
(AGENPARL) – Fri 23 May 2025 Studio premiato alla conferenza internazionale sulle “Tecnologie persuasive”
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PUÒ INFLUENZARE
LA TECNICA DI RESPIRAZIONE DEGLI UTENTI
Esperimento mai tentato prima condotto dal Laboratorio
di Interazione persona-macchina dell’Università di Udine
Udine, 23 maggio 2025 – L’intelligenza artificiale è in grado di influenzare con successo la tecnica di respirazione di una persona. È il risultato di un esperimento, mai tentato prima, condotto dal Laboratorio di Interazione persona-macchina (HCI Lab http://hcilab.uniud.it) dell’Università di Udine. Il video illustrativo del test è disponibile online https://youtu.be/_cb5mMSV8Ag Lo studio è stato condotto da Luca Chittaro, direttore del laboratorio presso il Dipartimento di Scienze matematiche, informatiche e fisiche, e Christian Corrò, dottorando di ricerca in Informatica e intelligenza artificiale.
L’esperimento
I ricercatori dell’Ateneo friulano hanno dato a ChatGPT la possibilità di accedere in tempo reale alla respirazione dell’utente attraverso un sensore indossabile sull’addome. Hanno quindi chiesto all’intelligenza artificiale di controllare un personaggio virtuale (3D) che impersonasse un’insegnante di tecniche di respirazione per il benessere. Per aumentare ulteriormente il realismo, il chatbot (software che simula una conversazione con i suoi utenti) parlava con la voce clonata di una terapista umana. I risultati ottenuti mostrano come l’intelligenza artificiale sia stata in grado di influenzare con successo la respirazione dell’utente. E, nel contempo, abbia anche adottato un approccio inaspettato, ma non appropriato, in alcune sessioni di insegnamento della respirazione. Per esempio, a volte, ha fatto i complimenti agli utenti pur sapendo che stavano respirando molto male. Approfondendone il motivo, si è scoperto che il chatbot operava la scelta di fornire complimenti inappropriati perché, ha spiegato l’intelligenza artificiale, “un messaggio che aumenta la fiducia in se stessi è migliore per mantenere gli umani motivati”. In altri casi, l’intelligenza artificiale ha avuto una sorta di allucinazioni, credendo di avere accesso a dati sulla frequenza cardiaca dell’utente, che in realtà non erano disponibili.
Il contesto e l’Hci Lab
«Sempre più persone si affidano all’intelligenza artificiale (AI) per farsi aiutare o addirittura sostituire in un crescente numero di compiti. Una corretta interazione fra esseri umani e AI – spiega il professor Chittaro, docente di interazione persona-macchina – è fondamentale affinché quest’ultima porti benefici e non rischi alla società». HCI Lab dal 1998 studia gli effetti delle tecnologie digitali (per esempio realtà virtuale, social media e videogiochi) sugli utenti per progettarle positivamente.
«È stato quindi naturale – sottolinea Chittaro – per i nostri ricercatori estendere le proprie indagini all’interazione utente–intelligenza artificiale, con particolare attenzione alle dinamiche che rendono l’intelligenza artificiale uno strumento di persuasione a tutti gli effetti, che può influenzare le scelte degli utenti o addirittura prenderle al loro posto quando la fiducia degli utenti nell’AI è talmente alta da farli rinunciare al proprio pensiero critico».
Il progetto di ricerca
L’esperimento condotto dal Laboratorio HCI Lab dell’Ateneo friulano si inserisce in un più ampio progetto di ricerca. Il suo obiettivo è valutare sia la correttezza e l’efficacia delle raccomandazioni dei chatbot sia la relazione persuasiva che si viene a instaurare fra chatbot e utente nell’ambito della salute e del benessere. «Il prodotto dell’intelligenza artificiale a cui gli utenti comuni si rivolgono di più – spiega il Christian Corrò – sono i cosiddetti chatbot, di cui ChatGpt è un esempio particolarmente popolare».
Il crescente affidarsi degli utenti ai chatbot per ottenere informazioni e consigli su qualsiasi argomento comprende anche i temi della salute fisica e mentale e del benessere. «A questa tendenza fra gli utenti – evidenzia il Corrò – si accompagnano prese di posizione pubbliche da parte di specialisti in ambito medico che, alla luce delle sempre più lunghe liste di attesa e costi crescenti nella sanità, si esprimono a favore dell’uso dei chatbot per supportare i pazienti dove i servizi sanitari non riescono a dedicare sufficiente attenzione». Questo però «rende necessaria – sottolinea invece Chittaro – un’analisi profonda delle capacità e dei comportamenti dei chatbot per capire in che casi possano effettivamente essere efficaci nel promuovere la salute delle persone e dove invece un atteggiamento di fiducia fideistica nei loro confronti possa causare danni ai pazienti».
Studio premiato
La pubblicazione scientifica che descrive lo studio e i suoi risultati ha ricevuto il “Best Paper Award”, il premio per il miglior articolo, dalla conferenza internazionale sulle “Tecnologie persuasive” svoltasi a Cipro (https://2025.persuasivetech.org/program/). L’articolo si è concentrato sia sugli aspetti tecnici delle potenzialità positive che la tecnologia ha manifestato, sia sulle problematiche che vanno gestite e prevenute. La conferenza è il più importante appuntamento internazionale, a cadenza annuale, su come la tecnologia viene progettata e usata per indurre cambiamenti nel comportamento degli utenti.
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