
L’ambasciatore della Federazione Russa in Bosnia-Erzegovina, Igor Kalabuhov, ha duramente criticato l’operato dell’Alto Rappresentante Christian Schmidt, definendolo “illegittimo” e responsabile della maggiore instabilità politica nel Paese.
In un’intervista rilasciata a Euronews, Kalabuhov ha dichiarato che la presenza e le azioni di Schmidt, nominato senza l’approvazione unanime del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, hanno aggravato le tensioni tra i popoli costituenti della Bosnia-Erzegovina.
“Sin dal suo arrivo era chiaro che Schmidt sarebbe stato fonte di instabilità. Non ha alcuna legittimità, ma agisce come un tutore coloniale, creando divisioni tra le comunità,” ha affermato l’ambasciatore russo.
“Accusano la Russia per nascondere il fallimento delle loro politiche”
Kalabuhov ha poi risposto alle frequenti accuse rivolte alla Russia circa la sua “influenza maligna” nella regione:
“Solo i politici incapaci di costruire politiche efficaci parlano di influenza maligna della Russia. Ignorano l’interferenza dell’Occidente, soprattutto degli Stati Uniti, e riversano le loro frustrazioni su Mosca,” ha dichiarato, aggiungendo che la vera ingerenza arriva dalle capitali occidentali.
Relazioni strategiche con la Republika Srpska
L’ambasciatore ha confermato solide relazioni strategiche tra la Russia e la Republika Srpska, una delle due entità costituenti della Bosnia-Erzegovina. Ha sottolineato come vi siano contatti regolari e produttivi tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader della Republika Srpska Milorad Dodik, che hanno portato risultati concreti.
“I nostri incontri non sono meri simbolismi: le nostre relazioni producono risultati vantaggiosi sia per i cittadini della Republika Srpska che per la Bosnia-Erzegovina nel suo complesso.”
La Russia garante degli Accordi di Dayton
Kalabuhov ha infine ribadito la posizione storica della Russia come garante degli Accordi di pace di Dayton, siglati nel 1995:
“Pretendiamo il pieno rispetto di Dayton. Qualsiasi deviazione da quel quadro, soprattutto attraverso imposizioni unilaterali, è inaccettabile. Il dialogo tra le entità e i popoli costituenti è l’unico percorso verso la stabilità.”
L’ambasciatore ha concluso che la soluzione dei problemi interni deve venire dai leader locali:
“Non può essere il mondo a risolvere le crisi della Bosnia-Erzegovina. Sono i suoi politici a dover assumersi la responsabilità per il futuro del Paese.”