
(AGENPARL) – Sat 12 July 2025 Dazi USA-UE, Barbera (Prc): ” l’Unione Europea si inginocchia, il governo
Meloni resta in silenzio”.
“Denunciamo con forza l’imposizione da parte dell’amministrazione Trump di
dazi del 30% su numerosi prodotti europei, con entrata in vigore dal 1°
agosto. Si tratta dell’ennesima dimostrazione del carattere predatorio e
unilaterale della politica economica statunitense, che colpisce in pieno le
filiere produttive dell’Unione Europea e minaccia direttamente l’economia
italiana, già provata dalla crisi e dall’inflazione. Di fronte a questo
attacco, la risposta delle istituzioni europee si rivela ancora una volta
debole e subalterna: la Commissione guidata da Ursula von der Leyen si
limita a invocare generici negoziati, mentre l’ipotesi di contromisure
resta vaga e priva di credibilità.
Nel frattempo, il governo Meloni tace o balbetta. Mentre le imprese
italiane, a partire da settori strategici come quello vitivinicolo e
metalmeccanico, rischiano gravi danni, Palazzo Chigi si limita a evocare
compensazioni e misure tampone che lasciano intatte le cause strutturali
del problema e scaricano i costi sulla collettività. Ancora una volta, la
retorica della sovranità scompare di fronte alla realtà. Quando gli
interessi americani impongono nuove regole, Meloni e l’intera maggioranza
chinano il capo, fedeli a un atlantismo senza dignità né contropartite.
Di fronte a tutto questo, serve una rottura netta. Non è più tempo di
“negoziare” all’interno di un modello che garantisce solo precarietà e
subalternità. È evidente che Italia ed Europa non possono più restare
ostaggio di una globalizzazione costruita su regole sbilanciate, che oggi
tornano a colpire in pieno anche i Paesi “alleati”. Serve un’alternativa
fondata su alcuni punti chiari e realizzabili. Innanzitutto, occorre
dotarsi di strumenti pubblici di intervento nell’economia: investimenti
diretti dello Stato nella reindustrializzazione sostenibile, sostegno
all’agroalimentare e ai distretti colpiti, garanzie occupazionali legate a
precisi obiettivi di riconversione e innovazione tecnologica.
Occorre poi ridurre la dipendenza dai mercati esterni, rafforzando le
filiere produttive interne e locali, incentivando la cooperazione tra
imprese e territori, e avviando politiche commerciali selettive,
finalizzate alla tutela ambientale, sociale e occupazionale. È il momento
di rimettere in discussione i vincoli europei che impediscono ai governi di
intervenire realmente a sostegno del tessuto produttivo. Le “compensazioni”
non bastano: servono politiche industriali coordinate, strumenti di
protezione attiva e una visione di lungo periodo, incentrata sulla
resilienza economica e sull’interesse collettivo.
Chiamiamo alla mobilitazione tutte le forze sociali e politiche che non si
rassegnano a un futuro segnato dal declino industriale e dalla
subordinazione economica. Difendere il lavoro e la produzione significa
oggi ricostruire una capacità pubblica di orientamento economico, non per
chiudersi nel nazionalismo, ma per garantire giustizia sociale e dignità
alle persone in un mondo segnato da instabilità e competizione feroce”.
E’ quanto dichiara Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale di
Rifondazione Comunista.