
(AGENPARL) – Thu 29 May 2025 VIRTUOSI
NOVECENTI
VIRTUOSISM
Voyages
Lyriques
VIRTUOSISMI
1° Foyer
Kolja Blacher ha studiato alla Juilliard
School of Music con Dorothy DeLay
e con Sandor Vegh a Salisburgo.
Si è esibito come solista in tutto il mondo,
con le più importanti orchestre europee
fra cui anche i Berliner Philharmoniker,
la Lucerne Festival Orchestra e
l’Orchestra dell’Accademia di Santa
Cecilia . Ha lavorato con direttori tra
cui Kirill Petrenko, Vladimir Jurowski,
Dimitri Kitajenko, Mariss Jansons,
Matthias Pintscher, Markus Stenz,
Simone Young e Asher Fisch. Il repertorio
di Blacher comprende opere per violino
solo da Bach a Berio, il repertorio di
base classico-romantico e di musica
contemporanea per violino e orchestra
(comprese opere di Magnus Lindberg,
Kurt Weill, Hans Werner Henze e Bernd
Alois Zimmermann). Negli ultimi cinque
anni i concerti “Play-Conduct” sono
diventati il nuovo fulcro dell’attività
artistica di Blacher.
Ha lavorato regolarmente con la
Melbourne Symphony Orchestra,
la Taiwan Philharmonic Orchestra,
la Stuttgart Chamber Orchestra, la
Jerusalem Symphony Orchestra e
l’Orchestra della Komische Oper di
Berlino. Come direttore dirigerà tutti
i concerti dell’Orchestra da Camera
dell’Orchestra Sinfonica di Milano
“Giuseppe Verdi” per le prossime Stagioni
e con la Tallinn Chamber Orchestra
è direttore solista residente nella stagione
2023/2024. Collabora regolarmente come
direttore e solista anche con la Nordic
Chamber Orchestra (Svezia), la Norrlands
Opera (Svezia), la South Denmark
Philharmonic, la Staatsphilharmonie
Rheinland Pfalz e molte altre
orchestre. Blacher ha registrato CD
di grande successo (Diapason d’Or) in
collaborazione con Claudio Abbado,
con il quale ha mantenuto stretti legami
fin dai tempi della Filarmonica di Berlino
e della Lucerne Festival Orchestra.
Il suo album con il Concerto per violino
di Schönberg (con Markus Stenz e la
Gürzenich-Orchester Köln) è stato
pubblicato nell’autunno 2013. È stato
professore alla Hochschule für Musik
und Theater di Amburgo prima di
tornare nella sua città natale, Berlino,
dove insegna alla Hochschule für Musik
“Hanns Eisler”. Suona un violino Guarneri
del Gesù del 1730, generosamente
prestatogli dalla signora Kimiko Powers.
La storia dell’Orchestra dell’Opera
Carlo Felice inizia nei primi anni del
‘900; l’attività sinfonica e operistica è da
allora continuativa. Con un repertorio
che spazia dal Seicento alla musica
contemporanea, la compagine si distingue
per produttività e versatilità. Sul podio
si avvicendano direttori di rilevanza
internazionale, per citarne solo alcuni:
Victor De Sabata, Igor Stravinsky,
Franco Capuana, Sergiu Celibidache,
Hermann Scherchen, Claudio Abbado,
Alceo Galliera, Carlo Maria Giulini,
Riccardo Muti, Georges Prêtre, Mstislav
Rostropovič, Gianandrea Gavazzeni,
Daniel Oren, Antonio Pappano, Christian
Thielemann, Daniele Gatti, Gennadij
Roždestvenskij, Bruno Campanella, Zubin
Mehta, Nello Santi, Sir Neville Marriner,
Kirill Petrenko, Hartmut Haenchen,
Vladimir Fedoseev, Andrea Battistoni,
Fabio Luisi (Direttore onorario), Donato
Renzetti (Direttore emerito). Dal 2022
Riccardo Minasi è il Direttore musicale.
Numerose sono le incisioni registrate
al Teatro Carlo Felice, in particolare
di produzioni liriche, per etichette quali
Deutsche Grammophon, Decca, Sony,
TDK, Rai-Trade, Nuova Era Records,
Arthaus Musik, Dynamic, Bongiovanni,
Denon/Nippon Columbia e BMG-Ricordi.
L’alto livello artistico consolidato negli
anni le consente di prendere parte a
manifestazioni di grande prestigio quali
il Festival dei Due Mondi di Spoleto,
il Ravello Festival, il Festival di musica
sacra Anima Mundi di Pisa, e d’esibirsi
in importanti sedi nazionali
e internazionali quali il Parco
della Musica di Roma, il Teatro degli
Arcimboldi di Milano, l’Auditorium
della Conciliazione di Roma, il Teatro
dal Verme di Milano, la Royal Opera
House di Muscat, la Astana Opera,
il Mariinskij Concert Hall,
la Basilica di S. Francesco ad Assisi.
Venerdì 30 maggio 2025 ore 21.00
Teatro Marenco Novi Ligure (AL)
Venerdì 30 maggio 2025 ore 21.00
LIGURIA
Teatro
Marenco Novi Ligure (AL)
2024-25
MUSICA
JOHANN SEBASTIAN BAC
Concerto per violino e orchestra in la minore BW
ANDRÉ JOLIVET
Venerdì 30 maggio 2025 ore 21.00
Poèmes intimes
Teatro JOHANN
Marenco Novi
Ligure (AL) BACH
SEBASTIAN
FELIX
MENDELSSOHN
EMMANUEL CHABRIER
Concerto per violino
orchestra
minore BWV
1041op. 56
Sinfonia n. 3 ininlalaminore
Scozzese
L’invitation au voyage
VIRTUOSISMI
JOHANN SEBASTIAN BACH
ERNEST
CHAUSSON
Concerto
per violino
e orchestra FELIX
in la minore
BWV 1041
MENDELSSOHN
Le temps des lilas
Sinfonia n. 3 in la minore Scozzese op. 56
FRANCIS
POULENC
FELIX
MENDELSSOHN
Banalités n.
Sinfonia
in la minore Scozzese op. 56
e solista
JOHANN SEBASTIANDirettore
CLAUDE DEBUSSY
Concerto per violino e orchestra in la minore BWV 1041
Kolja Blacher
Proses lyriques
Direttore e solista
FELIX MENDELSSOHN
Kolja Blacher
Fagotto
Kolja
Blacher
Luigi
Tedone
Orchestra
dell’Opera Carlo Felic
Sinfonia n. 3 in la minore Scozzese op. 56
Direttore e solista
Direttore e solista
Orchestra
dell’Opera
Kolja BlacherCarlo Felice Geno
Soprani
Mariasole
Mainini, Lucia
Nicotra, Eleonora
Ronconi
Orchestra
dell’Opera
Carlo Felice
Genova
IN COLLABORAZIONE CON
Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova
Contralto
Daniela Aloisi
INGRESSO CON BIGLIETTO
INGRESSO CON BIGLIETTO
Novi Musica e –Cultura
Pianoforte
INGRESSO CON BIGLIETTO
INGRESSO CON BIGLIETTO
IN COLLABORAZIONE
IN COLLABORAZIONE
Claudio Marino Moretti
CON ILSOSTEGNO DI
CON ILSOSTEGNO DI
IN COLLABORAZIONE CON
CON ILSOSTEGNO DI
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https://www.cr.piemonte.it/cms/assemblea/il-consiglio-e/il-consiglio-e
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CON IL PATROCINIO DI
VISITA
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Info e biglietti
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Musica e Cultura
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MEDIA PARTNER
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JOHANN SEBASTIAN BACH
Concerto per violino e orchestra in la minore BWV 1041
Allegro
Andante
Allegro assai
FELIX MENDELSSOHN
Sinfonia n. 3 in la minore Scozzese op. 56
Andante con moto. Allegro un poco agitato. Assai animato
Vivace non troppo
Adagio
Allegro vivacissimo. Allegro maestoso assai
Direttore e solista
Kolja Blacher
Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova
Il Concerto in la minore BWV 1041 rappresenta un interessante punto di confronto con
i più astratti Concerti brandeburghesi di Bach. Mentre questi ultimi sembrano esplorare
un’idea di concerto come terreno di convivenza per diversi stili e tradizioni musicali,
i concerti per violino, composti nello stesso periodo, si inseriscono in un panorama
musicale ben definito, codificato da precisi protocolli di cui i maestri italiani erano i
riconosciuti depositari. Evidentemente influenzati dal modello vivaldiano nell’organico
strumentale, nella forma e nello stile, questi concerti per violino non introducono
novità strutturali o di linguaggio particolarmente significative rispetto alla produzione
contemporanea. Tuttavia, si distinguono per una straordinaria ricchezza inventiva nella
qualità delle idee musicali e nella concezione dei disegni strumentali. Il primo movimento
si articola attraverso un’alternanza tra solo e tutti, improntata a precise simmetrie e a una
profonda interazione tra i due poli della dialettica concertante. È degno di nota come
gli episodi solistici del violino, pur presentando una notevole difficoltà tecnica, non
cedano mai a un virtuosismo fine a se stesso, ma scaturiscano sempre da una rigorosa
logica musicale. In contrasto con la funzione prevalentemente distensiva dei tempi lenti
vivaldiani, l’Andante centrale è basato su un basso ostinato, sottolineato da accordi gravi
degli archi, contrapposti ad una luminosa figurazione tracciata dal violino solista. Il terzo
tempo, animato da un vivace ritmo che richiama una giga, è concepito come una fuga
concertante. Sezioni contrappuntistiche d’insieme, con funzione di ritornello, si alternano
agli episodi del violino solista, che si basano ora sul materiale tematico principale, ora su
figurazioni autonome.
La Sinfonia n. 3 in la minore op. 56, universalmente nota come “scozzese”, rappresenta
un culmine nel percorso sinfonico di Felix Mendelssohn Bartholdy. La sua genesi
affonda le radici in un suggestivo viaggio in Scozia intrapreso dal compositore.
Precisamente il 28 luglio 1829, durante una visita al maestoso Holyrood Palace e alla
storica cappella dell’incoronazione di Maria Stuarda a Edimburgo, Mendelssohn fu
profondamente ispirato. Fu in quel luogo evocativo che germogliò la prima idea di questa
sinfonia, un’intuizione che si concretizzò immediatamente in un abbozzo tematico per
l’introduzione lenta del primo movimento. Nonostante una breve ripresa del lavoro
durante il suo soggiorno italiano tra il 1830 e il 1831, la “scozzese” richiese un lungo
processo di elaborazione, venendo completata solo il 20 gennaio 1842. La prima
esecuzione avvenne il 3 marzo dello stesso anno nella prestigiosa Gewandhaus di Lipsia,
sotto la direzione dello stesso Mendelssohn. L’anno successivo, l’opera fu pubblicata con
una significativa dedica alla regina Vittoria d’Inghilterra, a testimonianza del legame del
compositore con la cultura britannica. Un aspetto peculiare sottolineato da Mendelssohn
nella partitura è la prescrizione di un’esecuzione ininterrotta dei quattro movimenti.
Questa indicazione rivela la sua intenzione di conferire all’opera una coesione formale ed
espressiva tale che la tradizionale suddivisione in tempi distinti avrebbe potuto incrinare
questa intima unità. Il primo movimento, Allegro agitato, cattura immediatamente
l’asprezza e la maestosità del paesaggio con un tema principale inquieto e appassionato.
L’atmosfera è intensa e a tratti malinconica. Il secondo movimento, Vivace non troppo,
è uno scherzo vivace e danzante, che ricorda le allegre danze popolari scozzesi. È un
intermezzo leggero e spensierato che contrasta con la serietà del primo movimento.
Il terzo movimento, Adagio, è un canto lirico e malinconico, un momento di profonda
emozione e riflessione. La melodia è intensa e commovente. Il quarto movimento, Allegro
vivacissimo – Allegro maestoso assai, inizia con un’energia propulsiva e quasi impetuosa,
che culmina in un maestoso e trionfale inno. Questo finale offre una risoluzione luminosa
e affermativa, quasi un inno alla fierezza scozzese.