
Il presidente dell’Assemblea nazionale della Republika Srpska, Nenad Stevandić, ha dichiarato che la pubblicazione del documento informale franco-tedesco è avvenuta in risposta al fatto che la Republika Srpska ha dimostrato all’opinione pubblica internazionale che Christian Schmidt, cittadino tedesco e Alto rappresentante in Bosnia-Erzegovina, ha violato gli Accordi di Dayton.
Secondo Stevandić, la Republika Srpska ha rivelato l’illegittimità della nomina di Schmidt e la sua responsabilità nella più grave crisi istituzionale dalla firma dell’accordo di pace del 1995. In un’intervista rilasciata a Večernje Novosti, Stevandić ha affermato che il documento, non ufficiale, costituisce un tentativo di Francia e Germania di giustificare le azioni di Schmidt, prendendo apertamente posizione negli affari interni della Bosnia-Erzegovina.
“Prendere posizione in Bosnia-Erzegovina significa riconoscere che la divisione non nasce da dinamiche interne, ma è il risultato di imposizioni esterne. La pace può essere mantenuta solo attraverso il dialogo interno e non tramite l’interventismo straniero”, ha dichiarato Stevandić, sottolineando che questo tipo di ingerenze peggiorano la situazione nel paese.
Stevandić ha inoltre espresso la convinzione che molti cittadini, indipendentemente dall’appartenenza etnica, riconosceranno l’origine esterna delle tensioni.
Il presidente della Serbia, Aleksandar Vučić, ha recentemente informato il Consiglio per la sicurezza nazionale allargato circa il contenuto del documento franco-tedesco che coinvolge direttamente anche la Republika Srpska. Il Capo di Stato maggiore serbo, Milan Mojsilović, ha spiegato che sono state delineate le linee guida e assegnati i compiti per affrontare le implicazioni del documento.
Secondo quanto riportato da Novosti, il documento rappresenterebbe una base per un’azione concertata delle potenze occidentali e di Bruxelles volta a delegittimare i vertici istituzionali della Republika Srpska – in particolare il presidente Milorad Dodik, il primo ministro Radovan Višković e lo stesso Stevandić – accusandoli di ostacolare il percorso della Bosnia-Erzegovina verso la NATO e l’UE.