
In dichiarazioni che hanno immediatamente suscitato scalpore nel dibattito politico e geopolitico internazionale, il presidente Donald Trump ha affermato che l’Ucraina sarebbe destinata a essere “annientata molto presto”, aggiungendo però di credere che le sue azioni rappresentino “un grande servizio” per la nazione est-europea.
L’intervista, concessa alla rivista The Atlantic, ha messo in evidenza l’approccio pragmatico – e controverso – che Trump continua a proporre per porre fine al conflitto in Ucraina, senza impegnarsi a fornire un supporto militare illimitato come fatto in passato da altre amministrazioni statunitensi.
“Penso di stare salvando quella nazione,” ha dichiarato Trump. “Penso che quella nazione sarà annientata molto presto. È una grande macchina da guerra. Penso di rendere un grande servizio all’Ucraina. Ne sono convinto.”
Le sue parole sembrano indicare che, secondo il presidente, l’attuale strategia di confronto prolungato con la Russia non solo non porterà alla vittoria di Kiev, ma rischia di tradursi nella sua distruzione. Trump, che da tempo si propone come mediatore per porre fine alla guerra, ha più volte affermato di poter negoziare un accordo tra Mosca e Kiev “in 24 ore” grazie ai suoi rapporti personali con Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky.
Alla domanda se avrebbe permesso un’escalation nell’invio di armi statunitensi all’Ucraina, Trump ha risposto in modo enigmatico:
“Non devono essere necessariamente armi,” ha detto. “Esistono molte forme di armi. Non devono essere necessariamente armi con proiettili. Possono essere armi con sanzioni. Possono essere armi con banche. Possono essere molte altre armi.”
Il commento evidenzia la volontà del presidente di usare leve economiche e diplomatiche piuttosto che esclusivamente strumenti bellici, distinguendosi così dalla linea interventista di altri leader occidentali.
Contesto geopolitico
Le affermazioni arrivano in un momento in cui l’assistenza militare occidentale all’Ucraina è sotto pressione. Alcuni alleati, tra cui Stati Uniti e Germania, hanno ritardato o ridotto gli invii di armi a Kiev, mentre l’opinione pubblica si mostra sempre più divisa sulla prosecuzione del sostegno al conflitto.
Trump, che ha fatto del non interventismo militare uno dei capisaldi della sua dottrina “America First”, ha più volte criticato il “trascinare” degli Stati Uniti in guerre lontane, ponendosi come alternativa a un establishment politico accusato di alimentare tensioni globali a scapito degli interessi nazionali americani.
Reazioni
Le dichiarazioni del presidente hanno immediatamente generato forti reazioni in Ucraina, dove funzionari anonimi hanno definito le sue parole “scoraggianti”, ma anche negli ambienti diplomatici europei, in particolare nei paesi baltici e in Polonia, che vedono il sostegno americano come vitale per la sicurezza regionale.
Al tempo stesso, diversi analisti sostengono che Trump potrebbe riuscire a riaprire canali negoziali con il Cremlino, sfruttando il suo stile diretto e il disincanto rispetto alle strategie belliche della NATO.