
Madrid – Il peggior blackout elettrico in Europa da decenni ha colpito duramente la penisola iberica, lasciando al buio milioni di cittadini in Spagna e Portogallo e sollevando serie preoccupazioni sulla tenuta dei sistemi energetici basati quasi esclusivamente su fonti rinnovabili. Le prime ipotesi parlavano di un evento meteorologico estremo, ma nelle ore successive sono emerse versioni ben più inquietanti e plausibili: un’improvvisa caduta della produzione di energia solare potrebbe aver innescato un collasso a catena della rete elettrica nazionale.
Red Eléctrica (RE), gestore della rete spagnola, ha confermato che non si è trattato di un attacco informatico e ha aperto alla possibilità che siano state le fonti rinnovabili, in particolare il solare, a contribuire al guasto. “È plausibile che una perdita improvvisa di produzione da impianti fotovoltaici, che in quel momento coprivano fino al 70% del fabbisogno nazionale, abbia scatenato il blackout”, ha ammesso un portavoce dell’azienda.
Il blackout, avvenuto lunedì, ha lasciato intere città senza energia per quasi tutta la giornata. Ospedali senza acqua a causa del blocco delle pompe elettriche, treni metropolitani fermi nei tunnel con 150.000 persone evacuate, supermercati inaccessibili per mancanza di sistemi di pagamento elettronici e rete telefonica in tilt: le immagini del collasso hanno fatto il giro del mondo. Tuttavia, ciò che preoccupa maggiormente è la mancanza di chiarezza sulle cause effettive dell’interruzione.
Secondo il giornalista energetico di Bloomberg Javier Blas, RE ha segnalato due “eventi” ravvicinati simili a una perdita di generazione, che hanno messo in ginocchio il sistema. Il primo è stato assorbito dalla rete, ma il secondo ha innescato un guasto a cascata, con l’interconnessione con la Francia che è stata automaticamente disattivata per evitare danni più gravi. Per un lungo periodo, la produzione elettrica sull’intera penisola è scesa a zero.
Dietro il collasso, secondo diversi esperti, si nasconde una vulnerabilità strutturale: l’assenza di inerzia elettrica, caratteristica delle centrali convenzionali (a carbone, gas o nucleare), che utilizzano generatori rotanti capaci di stabilizzare la rete. Le fonti rinnovabili come solare ed eolico, invece, non offrono lo stesso tipo di protezione: i pannelli solari non hanno parti mobili e le turbine eoliche generano molta meno inerzia, rendendo l’intero sistema più fragile e suscettibile a fluttuazioni improvvise.
Kathryn Porter, consulente del settore energetico, ha spiegato che la Spagna – come altri paesi europei – ha corso troppo velocemente verso una decarbonizzazione totale, trascurando l’importanza della resilienza di rete. “Gestire un sistema con bassa inerzia sarà una delle sfide principali per il futuro”, aveva già avvertito nel 2022 il gestore del sistema elettrico britannico.
Nonostante RE avesse già messo in guardia i propri azionisti sui rischi crescenti legati alla chiusura delle centrali tradizionali, l’azienda aveva pubblicamente assicurato che “non c’era alcun rischio di blackout”. Le conseguenze di questa promessa non mantenuta si fanno ora sentire in tutta Europa, mentre cresce la pressione politica per rivedere la strategia di transizione energetica.
Nel Regno Unito, dove il governo punta a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, l’episodio spagnolo ha riacceso il dibattito. Il leader populista Nigel Farage ha colto l’occasione per lanciare un monito: “La follia delle emissioni nette zero deve finire. Stiamo diventando troppo dipendenti da un sistema fragile e vulnerabile”.
Mentre i cittadini iberici cercano di riprendersi dai disagi del blackout, l’episodio riapre una questione fondamentale per l’Europa: è possibile una transizione ecologica senza compromettere la sicurezza energetica? La risposta, per ora, sembra tutt’altro che scontata.
Energia rinnovabile in Spagna: numeri chiave
Spagna – Mix energetico (2024):
- Solare fotovoltaico: 25%
- Eolico: 24%
- Idroelettrico: 9%
- Nucleare: 13% (in progressiva dismissione)
- Gas naturale e altre fonti fossili: 29%
Record recente:
Ad aprile 2025, per un’intera settimana la Spagna ha alimentato il 100% della rete nazionale con fonti rinnovabili (per lo più solare ed eolico).
Confronto con altri Paesi europei:
- Germania: 51% da rinnovabili (forte dipendenza dall’eolico)
- Francia: 21% da rinnovabili, ma oltre il 60% da nucleare
- Italia: 42% da rinnovabili
- Regno Unito: 48% da rinnovabili, in crescita
⚠️ Criticità segnalate dagli esperti:
Ritardo nell’adeguamento delle infrastrutture di rete
Bassa inerzia del sistema elettrico (rischio instabilità)
Mancanza di sistemi di accumulo su larga scala
Dipendenza da condizioni meteorologiche favorevoli