
Durante la 78ª Assemblea Mondiale della Sanità in corso a Ginevra, gli Stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si stanno avvicinando all’adozione di uno storico trattato pandemico che potrebbe rafforzare la preparazione globale alle future emergenze sanitarie. Dopo oltre tre anni di negoziati, la bozza finale dell’accordo è pronta, ma resta aperto un nodo cruciale: il finanziamento.
La bozza rappresenta il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante dedicato alla prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie. Include obblighi per i Paesi di investire nei sistemi sanitari, tutelare gli operatori sanitari e migliorare l’accesso a vaccini, test e trattamenti.
Secondo Suerie Moon, esperta di governance sanitaria globale, il testo è frutto di compromessi, ma rappresenta un equilibrio “politicamente fattibile” che garantisce progressi significativi in termini di equità, soprattutto per l’accesso equo a strumenti medici vitali.
“Ogni Paese ha ottenuto qualcosa, ma ha anche dovuto rinunciare ad altro. È un pacchetto solido che renderà il mondo un posto più sicuro”, ha dichiarato Moon.
Il trattato introduce nuove disposizioni su ricerca e sviluppo (articolo 9), accesso ai patogeni (articolo 12) e catene di approvvigionamento (articolo 13), mirando a un sistema sanitario globale più equo. Tuttavia, l’esperta ha sottolineato che misure più incisive su trasferimento tecnologico e finanziamenti avrebbero reso il testo ancora più robusto.
Il trattato, se adottato, richiederà la firma e ratifica da parte dei Paesi. Intanto, gli Stati sono invitati ad iniziare l’attuazione volontaria delle misure già da subito, anche senza l’entrata in vigore formale.
Il punto debole: i finanziamenti
Il maggiore ostacolo resta la sostenibilità economica del trattato. Moon ha avvertito che il mancato impegno vincolante sui finanziamenti internazionali potrebbe limitarne l’efficacia, soprattutto nei Paesi con risorse limitate.
“I fondi per lo sviluppo sanitario sono sempre più difficili da mobilitare. Il rischio è che le ambizioni del trattato non si traducano in azioni concrete per mancanza di risorse”, ha spiegato.
Tuttavia, è previsto che i Paesi aumentino gli investimenti nazionali per migliorare la propria preparazione alle pandemie, un elemento che, secondo Moon, rappresenta già un progresso importante.
Con il voto finale previsto per martedì, il mondo attende di vedere se l’impegno politico sarà sufficiente a trasformare il trattato in una reale pietra miliare per la sicurezza sanitaria globale.
