
“Penso che essere il genitore di un assassino debba essere una delle sorti più terribili che possano capitare a un genitore. Penso comunque che un atto di responsabilità nel dire che quello che è successo è gravissimo, che sono azioni criminali sarebbe stato importante ma non c’è riuscito e da un punto di vista umano possiamo anche capirlo. Forse dovrebbe prendere le distanze, in maniera netta, dal figlio”. Così la sociologa Annalisa Tota ai microfoni di Radioclub91 rispondendo alla giornalista Francesca Saveria Cimmino sulle parole del padre di Alessio Tucci, il ragazzo reo confesso del femminicidio di Martina Carbonaro, l’ultimo, l’ennesimo, avvenuto il 28 maggio 2025 cinque giorni dopo il penultimo; quello di Daniela Strazzullo. Un’emergenza per la quale, si potrebbe vedere la luce solo se famiglia, scuola, media, pubblicità, governo, istituzioni, forze dell’ordine lavorino insieme altrimenti la partita è persa. Poi ai microfoni di Radioclub91 la sociologa ha aggiunto: “La paura è una modalità di controllo del territorio, del tempo e dello spazio ed è un modo di controllare le donne che proviene dall’ideologia patriarcale. Il terrore è parte di tutto questo meccanismo ed è l’esito. Ma questo non è un effetto aggiuntivo, imprevisto, è un effetto voluto. Come in guerra, una guerra silenziosa”. Infine, ai microfoni di Radioclub91 la dott.ssa Tota aggiunge una riflessione anche sulla società che colpevolizza la vittima: “Era nel posto sbagliato all’ora sbagliata, aveva dieci centimetri di gonna in meno di quello che avrebbe dovuto, era troppo giovane per stare con un fidanzato così grande. Bisogna comprendere questi processi ed evitarli assolutamente. Per tutti noi è talmente inaccettabile e orripilante quello che accade che allora si cade nella bruttissima abitudine di colpevolizzare la vittima”, chiosa così la sociologa Tota.