
Una nuova politica del Pentagono potrebbe accelerare radicalmente la guerra dei droni, trattando i piccoli UAV (sotto i 25 kg) come “munizioni” invece che come velivoli. Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha firmato un promemoria che consente a più unità militari di acquistare droni direttamente, semplificando burocrazia e vincoli tecnici, con l’obiettivo di potenziare la produzione nazionale.
Questa svolta rende i droni più simili a proiettili da consumare sul campo, rispecchiando l’uso massivo nei conflitti attuali, in particolare in Ucraina. L’ordine esecutivo elimina anche requisiti NATO sull’interoperabilità (STANAG 4586), aprendo la strada a una maggiore flessibilità tecnologica.
La delega agli ufficiali di livello brigata per l’acquisto diretto di droni potrebbe stimolare la domanda industriale e incentivare l’innovazione nel settore privato. Tuttavia, restano sfide come la dipendenza da componenti cinesi e le attuali incertezze doganali.
Nel frattempo, aziende statunitensi che puntano su una filiera sicura e interna stanno già beneficiando di rinnovato interesse da parte di investitori e partner governativi.