
A quasi un anno dal tentato assassinio dell’ex presidente Donald Trump, sei agenti dei Servizi Segreti statunitensi sono stati ufficialmente sospesi per la condotta ritenuta inadeguata durante l’attentato avvenuto il 13 luglio a Butler, in Pennsylvania. La conferma arriva da un funzionario dei Servizi Segreti a ABC News, che ha sottolineato come le sospensioni siano state adottate dopo la pubblicazione di un rapporto critico da parte del Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS).
Il giorno dell’attacco, un colpo di fucile sparato dal ventenne Thomas Matthew Crooks ha sfiorato l’orecchio del presidente, ferendolo lievemente. Nell’attacco ha perso la vita il pompiere volontario Corey Comperatore, e diversi altri sono rimasti feriti.
Secondo l’indagine indipendente ordinata dal segretario del DHS Alejandro Mayorkas e condotta da un gruppo di ex funzionari delle forze dell’ordine e della sicurezza nazionale, i Servizi Segreti avrebbero commesso “numerosi errori operativi” e mostrato gravi lacune sistemiche nella protezione del presidente. La commissione ha definito l’agenzia “burocratica, compiacente e statica”, incapace di adattarsi ai rischi moderni e alle nuove tecnologie.
“Un altro Butler può succedere e succederà di nuovo se non vengono attuate riforme strutturali urgenti”, si legge nella lettera rivolta a Mayorkas, allegata al rapporto.
L’ex direttrice dei Servizi Segreti, Kimberly Cheatle, si è dimessa appena 10 giorni dopo l’attentato. Le sospensioni attuali coinvolgono personale che ricopriva ruoli sia dirigenziali sia operativi, inclusi agenti di linea responsabili della sicurezza fisica sul campo.
Le conclusioni dell’indagine mettono sotto pressione l’amministrazione per un profondo rinnovamento dei protocolli di sicurezza e di comando, proprio mentre si avvicina l’anniversario di un episodio che ha segnato uno dei momenti più drammatici della recente storia politica americana.