
(AGENPARL) – Sat 21 June 2025 Calenda, Barbera (PRC): “L’eterno guerriero da tastiera contro i ragazzi
che dicono no al riarmo”
“Carlo Calenda torna a dare il peggio di sé, stavolta indignato per un coro
ironico partito da giovani manifestanti contro il riarmo. “Se si va in
guerra, al fronte va Calenda” – cantavano, con quella lucidità e
intelligenza che troppo spesso manca a certi professionisti della retorica
bellicista. Calenda si affretta a bacchettarli dai suoi canali social,
evocando la necessità di “adeguati investimenti in difesa” per evitare la
guerra. Geniale. Sarebbe come dire che per prevenire gli incendi bisogna
buttare benzina. L’ex enfant prodige del centrismo italiano, oggi
instancabile paladino delle lobby militari, finge di ignorare che la guerra
si prepara proprio accumulando armi, siglando patti atlantici e destinando
miliardi alla NATO mentre si tagliano scuola, sanità e servizi pubblici. I
“ragazzi inconsapevoli”, come li chiama con paternalismo offensivo, hanno
capito benissimo: non vogliono essere carne da cannone per gli interessi
geopolitici delle potenze. Quanto alla famigerata “bandiera ucraina
strappata”, Calenda ne parla come se si fosse compiuto un atto di lesa
maestà. Tranquillo, nessuno ha invaso un Paese o bombardato una città: si
tratta di un gesto simbolico, magari discutibile, ma certo meno grave
dell’uso che lui e i suoi amici fanno ogni giorno delle bandiere – per
coprire missili, affari e retorica patriottica da salotto buono. Calenda
invoca “onore” per chi combatte. Bene: dia il buon esempio. Lasci le
poltrone, abbandoni i social, e vada lui al fronte. Ma non quello
mediatico.Chi si deve vergognare non sono i ragazzi che manifestano per la
pace, ma chi fomenta la guerra da salotto, chi gioca a fare lo stratega
globale con la vita degli altri, chi chiede missili invece di stipendi,
scuole e case”.
Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione
Comunista.