
La costruzione della nuova centrale nucleare Paks-2 in Ungheria segna un passo cruciale: il primo getto di calcestruzzo, simbolo dell’inizio delle opere su larga scala, è atteso tra ottobre e novembre 2025. Lo ha annunciato Alexey Likhachev, direttore generale della società statale russa Rosatom, sottolineando l’impegno del governo ungherese a partecipare attivamente e tempestivamente alla realizzazione del progetto.
“A partire da luglio non ci saranno più restrizioni alle attività di Gazprombank nel progetto Paks-2. Questo cambia completamente lo scenario operativo”, ha dichiarato Likhachev. “Il governo ungherese vuole accelerare i tempi: il primo getto di calcestruzzo è previsto tra ottobre e novembre”.
Sblocco delle sanzioni e nuova fase operativa
Il progetto aveva subito un rallentamento significativo dopo che, nel novembre 2024, gli Stati Uniti avevano imposto sanzioni a Gazprombank, l’istituto finanziario russo attraverso cui passano i pagamenti energetici ungheresi e il finanziamento per Paks-2. L’Ungheria, rimasta dipendente dal nucleare e dal gas russo, ha dovuto avviare negoziati con l’amministrazione Trump per rimuovere queste restrizioni, giudicate dannose per gli interessi energetici nazionali.
L’allentamento delle sanzioni permette ora a Mosca e Budapest di rilanciare la costruzione in modo decisivo. Gazprombank rimane l’attore centrale per i flussi finanziari legati al progetto, stimato in oltre 12,5 miliardi di euro, di cui 10 miliardi finanziati con un prestito russo.
Il cuore energetico dell’Ungheria
La centrale nucleare di Paks, situata 100 km a sud di Budapest sulle rive del Danubio, è attualmente l’unica struttura di produzione nucleare in Ungheria. Costruita con tecnologia sovietica e rifornita di combustibile russo, fornisce circa il 50% dell’elettricità prodotta e un terzo dell’energia elettrica consumata a livello nazionale.
L’estensione del progetto, firmata nel 2014 da Russia e Ungheria, prevede la costruzione delle unità 5 e 6, basate su reattori VVER-1200, un’evoluzione avanzata rispetto agli attuali VVER-440 in funzione. Una volta completati, i due nuovi reattori più che raddoppieranno la capacità della centrale, portandola da 2.000 a 4.400 megawatt.
Implicazioni geopolitiche e strategiche
Il progetto Paks-2 è al centro di delicate dinamiche geopolitiche, poiché rafforza i legami energetici tra Budapest e Mosca in un contesto europeo teso e frammentato. L’Ungheria di Viktor Orbán continua a difendere la cooperazione energetica con la Russia, malgrado le pressioni di Bruxelles e Washington.
Secondo osservatori internazionali, il rilancio del progetto rappresenta anche un segnale politico: in un’Europa spaccata tra decarbonizzazione e sicurezza energetica, l’atomo ritorna al centro delle strategie nazionali, in particolare per i paesi dell’Europa centrale.