
L’Onorevole Lorenzo Cesa, deputato e Segretario nazionale dell’Unione di Centro (UDC), ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al Ministro della Giustizia, in merito al caso di una bambina di soli cinque anni, affetta da Sindrome di Fabry – grave e rara malattia genetica – allontanata coattivamente dalla madre, vittima di violenza domestica. Il provvedimento, su disposizione del Tribunale civile di Roma, avrebbe dovuto essere eseguito il 20 giugno 2025 con l’intervento delle Forze dell’Ordine, per trasferire la minore in una struttura protetta sconosciuta ai familiari, in assenza di una situazione di emergenza che giustifichi tale modalità coercitiva. La bambina aveva già espresso in precedenza in modo drammatico il suo rifiuto all’allontanamento.
La madre, che aveva denunciato il compagno per maltrattamenti fisici e psicologici, era seguita da un Centro Antiviolenza di Roma Capitale.
Il provvedimento di tipo coercitivo è potenzialmente lesivo della salute fisica e psichica della minore, e appare in contrasto con l’Ordinanza n. 9691/2022 della Corte di Cassazione, che esclude l’uso della forza fisica per i collocamenti in casa-famiglia, ritenendoli lesivi della dignità del minore.
Nell’interrogazione, l’On. Cesa chiede al Ministro della Giustizia:
• Se ogni provvedimento di allontanamento di minori con gravi patologie non debba essere subordinato a una valutazione medica specialistica, atta a valutarne l’impatto sulla salute, a garantire la continuità delle cure, e la tutela del loro equilibrio psicofisico.
• Se, in presenza di denunce per maltrattamenti, non sia prioritario allontanare il presunto autore della violenza (il padre) anziché la vittima (la figlia), applicando il principio del “best interest of the child”, e contrastando ogni forma di violenza vicaria.
• Se il Governo intenda riformare la Legge 54/2006 sull’affido condiviso, prevedendo l’esclusione dell’affidamento al genitore violento nei casi di violenza domestica accertata, come già previsto nella Proposta di Legge Cesa, già presentata in Parlamento.
• Quali iniziative urgenti siano previste, per garantire che l’esecuzione dei provvedimenti civili riguardanti i minori non avvenga con modalità coercitive, in conformità con le linee guida dettate dalla Cassazione, favorendo percorsi di mediazione e l’intervento dei servizi sociali.
«È inaccettabile – dichiara l’On. Cesa – che una madre vittima di violenza venga privata della figlia gravemente malata, senza una adeguata valutazione medica e in violazione dei principi fondamentali di tutela dei minori. Servono giustizia, umanità e buon senso per proteggere i più fragili, evitando che la legge diventi strumento di ulteriore sofferenza per chi dovrebbe essere protetto», conclude il Segretario UDC.