
(AGENPARL) – Tue 20 May 2025 A Donatella Tesei (Lega) risponde la presidente Stefania Proietti: “la
Regione non ha ridotto il monte ore destinato al lavoro straordinario nelle
Aziende sanitarie regionali e non ha mai dato disposizioni in tal senso, né
poteva farlo”
(Acs) Perugia, 20 maggio 2025 – L’Assemblea legislativa ha discusso oggi
l’interrogazione di Donatella Tesei (Lega) relativa a “Chiarimenti in
merito al taglio del monte ore di lavoro straordinario e sugli effetti sulla
gestione dei turni e delle liste di attesa nelle strutture sanitarie”.
Illustrando l’atto ispettivo, Donatella Tesei ha spiegato che “con
comunicazione interna indirizzata ai direttori delle Aziende sanitarie, la
Regione Umbria ha disposto una riduzione del 30% del monte ore di lavoro
straordinario da destinare ai progetti incentivanti per l’anno 2025. Ciò
comporta, nel secondo trimestre 2025, una riduzione effettiva del 60%
rispetto al fabbisogno originario, a causa della mancata attuazione del
contenimento previsto nel primo trimestre. Il lavoro straordinario
rappresenta nella pratica uno strumento necessario per garantire l’erogazione
continuativa dei servizi sanitari in molte strutture ospedaliere,
specialmente in contesti di carenza di personale. La normativa vigente
prevede che le Regioni debbano garantire l’erogazione dei Livelli essenziali
di assistenza (LEA) attraverso un’adeguata programmazione delle risorse
umane, finanziarie e strutturali. Il Piano Nazionale di Governo delle Liste
di Attesa (PNGLA) 2019-2021, tuttora in corso di aggiornamento e recepito a
livello regionale, richiede esplicitamente alle Regioni l’adozione di misure
per il contenimento dei tempi di attesa, anche mediante l’incremento della
capacità produttiva delle strutture pubbliche, eventualmente attraverso il
lavoro aggiuntivo del personale. Il CCNL Sanità – Area Comparto e Dirigenza,
prevede che il lavoro straordinario possa essere utilizzato, nei limiti delle
risorse assegnate, per fronteggiare situazioni eccezionali e garantire
l’accesso alle prestazioni sanitarie. Chiedo quindi di conoscere: le
motivazioni alla base della scelta di ridurre drasticamente il monte ore
destinato al lavoro straordinario nelle Aziende sanitarie regionali; se siano
stati predisposti studi, valutazioni o analisi di impatto (anche ex ante)
sulla tenuta dei servizi essenziali, sull’abbattimento delle liste di
attesa senza produttività aggiuntiva e sulla copertura dei turni ordinari;
quali alternative operative siano state previste per garantire il rispetto
dei Livelli essenziali di assistenza (LEA); se sia previsto un maggior
ricorso alle prestazioni erogate da strutture private accreditate, e con
quali modalità e risorse finanziarie; in che modo questa misura si concili
con gli obiettivi regionali in materia di riduzione dei tempi di attesa e
rafforzamento del ruolo del sistema sanitario pubblico; quale è il numero
attuale delle prescrizioni ambulatoriali e chirurgiche in lista di attesa”.
La presidente della Giunta Stefania Proietti ha risposto che: “Rispetto al
primo quesito la Regione non ha ridotto il monte ore destinato al lavoro
straordinario nelle Aziende sanitarie regionali e non ha mai dato
disposizione in tal senso, né poteva farlo. Ha utilizzato tutte le risorse
messe a disposizione per l’anno 2025 dal legislatore nazionale per avvalersi
delle prestazioni aggiuntive da richiedere ai dipendenti ha incrementato la
capacità di spesa del 33 per cento rispetto al 2024, quindi da un incremento
regionale di 2 milioni 980 mila si è passati a 4 milioni 484mila euro per il
2025. Per il comparto sanitario c’è stato un incremento regionale: da 1
milione 192mila euro del 2024 si è passato ad 1 milione 806mila euro per
l’anno in corso. Per il 2025, contrariamente al 2024, il legislatore non ha
ancora previsto ulteriori linee di finanziamento per l’abbattimento delle
liste d’attesa, cioè non ha consentito di destinare lo 0,4 per cento del
fondo sanitario pari a circa 7 milioni e mezzo di euro per le prestazioni
aggiuntive, dei dipendenti e per l’acquisto di prestazioni da privati
accreditati. La valutazione per strutturare il piano operativo di recupero
delle liste di attesa è stata fatta in collaborazione con le Aziende
sanitarie regionali, valutando la consistenza delle liste d’attesa al 31
dicembre 2024 e la possibilità del loro recupero con le attività ordinarie
e le attività di produttività aggiuntiva sia per la dirigenza che per il
comparto. Le risorse della produttività aggiuntiva destinata al piano delle
liste di attesa possono essere utilizzate per: liste d’attesa, copertura
turni per carenza di personale e servizi di emergenza-urgenza. Rispetto alla
garanzia dei Lea deve essere assicurata prioritariamente con la dotazione
organica del personale, a tal fine le aziende presentano il piano triennale
del fabbisogno del personale per le assunzioni e per garantire i servizi. Ma
permane la difficoltà di reclutamento del personale per sopperire alle
carenze. Le aziende sono impegnate nell’espletamento di concorsi come ad
esempio quello per la disciplina di gastroenterologia, in cui si registra una
carenza strutturale di unità ormai da anni, o quello per la disciplina di
medicina d’accettazione e d’urgenza, per la quale il mancato reclutamento
genera carenza di organico per i servizi di emergenza e urgenza con ricorso
alla copertura dei turni di produttività aggiuntiva. Rispetto al quarto
quesito, le strutture private accreditate vengono convenzionate per erogare
prestazioni di ricovero e di specialistica ambulatoriale e nel rispetto dei
tetti previsti dalla norma vigente, non sono al momento previsti da questa
Regione maggiori ricorsi al privato o risorse ulteriori da destinare in
alternativa al ricorso all’istituto dello straordinario. Rispondendo al
quinto quesito, la misura è perfettamente in linea con il piano operativo di
recupero delle liste di attesa, laddove il privato accreditato e
convenzionato lavora in sinergia e ad integrazione con il pubblico
nell’ambito delle reti cliniche e di patologia e dei relativi percorsi
preventivi, diagnostici, terapeutici e assistenziali, che la Direzione Salute
e Welfare sta strutturando in collaborazione con le direzioni aziendali e i
clinici di riferimento quale parte integrante del redigendo piano
sociosanitario regionale. Rispetto alle prestazioni ambulatoriali:
prestazioni non erogate dell’anno 2023 al 31 dicembre 2024 erano 1.693, la
percentuale stimata di recupero al 30 aprile 2025 da piano era l’80,3 per
cento, sono state recuperate al 100 per cento. Anno 2024 inserite nel piano
operativo: prestazioni non erogate erano 69.544, percentuale stimata di
recupero dal piano 76,23 per cento, percentuale di recupero effettuata 78 e
79 per cento, residuo 14.744. Anno 2025: inserite nel piano operativo al 9
marzo 2025, 45.744 prestazioni, percentuale stimata di recupero al 22,81 per
cento, percentuale di recupero effettuata è il 47,36 per cento. Rispetto
alle prestazioni chirurgiche: per quanto riguarda il ricovero, le prestazioni
non erogate degli anni 2020-2024, al 31 dicembre scorso erano 18.910, la
stima di recupero era del 28,90 per cento, sono state recuperate 38,72 per
cento, ne residuano 11.588. In merito alle prestazioni di chirurgia
ambulatoriale: residuate al 31 dicembre 2024 erano 10.640, percentuale
stimata di recupero 4,58 per cento, recuperate 37,01 per cento ne residuano
al 30 aprile 2025, 6.947”.
Nella replica, Tesei ha detto che “rispetto alle liste d’attesa, come al
solito lei non dà numeri precisi. Era necessaria una sintesi chiara perché
il monitoraggio e cabine di regia sulle liste di attesa ci sono sempre state.
Noi comunicavamo i numeri precisi delle liste di attesa, sia chirurgiche che
ambulatoriali. Non credo sia così difficile dire quali e quante sono. Alla
fine del nostro mandato ne avevamo 44mila in sospeso, oggi chiediamo di
sapere quante sono? Non basta dare percentuali. Serve trasparenza, dire
chiaramente quante sono, a noi risultano raddoppiate. Rispetto alla riduzione
drastica del monte ore destinato al lavoro straordinario nelle Aziende
sanitarie regionali a noi risulta la circolare che lei afferma non esistere.
Quando si governa ci vuole responsabilità, chiarezza e correttezza nei
confronti dei cittadini”. AS/
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/80226