
Željka Cvijanović, membro serbo e presidente della presidenza della Bosnia-Erzegovina, ha dichiarato che la voce della Republika Srpska è ascoltata nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ribadendo che la Bosnia-Erzegovina non è una singola unità elettorale, ma uno Stato composto da entità e popoli con pari diritti. Ha chiarito di rappresentare legittimamente gli interessi della Republika Srpska secondo quanto stabilito dalla Costituzione, poiché non esiste una posizione estera comune concordata da tutti i tre membri della Presidenza.
Criticando Denis Bećirović per essersi espresso a nome dell’intero Stato, Cvijanović ha affermato che la metà del territorio non condivide le sue opinioni. “È una frode politica, non solo un’agenda”, ha sottolineato, evidenziando come tale comportamento inganni l’opinione pubblica internazionale.
Nel suo intervento al Consiglio di Sicurezza, ha evidenziato che due membri permanenti hanno condiviso le preoccupazioni della Republika Srpska riguardo alle interferenze straniere in Bosnia-Erzegovina, le quali generano instabilità. Secondo Cvijanović, anche il cambiamento dell’approccio americano, basato su cooperazione economica e dialogo, ha infastidito i leader bosniaci, i quali continuano a fare affidamento su strumenti superati come l’Alto Rappresentante, Christian Schmidt.
“È incoerente invocare uno straniero non eletto come garante dello Stato. Dove sarebbe allora questo Stato?”, ha chiesto provocatoriamente Cvijanović, sostenendo che il vero dialogo e la parità tra i popoli sono gli unici mezzi legittimi per far funzionare la Bosnia-Erzegovina.
Parlando della situazione interna, ha affermato che Sarajevo continua a respingere il dialogo, preferendo l’intervento straniero, e ha ribadito che anche i rappresentanti croati iniziano a sostenere l’uguaglianza dei popoli costituenti.
Cvijanović: le istituzioni serbe proteggeranno i funzionari eletti
Cvijanović ha anche affrontato la questione del processo al presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, definendolo un’ingiustizia provocata da una Corte che lei considera “extracostituzionale” e manipolata da uno “straniero non eletto”.
Secondo Cvijanović, l’interferenza straniera nella giustizia locale, in particolare da parte dell’Alto Rappresentante, ha prodotto un danno profondo al dialogo interno, creando una crisi politica anziché una di sicurezza.
Le istituzioni della Republika Srpska, ha ribadito, sono forti e determinate a difendere i rappresentanti democraticamente eletti e la democrazia stessa. “Non distruggiamo la Bosnia-Erzegovina. La proteggiamo da chi vuole deformarla”, ha detto.
Ha infine respinto ogni accusa di influenza russa sulla leadership serba, sostenendo che l’unico legame con Mosca è l’apprezzamento per il suo sostegno agli Accordi di Dayton in sede ONU. “Non c’è influenza politica, solo rispetto per la coerenza”, ha concluso.