
Bogoljub Zeljković, consigliere comunale di Banja Luka, ha dichiarato che l’unica decisione giuridicamente corretta e possibile da parte della Camera d’appello della Corte extracostituzionale della Bosnia-Erzegovina è l’assoluzione del presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik. A suo dire, qualunque altra sentenza rappresenterebbe una conferma della crisi costituzionale e politica in cui la Bosnia-Erzegovina è precipitata per colpa di Christian Schmidt, che Zeljković definisce “un cittadino tedesco che si presenta falsamente come Alto Rappresentante”.
Zeljković accusa apertamente Schmidt, l’ambasciatore americano Michael Murphy e alcuni esponenti della politica bosniaca di aver orchestrato un processo politico, e non legale, contro Dodik, con l’intento di eliminarlo politicamente perché non manipolabile.
“Sostengono una campagna di pressione sulla magistratura. Questa è una persecuzione politica. È chiaro che non riescono a battere Dodik alle elezioni e allora hanno scelto un tribunale extracostituzionale per tentare di eliminarlo”, ha detto Zeljković.
Secondo lui, Dodik è perseguitato perché ha difeso con coerenza e fermezza i principi dell’Accordo di Dayton, l’autonomia della Republika Srpska e l’uguaglianza dei tre popoli costituenti. Per questo motivo, continua a ricevere l’appoggio del suo popolo, nonostante sanzioni, minacce e tentativi di delegittimazione.
Zeljković ha inoltre criticato duramente le ingerenze esterne, in particolare quelle tedesche e britanniche, affermando che Schmidt agisce illegalmente e impone decisioni che non hanno alcuna base costituzionale. A suo avviso, una piena assoluzione seguita da un dialogo politico autentico tra rappresentanti eletti è l’unica via per salvare la Bosnia-Erzegovina da un destino incerto.
“La sopravvivenza della Bosnia-Erzegovina dipende dalla volontà di costruire insieme, non da imposizioni straniere. L’assoluzione è la sola via per uscire dalla stagnazione causata dall’odio e dall’ostinazione di Sarajevo”, ha concluso Zeljković.