
(AGENPARL) – Wed 02 July 2025 Clima, Casasco: “Senza valutazione impatto economico non potremo approvare legge su neutralità climatica”
“La Commissione Europea a voce della Presidente von der Leyen, ha presentato la sua proposta per l’obbiettivo 2040 della legge europea sulla neutralità climatica, riproponendo la già annunciata intenzione di fissare per legge una riduzione netta del 90% di emissioni di gas serra paragonato alle emissioni del 1990”.
Lo dichiara Maurizio Casasco, Responsabile Dipartimento Economia di Forza Italia e presidente emerito Confederazione europea delle Piccole e medie imprese.
“Siamo stati molto perplessi su questo obbiettivo da quando è in discussione, e cioè da almeno 5 anni. Esprimiamo preoccupazione, rispetto agli effetti e ai tempi che potrebbero avere obiettivi troppo asimmetrici rispetto all’andamento economico e industriale italiano ed europeo, fortemente condizionato dal momento geopolitico e dalle crisi internazionali. In particolare sarebbero colpite la prima e la seconda manifattura d’Europa, Germania e Italia, quest’ultima con le sue piccole e medie imprese e i costi esorbitanti che con questa proposta si abbatteranno su di esse”, ha spiegato.
“Salvo ulteriori approfondimenti di dettaglio, e nonostante le buone intenzioni di finanziamenti per ricerca e sviluppo, le facilitazioni previste dal Clean Industrial Act, rimarranno investimenti difficili da realizzare per le industrie e non potremo approvarlo. Come dichiarato da Peter Liese, coordinatore per le questioni climatiche del Ppe, e Christian Ehler, portavoce per l’industria, l’energia e la ricerca del Ppe, “nella situazione attuale, nella migliore delle ipotesi, raggiungeremo gli obiettivi climatici solo attraverso la deindustrializzazione. Per contrastare questa situazione, la Commissione deve stabilire la giusta rotta oltre all’obiettivo climatico come pacchetto: l’espansione delle infrastrutture energetiche, la rimozione degli ostacoli normativi e il completamento del mercato interno devono diventare una priorità”, ha aggiunto.
Alcune altre considerazioni, la prima, fissare la riduzione al 90% per legge, rende questo obiettivo obbligatorio con cui le imprese e l’Italia possono ritrovarsi soggette a sanzioni spropositate o addirittura processi. Senza flessibilità e solo fissando un obbligo legislativo – difficilmente raggiungibile nei termini a disposizione – si rischierà di alienare le imprese dall’Unione Europea; in secondo luogo, realizzare un obiettivo intermedio al 77,5%, che è esattamente la media tra il 55% da raggiungere nel 2030 e il 100% nel 2050, rappresenterebbe non solo la media corretta e un valore più realistico, ma permetterà di dimostrare la capacità dell’Europa di fissare obiettivi più fattibili; in ultimo, tuttavia non bastano investimenti privati, finanziamenti a fondo perduto e semplificazione burocratica per raggiungere questo obiettivo. Servirebbe soprattutto maggiore flessibilità per adeguare la transizione delle aziende alle realtà del mercato. Questa flessibilità riguarda soprattutto la possibilità di utilizzare i crediti internazionali per il conto di emissioni nette in Europa. L’Europa e l’Africa qui possono giocare in tandem, a fronte anche del Piano Mattei proposto dal nostro governo, creando maggiore offerta di energia in Africa e proteggendo le sue risorse naturali, e al contempo finanziando questi interventi con i crediti internazionali di emissioni di CO2. La proposta di ammettere questi crediti solo nel 2036 in maniera limitata e solo per “crediti di alta qualità” è una concessione troppo debole per aiutare le nostre PMI”, conclude.
Ufficio Stampa Gruppo Forza Italia -Berlusconi Presidente
Camera dei deputati – Via degli Uffici del Vicario n. 21 – 00186 – Roma