
La Convenzione di Faro, adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 13 ottobre 2005 e aperta alla firma a Faro (Portogallo) il 27 ottobre dello stesso anno, rappresenta un documento fondamentale nel panorama europeo per la valorizzazione del patrimonio culturale in chiave democratica e partecipativa. Entrata in vigore il 1° giugno 2011, è stata finora ratificata da 24 Stati membri del Consiglio d’Europa, e firmata da altri 4.
Questa Convenzione si distingue per il suo approccio innovativo: non impone obblighi rigidi, ma suggerisce strategie e ambiti di intervento per favorire un’applicazione flessibile e contestualizzata da parte degli Stati firmatari, in linea con le rispettive strutture giuridiche, istituzionali e culturali.
Uno degli aspetti centrali della Convenzione di Faro è l’idea che il patrimonio culturale non sia definito esclusivamente dagli oggetti o dai luoghi, ma dai significati, dagli usi e dai valori che le comunità attribuiscono loro. Nasce così il concetto di comunità patrimoniale, ovvero l’insieme delle persone che riconoscono valore a un determinato patrimonio e si impegnano nella sua tutela, trasmissione e valorizzazione.
La Convenzione afferma esplicitamente che la conoscenza, l’accesso e l’uso del patrimonio culturale costituiscono un diritto umano, collegato al diritto di partecipare liberamente alla vita culturale della comunità, così come sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 e dal Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali del 1966.
In questo quadro, il patrimonio culturale diventa una risorsa per il benessere collettivo, per lo sviluppo sostenibile e per la qualità della vita, oltre che uno strumento essenziale per la costruzione di una società democratica e pacifica. La Convenzione di Faro promuove, dunque, un modello di partecipazione attiva e inclusiva, invitando gli Stati a favorire l’accesso, la conoscenza e la fruizione del patrimonio, con una particolare attenzione all’educazione, alla valorizzazione della diversità culturale e alla coesione sociale.
In sintesi, la Convenzione di Faro riconosce e valorizza il legame profondo tra patrimonio culturale, identità collettiva, diritti umani e responsabilità civica, offrendo una cornice di riferimento dinamica e aperta per una governance culturale fondata sulla partecipazione democratica.
