
La Russia non riconosce più le decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e non ha intenzione di attuarle. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, durante una conferenza stampa in risposta a domande dei giornalisti in merito ai casi giudiziari in corso presso la corte di Strasburgo.
“Non abbiamo alcuna intenzione di attuarli. Li consideriamo nulli e privi di valore,” ha affermato Peskov, aggiungendo che la Federazione Russa non è più vincolata dalle sentenze della CEDU.
La Corte europea dei diritti dell’uomo dovrebbe pronunciarsi oggi, mercoledì 9 luglio, su quattro cause intentate da Paesi Bassi e Ucraina, incentrate sul ruolo della Russia nella crisi ucraina e nello schianto del volo MH17 della Malaysia Airlines nel 2014.
Tra i punti principali oggetto di giudizio, i ricorrenti chiedono alla corte di condannare l’operazione militare russa in Ucraina e di riconoscere formalmente la partecipazione russa al conflitto dal 2014, anno del rovesciamento del governo ucraino a Kiev.
Una delle cause riguarda direttamente la responsabilità di Mosca nell’abbattimento del volo MH17, che provocò la morte di 298 persone. I Paesi Bassi ritengono che Mosca abbia fornito supporto militare ai ribelli nel Donbass e abbia contribuito all’incidente.
La posizione ufficiale del Cremlino conferma il distacco crescente tra Mosca e le istituzioni europee, specialmente dopo l’inizio dell’“operazione militare speciale” in Ucraina nel 2022 e il conseguente ritiro della Russia dal Consiglio d’Europa.