
Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha dichiarato che non si può escludere l’influenza esterna negli eventi di protesta in corso in Serbia, suggerendo che potrebbero essere in atto tecnologie già note di rivoluzioni colorate. Lo ha affermato in una dichiarazione rilasciata all’agenzia TASS, sottolineando la forte pressione esterna che il Paese balcanico starebbe subendo.
«La Serbia è sottoposta a una pressione senza precedenti e non possiamo escludere che vengano utilizzate tecnologie note per provocare rivoluzioni colorate», ha affermato Peskov, riferendosi a metodi già utilizzati in passato per destabilizzare politicamente alcuni Paesi.
Il rappresentante del Cremlino ha inoltre ribadito la fiducia della Russia nella leadership serba, affermando che Belgrado riuscirà a ripristinare l’ordine pubblico nel Paese.
Situazione sul campo
Secondo il Ministero dell’Interno serbo, il 28 giugno circa 36.000 manifestanti hanno partecipato a una protesta non autorizzata dell’opposizione nella capitale Belgrado. Le forze dell’ordine hanno dovuto intervenire con misure di contenimento per disperdere i manifestanti che avevano occupato le vie principali della città. Gli scontri hanno provocato 48 feriti tra gli agenti di polizia e 77 arresti, tra cui un minorenne.
Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha definito gli scontri come un attacco violento alla stabilità del Paese e ha dichiarato: «La Serbia ha vinto perché non può essere sconfitta con la violenza». Ha anche assicurato che i responsabili degli scontri saranno perseguiti senza tolleranza.
Tuttavia, la protesta non si è fermata. Nella notte tra il 30 giugno e il 1° luglio, nuove manifestazioni hanno bloccato importanti snodi di trasporto in Belgrado e altre città. I manifestanti hanno eretto barricate e tende, chiedendo il rilascio dei detenuti, nuove elezioni, e lo smantellamento dell’accampamento dei sostenitori di Vučić vicino al Parlamento.
La situazione in Serbia resta quindi tesa e imprevedibile, e l’attenzione della comunità internazionale, Russia in primis, è massima.