
Un piccolo miracolo nelle sale di Milano: “L’ultimo viaggio” alla nona replica all’Arlecchino
La nascita di un’amicizia tra avventura, bellezza, suspence e il tema controverso dell’eutanasia, un diritto per tutti?
Marco Cappato: “Occuparmi di questo tema attraverso l’arte continua ad essere non un peso ma un piacere e un onore”
La Cineteca Milano Arlecchino lo ha definito un “piccolo fenomeno cinematografico” e per questo L’ultimo viaggio di Lorenzo Ceva Valla e Mario Garofalo in sala da quattro settimane, sarà di nuovo in programmazione per altre 3 date domani (venerdi 23 maggio) alle 17, domenica 25 maggio alle 11 e martedi 27 maggio alle ore 19. E in contemporanea anche in altre città italiane come Pisa e presto nelle sale romane.
La trama tratta della nascita di un’amicizia tra avventura e suspense, bellezza e ironia e ha come tema di fondo quello dell’eutanasia come diritto.
Il film si articola attorno al viaggio spirituale di un prete che, segretamente, trasporta all’interno di un baule il corpo della madre defunta. Quest’ultima, gravemente malata, ha esplicitamente richiesto al figlio di aiutarla a morire. L’intento finale del protagonista, in un atto di fede e amore profondo, è seppellirla sulla riva di un lago di montagna, luogo caro ad entrambi. Durante il cammino incontra una pastora, il cui mestiere è aiutare i migranti a varcare illegalmente il confine. In cambio di denaro e all’oscuro di tutto, la stessa accetta di aiutarlo: scoprirà solo più tardi cosa il prete sta nascondendo. Ha così inizio un viaggio attraverso paesaggi selvaggi e simbolici dove l’anima di lui, tormentata dalla colpa e dal dolore, si confronta e si scontra con l’anima istintiva di lei.
Il cuore pulsante del film è il tema dell’eutanasia, affrontato non con piglio ideologico, ma come domanda morale ed esistenziale. «La mia colpa non avrà mai fine», afferma il prete in una scena, mentre la donna risponde: «Questo è ciò che pensa la tua Chiesa». In questo scambio si concentra il nocciolo del conflitto: fede e compassione, colpa e amore, umanità.
Girato in location naturali, lo stile visivo è volutamente sobrio. «Non abbiamo voluto collocare l’ambientazione in un momento storico specifico», spiegano i registi. «Perché i temi che trattiamo sono universali, senza tempo, e da sempre mettono in crisi le coscienze degli uomini”.
All’anteprima del film era presente anche Marco Cappato “Occuparmi di questo tema attraverso l’arte continua ad essere non un peso ma un piacere e un onore. Liberandoci dalla proibizione poi ciascuno di noi sarà chiamato alle proprie scelte individuali perché la libertà porta con sè la responsabilità e la responsabilità è enorme e noi non possiamo sapere come reagiremmo se fossimo noi a dover decidere
Il film è interamente prodotto in modo indipendente con il supporto della Film Commission Torino Piemonte che, dopo il suo debutto al Trento Film Festival, ha trovato una preziosa opportunità di distribuzione grazie alla collaborazione con Cineteca Milano, che ne ha riconosciuto la forza e la necessità. Il cast, che include Fabio Marini e Debora Zuin, è stato capace di incarnare pienamente la tensione emotiva del racconto, potenziandone il significato.
“L’ultimo viaggio” è un’opera che tocca corde profonde, come la morte e l’amore, che si presenta intimo e spirituale. Un film che, come il suo protagonista, cammina tra dovere e libertà, tra colpa e redenzione.