
(AGENPARL) – Tue 24 June 2025 *Servizi ferroviari delle Regioni Umbria e Toscana, un forte no al
passaggio dei treni regionali sulla linea lenta, gravi disagi per i
pendolari e non solo. Chiesto un tavolo di confronto*
(aun) – Perugia 25 giu. 025 – E’ inderogabile la necessità di risolvere le
gravi criticità che riguardano i servizi ferroviari delle regioni Toscana e
Umbria ma che interessano pure, principalmente, quelli del nord del Lazio e
delle Marche (inseriti nella delibera ART n. 178/2024 e nel Prospetto
informativo della Rete 2026) con una richiesta urgente di revisione e
mantenimento dell’attuale modello di esercizio e apertura tavolo di
confronto. Si esprime, con la massima fermezza, la più profonda e
crescente preoccupazione in merito alle nuove disposizioni.
In particolare, sotto “accusa” è l’eliminazione, a partire dal 2026, della
deroga che consente la circolazione sulla linea Direttissima (DD)
Firenze-Roma ai treni viaggiatori con velocità di 160 km/h, imponendo di
fatto il limite generalizzato dei 200 km/h.
“Tale prescrizione, che anticiperebbe al 1° gennaio 2026 il divieto per i
treni regionali di utilizzare la linea DD e passare quindi alla linea
lenta, e che secondo recenti comunicazioni di RFI potrebbe addirittura
essere anticipata a dicembre 2025, – spiegano gli assessori Stefano
Baccelli e Francesco De Rebotti – assume per le nostre regioni connotati di
inaccettabile criticità, con impatti socialmente ed economicamente
insostenibili. Pertanto si chiede l’immediata sospensione della delibera
oltre all’apertura di un tavolo di confronto tra Ministero, RFI e regioni
interessate”.
Le conseguenze dell’applicazione indiscriminata di tali disposizioni
sarebbero particolarmente severe e diffuse per i nostri territori. In primo
luogo, si assisterebbe alla vanificazione di ingenti investimenti pubblici.
La Regione Umbria, ad esempio, ha investito circa 175 milioni di euro per
l’acquisto di 12 nuovi elettrotreni specificamente attrezzati con Ertms e
capaci di viaggiare a 200 km/h; ma questi nuovi mezzi entreranno in
attività per il 2026 e questi investimenti rischiano di essere vanificati
con un ingente spreco di risorse pubbliche e creerebbe la paradossale
situazione di ricevere treni moderni senza poterli utilizzare sulla linea
per cui sono stati pensati, con remote possibilità di recuperare le tracce
in futuro. Simile situazione vive la Regione Toscana.
In secondo luogo, verrebbe compromesso il diritto alla mobilità con un
grave impatto sociale.
“Il dirottamento dei servizi regionali sulla linea convenzionale “lenta”
(LL) – spiegano sempre Baccelli e De Rebotti – comporta un drastico aumento
dei tempi di percorrenza per i collegamenti verso Roma e Firenze. Questo
penalizza gravemente i pendolari, lavoratori e studenti, che
quotidianamente utilizzano tali servizi, oltre chi raggiunge l’Umbria e la
Toscana per altri motivi”. Insomma assisteremmo a un ritorno all’isolamento
infrastrutturale per le Regioni del centro Italia. Vasti bacini di utenza,
incluse le aree interne, che beneficiano dei collegamenti attestati sui