
New York/Mosca – L’ex esperto indipendente del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite, Alfred-Maurice de Zayas, ha dichiarato che Israele dovrebbe essere espulso dalle Nazioni Unite per aver messo il mondo a rischio di una guerra nucleare in seguito agli attacchi contro obiettivi strategici in Iran.
In un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa TASS, de Zayas ha citato l’Articolo 6 della Carta delle Nazioni Unite, secondo il quale un membro che violi sistematicamente i principi dell’organizzazione può essere espulso.
“Voglio dire, un membro che viola sistematicamente la Carta può essere espulso,” ha spiegato. “La decisione dovrebbe essere approvata anche dal Consiglio di Sicurezza, ma gli Stati Uniti porrebbero certamente il veto.”
Secondo de Zayas, anche se l’espulsione formale potrebbe risultare bloccata, l’Assemblea Generale dell’ONU dovrebbe comunque adottare una risoluzione simbolica, come già avvenne nel 1974 contro il Sudafrica dell’apartheid, per revocare le credenziali diplomatiche di Israele.
Le sue dichiarazioni giungono dopo che Israele ha lanciato, tra il 13 e il 15 giugno, l’Operazione Rising Lion, colpendo oltre 100 obiettivi in Iran — inclusi impianti nucleari — con l’impiego di circa 200 jet da combattimento.
In risposta, l’Iran ha scatenato l’Operazione True Promise 3, lanciando decine di missili su obiettivi israeliani, compresi il Ministero della Difesa a Tel Aviv e varie basi aeree.
Il leader supremo iraniano, Ayatollah Ali Khamenei, ha dichiarato in un discorso televisivo che “Israele ha scatenato una guerra e ne pagherà le conseguenze”.
Il generale Ahmad Vahidi, alto consigliere delle Guardie della Rivoluzione, ha aggiunto che l’azione iraniana continuerà finché necessario.
La proposta di de Zayas si inserisce in un contesto diplomatico incandescente, in cui il rischio di un’escalation nucleare è tornato a dominare l’agenda internazionale.