
In aumento cereali, carne e latticini. L’ONU avverte: “Cresce l’incertezza commerciale dovuta a dazi e fluttuazioni valutarie”I prezzi globali dei prodotti alimentari hanno raggiunto ad aprile il livello più alto degli ultimi due anni, accendendo i riflettori su una possibile inversione di tendenza per l’inflazione alimentare, dopo mesi di relativa stabilità. Lo ha annunciato oggi l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), segnalando una nuova fase di turbolenza per i mercati agricoli internazionali.
L’indice dei prezzi alimentari della FAO – che misura mensilmente le variazioni dei prezzi internazionali delle principali materie prime alimentari – è salito dell’1% rispetto a marzo, attestandosi a 128,3 punti, contro i 127,1 del mese precedente. Rispetto ad aprile 2024, l’aumento è ancora più marcato: +7,6% su base annua.
Secondo la FAO, la crescita è stata spinta soprattutto dai rincari di cereali, carne e latticini, tre delle voci fondamentali per la sicurezza alimentare globale. Sebbene i livelli attuali rimangano inferiori al picco raggiunto nel 2022, quando i mercati globali erano stati scossi dalla guerra in Ucraina e dagli shock energetici, l’andamento di aprile segnala un’inversione di tendenza che potrebbe pesare direttamente sui consumatori.
Effetto dazi e valute: “Sale l’incertezza sul commercio globale”
A incidere sull’aumento dei prezzi, spiega la FAO, è stata anche una maggiore instabilità legata a dazi doganali e fluttuazioni valutarie, che hanno alimentato l’incertezza tra esportatori e importatori. “Gli adeguamenti delle politiche commerciali – ha dichiarato l’organizzazione – hanno reso più imprevedibile il mercato, riducendo la fiducia degli operatori internazionali”.
Gli analisti evidenziano come in diversi paesi emergenti siano aumentate le tariffe sulle esportazioni di prodotti agricoli per tutelare i mercati interni, mentre le variazioni dei tassi di cambio hanno influito negativamente sui prezzi delle importazioni.
I rischi: un ritorno dell’inflazione alimentare nei supermercati
Il rialzo dell’indice FAO potrebbe tradursi presto in un effetto a catena lungo tutta la filiera alimentare, con possibili aumenti dei prezzi al consumo nei prossimi mesi. “Sebbene ci troviamo ancora lontani dalla crisi del 2022, l’attuale dinamica lascia intendere che i prezzi nei supermercati potrebbero tornare a salire, soprattutto nei paesi più vulnerabili”, sottolineano fonti FAO.
L’agenzia ONU ricorda inoltre che un’ulteriore impennata dei prezzi rischierebbe di compromettere gli sforzi globali per la sicurezza alimentare, aumentando la pressione su famiglie già colpite da rallentamenti economici, instabilità politica e cambiamenti climatici.
Prospettive incerte: il ruolo della politica commerciale
La FAO conclude auspicando una maggiore cooperazione tra governi per garantire mercati agricoli aperti e trasparenti, riducendo le barriere commerciali che rischiano di aggravare le tensioni sui prezzi. “Solo con un sistema multilaterale stabile – avverte – si può evitare che le dinamiche speculative o protezionistiche amplifichino le crisi alimentari”.
Il prossimo rapporto mensile dell’organizzazione sarà atteso con grande attenzione, mentre mercati e consumatori cominciano a interrogarsi su un possibile ritorno della “tempesta perfetta” alimentare che il mondo ha conosciuto nei momenti più critici della pandemia e della guerra in Ucraina.
