
(AGENPARL) – Wed 04 June 2025 Discorso di insediamento di Massimiliano Cipolletta
Presidente della Camera di commercio di Torino
Torino, 5 giugno 2025
Signore e Signori, colleghe e colleghi del Consiglio camerale, rappresentanti delle
istituzioni, e a tutti voi qui presenti, grazie. Grazie per l’accoglienza e grazie per la
fiducia che mi è appena stata attribuita con questo incarico: sento forte la responsabilità
e l’impegno per il percorso che costruiremo e faremo insieme.
Utilizzo due termini concreti come “costruire” e “fare”, perché credo fermamente
in un impegno che segue piani chiari, pragmatici, i cui risultati si possono misurare. Ma
credo anche che “fare” e “costruire” vadano coniugati al plurale: grazie ad una
molteplicità di attori, idee, proposte. Ognuno di noi con le proprie esperienze e
sensibilità, in modo dinamico e partecipato, può infatti contribuire alla crescita del
nostro territorio, in una visione sistemica che guarda alla produttività e all’innovazione,
certo, ma senza perdere di vista l’ambiente e nel rispetto delle persone, della loro
inclusione e del loro sviluppo.
Questo ruolo mi onora: la Camera di commercio di Torino è un luogo che sa tenere
insieme il valore dell’interesse generale e la forza dell’iniziativa privata. È
un’istituzione pubblica radicata nella storia economica e civile della nostra città, un
solido punto di riferimento. Per questo risultato, costruito e conquistato negli anni,
ringrazio e ricordo gli ultimi Presidenti che mi hanno preceduto: Enrico Salza,
Giuseppe Pichetto, Alessandro Barberis, Vincenzo Ilotte e Dario Gallina. A lui mi rivolgo
in particolar modo per aver tracciato insieme ai suoi predecessori una rotta su cui mi
impegno a procedere, con passo deciso, pronto anche a cogliere le nuove sfide che
senza dubbio ci verranno incontro.
Il nostro territorio, negli ultimi cinque anni, ha attraversato una stagione di
trasformazioni profonde. Ci siamo trovati di fronte a situazioni impensabili, anche
imprevedibili, ma abbiamo tenuto saldo il timone. Il Bilancio di mandato 2020-2025 che
ci hanno presentato qualche settimana fa Dario Gallina, Guido Bolatto e tutto lo staff
camerale, è una testimonianza viva dello sforzo di chi ha saputo lavorare insieme e
portare risultati tangibili. Eppure, mentre riconosciamo con orgoglio quanto raggiunto,
sappiamo che resta ancora molto da fare.
La riconversione industriale, la crisi del commercio di prossimità, l’invecchiamento
demografico, la fuga dei talenti, il mismatch tra domanda e offerta di lavoro qualificato:
sono temi urgenti della nostra economia, rispetto ai quali non possiamo restare neutrali.
Dobbiamo farci parte attiva e il perché e il come sono già scritti nella mission
camerale.
La Camera di commercio di Torino, con oltre 220mila imprese iscritte, è la casa
dell’economia torinese. La sua mission è ampia e articolata, così come gli stakeholder
e gli strumenti a disposizione, ma l’obiettivo ultimo è quello di accompagnare e
sostenere la crescita del territorio. La Camera guarda a diversi soggetti: dalle
imprese ai giovani, dalle associazioni ai consumatori e ai lavoratori. E li accompagna,
non solo attraverso adempimenti amministrativi, ma anche informando, formando,
creando opportunità – spesso gratuite -, investendo su progetti e supportando
iniziative, creando strumenti a sostegno dei momenti difficili, collaborando e facendo
da ponte tra diverse realtà, con una visione di medio e lungo termine.
In base a quanto ho potuto vedere e vivere come imprenditore, ma anche all’interno
dell’associazionismo e nelle istituzioni, in primis come componente della Giunta
camerale, ho individuato dunque alcuni punti principali, nati dal confronto con altri
membri del Consiglio durante la fase di candidatura, che saranno alla base del
programma che costruiremo. Parlano alle imprese, alla cittadinanza, alle istituzioni.
Questi punti non sono compartimenti stagni, ma aree tematiche tra loro interconnesse.
L’aerospazio parla alla riconversione industriale, l’economia sociale si intreccia con
l’innovazione, l’intelligenza artificiale ha un impatto sul turismo, sulla formazione,
sull’artigianato. Non dobbiamo affrontarli uno alla volta in sequenza, ma in modo agile
e parallelo, secondo una logica che, in coerenza con la mia vita professionale, implica
pensare in rete, agire per priorità e attivare processi iterativi incrementali. E hanno
bisogno della collaborazione di tutti gli attori – istituzioni, associazioni di categoria,
esperti di settore, mondo della ricerca… – per essere sviluppati al meglio.
Parto dal tema del Rilancio e RICONVERSIONE INDUSTRIALE: agli occhi del mondo
Torino è industria, e lo dovrà essere ancora in futuro, per far sì che questo avvenga
dobbiamo saper guardare in più direzioni contemporaneamente: sostenere i distretti
storici e al contempo non perdere di vista le esigenze dell’industria contemporanea e
delle start up. L’obiettivo non è abbandonare ciò che siamo stati, ma fare evolvere il
nostro tessuto produttivo verso una maggiore integrazione tra competenze storiche e
nuove tecnologie.
L’Aerospazio in questa direzione sta aprendo una strada: Torino ha già scritto pagine
fondamentali della storia aerospaziale italiana ed europea con un ecosistema, fatto di
tanti attori diversi, grandi e piccoli, messi in rete, e numerosi progetti e investimenti,
primo tra tutti la futura Città dell’Aerospazio. Questo progetto potrà rendere più
facilmente accessibili alle nostre imprese le nuove tecnologie, rafforzando il ruolo di
Torino non solo come hub aerospaziale, ma come modello di riconversione industriale
per l’intero Paese. L’aerospazio infatti non è più soltanto un comparto strategico, ma un
driver trasversale di innovazione industriale: coinvolge la mobilità urbana ed
extraurbana, le telecomunicazioni, l’osservazione della Terra, la difesa e persino la
medicina.
Tra le sfide tecnologiche c’è poi l’Intelligenza Artificiale e l’Economia dei dati: oggi
Torino ospita AI4Industry, un centro nazionale di riferimento. Abbiamo dunque un
vantaggio competitivo, ma dobbiamo farlo crescere, rendendo disponibili alle imprese
le applicazioni create e guardando ai giovani perché siano soggetti consapevoli e non
passivi di una rivoluzione che va guidata al meglio anche dal lato etico e dell’utilizzo
avveduto dei dati disponibili.
CON IL DIGITALE E CON UNO SGUARDO ATTENTO ALLE NUOVE GENERAZIONI
dobbiamo poi rimettere al centro anche l’artigianato, molto radicato e presente in
Piemonte, più che nel resto d’Italia, e che oggi significa non solo custodire tradizioni e
saperi, ma anche progettare e produrre con stampanti 3D, trasformare botteghe in
micro-hub creativi. Ma “artigianato” può e deve voler dire anche possibilità di
formazione per i giovani, sull’esempio di quanto accade nella vicina Francia. Anche
l’agricoltura, altro tema chiave, va visto in quest’ottica: oggi assume il volto delle
blockchain, dei droni, dell’irrigazione di precisione. Ma ha anche il volto dell’inclusione,
del ripopolamento dei borghi, di una nuova imprenditorialità giovane e istruita e,
soprattutto, è un investimento inderogabile rispetto alla sfida ambientale e alla crisi
climatica.
E A PROPOSITO DI IMPATTO: tra i “temi portanti” rientrano anche le grandi intuizioni
camerali capaci di trasformare la realtà: l’Economia sociale e l’Innovation Block.
Torino non ha “scoperto” l’economia sociale, ma più che in altri centri l’ha valorizzata
come leva strutturale per il cambiamento, con metodo, visione e coraggio. Vent’anni fa
la Camera di Torino fu pioniera, creando uno dei Comitati più attivi d’Italia, seguito da
un Osservatorio apprezzato a livello nazionale, per arrivare a far nascere Torino Social
Impact, che oggi conta oltre 360 aderenti. Un modello virtuoso, guardato come esempio
da molti territori e che sta mettendo le basi al nuovo Piano metropolitano per l’economia
sociale.
E ancora, al centro delle trasformazioni: il progetto ambizioso dell’Innovation Block
che ha l’obiettivo di creare un polo di innovazione per il terziario. I lavori stanno
procedendo, conoscete le tappe: entro il 2026 inaugurazione del rinnovato Centro
Congressi Torino Incontra, ed entro il 2028 della Borsa Valori e Borsa Merci; è mia
intenzione proseguire in modo spedito per restituire a imprese e cittadini un pezzo di
città rinnovato, anche rendendo conto pubblicamente e in modo trasparente di quanto
verrà realizzato nelle varie tappe di trasformazione.
Guardando poi all’ECONOMIA DELL’OSPITALITÀ, le parole chiave sono commercio
di prossimità, turismo, polo fieristico e congressuale. Li cito insieme non a caso,
perché devono essere visti come un crescendo di strategie che renderanno la nostra
città sempre più attrattiva.
Il commercio di prossimità è molto più che economia: è coesione sociale, è vitalità
urbana, è sicurezza, è turismo. Per favorire l’evoluzione del commercio e la sua
valorizzazione, negli ultimi anni abbiamo avviato progetti come “digitalesottocasa”,
“Torino Compra Vicino” e abbiamo contribuito alla realizzazione del bando Epic della
Città. Ora, con l’apporto di tutti gli attori coinvolti, possiamo adottare una strategia
integrata che leghi commercio, turismo, innovazione e rigenerazione urbana. Il turismo
è un settore che a Torino e in Piemonte sta dando grosse soddisfazioni e risultati, ma
dobbiamo portarlo avanti con un piano sistematico e intelligente: eventi
destagionalizzati su tutto l’anno, sguardo alle valli e non solo alla città, sviluppo di
soluzioni che rispettino i criteri ESG. Il turismo deve crescere sul nostro territorio come
un’industria gentile, che crea ricchezza senza distruggere, senza snaturare la nostra
autenticità. Se vogliamo distinguerci nel turismo intelligente, sostenibile, accessibile,
parte di questa strategia dovrà contemplare il rafforzamento del polo fieristico e
dei poli congressuali presenti con strutture e servizi multifunzionali, rispettosi
dell’ambiente, all’avanguardia, in grado di fare la differenza rispetto ad altre città
italiane ed europee. Per farlo servono strategie condivise, investimenti coordinati,
Governance, figure manageriali con una visione strategica, competenze ma anche
immaginazione. La Camera di commercio, in continuità con il passato, è pronta a fare
la sua parte.
Fin qui ho tracciato alcune possibili direzioni e definito alcune priorità del mio mandato,
ma i temi sono davvero tanti, sicuramente se ne aggiungeranno. Il programma è
ambizioso ed è impensabile realizzare questo percorso da soli: il ruolo delle
associazioni di categoria sarà dunque centrale e il confronto costante. Mi rivolgo alle
associazioni, ma anche alle istituzioni, ai centri di ricerca, a tutti gli stakeholder: la
collaborazione sarà fondamentale, cercheremo di mettere in atto pochi semplici
strumenti per coinvolgere al meglio componenti di Consiglio e Giunta, ma anche tutti
gli attori che saranno necessari, lavorando come una comunità.
LA RESTITUZIONE Avremo modo nei prossimi mesi, insieme a Consiglio e Giunta, di
approfondire e presentarvi un piano strategico pluriennale articolato. Mi immagino
un documento aperto, che si possa aggiornare alla luce delle nuove sfide e degli obiettivi
emergenti. E come obiettivo di questa consiliatura mi piacerebbe affiancargli uno
strumento che garantisca misurabilità e trasparenza, una sorta di Bilancio di
sostenibilità, a disposizione di istituzioni e pubblico, perché aziende, cittadinanza,
realtà locali possano valutare impatti, progressi e, in definitiva, la nostra credibilità.
Abbiamo infatti una responsabilità verso tutte le imprese che, ogni anno, versano
il diritto camerale. Un contributo che per la Camera di commercio, oltre ad essere la
principale fonte di entrata, è un vincolo morale: ogni euro ricevuto deve tornare al
territorio sotto forma di opportunità, servizi, formazione, progetti.
Da questo il mio desiderio che si dia conto di ogni azione, con trasparenza, rigore e
sapendo guardare lontano. Vorrei ci sentissimo parte di un sistema che sa restituire
valore a chi produce valore.
E ancora “dare valore” è un’azione che parte dall’interno. Per questo mi impegno a
dedicare tempo adeguato al rafforzamento delle reti regionali, nazionali e
internazionali di cui facciamo parte e, soprattutto, alla conoscenza e all’ascolto della