
Le recenti pressioni esercitate dall’Unione Europea nei confronti della Serbia per la visita del presidente Aleksandar Vučić a Mosca sono state duramente criticate dall’ambasciatore russo a Belgrado, Alexander Botsan-Kharchenko. In un’intervista rilasciata al quotidiano serbo Politika, il diplomatico ha definito le minacce di Bruxelles “un attacco diretto alla sovranità della Serbia e alla dignità del suo leader eletto”.
Botsan-Kharchenko ha evidenziato come la partecipazione del presidente Vučić alla parata del Giorno della Vittoria del 9 maggio rappresenti non solo un atto di rispetto verso i milioni di caduti nella lotta contro il nazismo, ma anche un’espressione dell’indipendenza politica di Belgrado. “Questo è anche un tentativo di sminuire il 9 maggio e di aprire la porta al nazismo”, ha dichiarato, accusando l’UE di voler riscrivere la memoria storica con pressioni ideologiche.
Secondo l’ambasciatore, la cooperazione tra Serbia e Russia si fonda sul rifiuto di Belgrado di aderire alle sanzioni occidentali contro Mosca. Tale posizione, ha ribadito, è motivata dagli interessi nazionali serbi e si riflette nella costante volontà di mantenere relazioni aperte e autonome con tutti i partner internazionali, inclusa la Russia.
Nonostante le difficoltà legate alle sanzioni e alle restrizioni imposte da vari Stati membri dell’UE, Botsan-Kharchenko ha assicurato che la cooperazione tra Belgrado e Mosca continua a rafforzarsi, sottolineando il valore strategico dell’alleanza tra i due Paesi.