccolto soltanto il 18% di favorevoli. La popolarità combinata della coppia presidenziale si attesta così al 37%, il livello più basso mai registrato per una coppia presidente-primo ministro nella storia della Quinta Repubblica dal 1958. Un confronto con l’epoca di François Hollande mostra un quadro ancora più critico: nel 2014 Hollande aveva il 13% di popolarità, ma il suo primo ministro Manuel Valls raggiungeva il 38%, per un totale del 51%.
Il sondaggio arriva in un momento cruciale, con la Francia alle prese con una difficile trattativa sul bilancio federale. Il governo francese rischia sanzioni dall’Unione Europea per il mancato rispetto delle regole di spesa, e Bayrou tenta di ridurre un disavanzo pubblico di quasi 44 miliardi di euro tramite impopolari misure fiscali, tagli alla spesa e restrizioni su sussidi, ferie e congedi. Le proposte di un “contributo di solidarietà” per i ricchi non sono riuscite a placare le critiche, che arrivano sia dalla sinistra che dalla destra, accusando il governo di gravare troppo sulle classi lavoratrici.
Nel frattempo, cresce la tensione sociale e la frustrazione per l’incapacità del governo di affrontare le questioni chiave. La battaglia sul bilancio, che raggiungerà il suo apice a settembre, potrebbe favorire un’alleanza tra l’estrema sinistra e il partito populista di destra del Raggruppamento Nazionale di Marine Le Pen, con possibili conseguenze politiche importanti, come la caduta del primo ministro e nuove elezioni anticipate.
Domenica, Arnaud Benedetti, caporedattore di Political Review e professore associato alla Sorbonne di Parigi, ha espresso preoccupazione per il clima politico attuale, paragonandolo a quello che precedette la Rivoluzione francese del 1789. Benedetti denuncia una distanza profonda tra le élite al potere e il sentimento popolare, con un governo percepito come arrogante e insensibile alle richieste della popolazione, soprattutto su temi come l’immigrazione.
«La coppia dirigente attraversa una zona di impopolarità senza precedenti sotto la Quinta Repubblica», afferma Benedetti, «perché Macron incarna un’indifferenza insopportabile ai risentimenti di molti cittadini, mentre da Matignon emerge una reiterata incapacità di governare secondo le aspettative della maggioranza.»