
(AGENPARL) – Sat 26 April 2025 LA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO
La Comunità di Sant’Egidio è nata a Roma nel 1968, nello spirito del Concilio Vaticano II. Oggi è
un’associazione pubblica di laici cui partecipano circa 60.000 persone, in Italia e in 70 paesi dei diversi
continenti; molto più largo è il numero di quanti, in modo diverso, collaborano nelle attività di solidarietà ed
aiuto ai più poveri.
Tutte le comunità, ovunque si trovino, condividono la stessa spiritualità e gli stessi fondamenti:
• la preghiera, centro e orientamento della vita della comunità;
• l’amicizia con i poveri, vissuta nello spirito evangelico di una Chiesa di tutti e particolarmente dei poveri;
• l’ecumenismo, vissuto come amicizia, preghiera e ricerca dell’unità tra i cristiani;
• il dialogo, indicato dal Vaticano II come via della pace e della collaborazione tra le religioni, come metodo
per la riconciliazione nei conflitti.
La Comunità di Sant’Egidio è presente a Livorno dal 1989. Dal 1991 svolge attività di assistenza, sostegno e
promozione umana in favore delle persone più deboli, soprattutto nei quartieri del centro cittadino e della
periferia Nord. La partecipazione e il contributo alle attività della Comunità è del tutto volontaria e gratuita.
LA SCUOLA DELLA PACE
Sono 150 i bambini e i ragazzi, provenienti da quindici paesi differenti, che frequentano le Scuole della Pace
nei quartieri di Shangay, Corea, Fiorentina e del Centro cittadino.
L’educazione alla pace, alla convivenza, alla solidarietà comincia nel gruppo, dal rispetto delle idee, della
cultura e della religione degli altri e si concretizza attraverso iniziative di sostegno all’istruzione ed alla cura
di bambini e ragazzi coetanei che vivono nei paesi più poveri.
Il razzismo, le guerre, il divario fra Nord e Sud del mondo, la pace, sono alcune delle tematiche che,
presentate attraverso testimonianze, incontri e rapporti diretti, diventano parte sia della cultura che
dell’esperienza personale dei ragazzi.
I “NUOVI ITALIANI”
Come in tutto il Paese, è cresciuta a Livorno la
presenza di uomini e donne provenienti da
paesi esteri. Sono persone che, nella
maggioranza dei casi, si spendono per una vita
migliore per sé e per le proprie famiglie. Il
percorso di integrazione è lungo, con molti
ostacoli e difficoltà quotidiane.
L’apprendimento della lingua, la conoscenza e
il confronto con la città ospite, in un clima di
amicizia e rispetto, sono aiuti importanti per
sviluppare relazioni efficaci e positive tra
vecchi e nuovi cittadini, percorsi di cittadinanza attiva oltre che di integrazione.
La Scuola di lingua e cultura
italiana è un luogo di studio e di
approdo, un ambito di accoglienza,
di amicizia, di valorizzazione della
cultura di ognuno. Attualmente gli
studenti frequentanti sono 150,
tra adulti e giovani.
GLI ANZIANI
Sono tanti gli anziani che sostengono la Comunità con la loro amicizia e la loro preghiera mentre le cure, la
vicinanza e l’affetto di cui la Comunità circonda gli anziani, li aiuta a rimanere nelle proprie case e quindi a
vivere più a lungo, sicuramente meglio.
Gli anziani di cui la Comunità si prende cura vivono per lo
più nei quartieri di Corea, Shangay e del centro città, ma
sono visitati anche negli istituti di cura e nelle residenze
assistite.
Molti di loro sono soli e con malattie invalidanti, necessitano
di cure mediche e di assistenza pur non potendone
fronteggiare le spese.
Le persone della Comunità li visitano a casa provvedendo
all’igiene quotidiana, alle cure e all’assistenza necessarie,
nella prospettiva del mantenimento e del prolungamento
della loro autosufficienza, della permanenza nel contesto
umano e sociale di appartenenza, anche tenendo vive,
intorno agli anziani, reti di prossimità e di relazione.
Inoltre, gli anziani che, in modi diversi, partecipano
dell’esperienza di sant’Egidio, vogliono o riprendono a
vivere la vecchiaia come un’opportunità per se stessi e per
gli altri, impegnandosi in diverse attività e, in particolare,
nell’aiuto ai detenuti, ai senza fissa dimora, ai ragazzi
profughi, ai bambini.
L’ACCOGLIENZA AI RIFUGIATI
La drammatica situazione di molti paesi del Mediterraneo e la migrazione forzata di migliaia di persone a
causa delle guerre, sono all’origine di una scelta di accoglienza che ha coinvolto negli ultimi anni centinaia di
persone impegnate in un percorso di integrazione fondato sull’apprendimento della lingua italiana, lo
sviluppo di relazioni positive con la città ospite fino alla condivisione di iniziative quotidiane di solidarietà.
I CORRIDOI UMANITARI
I corridoi umanitari sono un progetto pilota, il primo di questo genere in Europa, ideato per evitare la morte
in mare di migliaia di persone, in fuga dalle guerre con imbarcazioni
di fortuna. Il progetto, nato dalla collaborazione tra chiese e
associazioni cristiane, ha coinvolto centinaia di migliaia di persone
nell’aiuto prestato per finanziare e gestire l’accoglienza, il percorso
di integrazione e la socializzazione, premessa indispensabile di un
processo positivo e fruttuoso sia per chi arriva che per la società che
ospita.
Oltre a impedire lo sfruttamento dei trafficanti che fanno affari con
chi fugge dalle guerre, questa straordinaria esperienza di solidarietà
e partecipazione ha consentito specialmente alle persone in
condizioni di vulnerabilità (vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, anziani, malati,
persone con disabilità) un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario, una nuova vita, la
possibilità di ricominciare.
Dall’agosto del 2023, grazie all’esperienza maturata con i corridoi umanitari, è nato il progetto “Corridoi
universitari pisani”, frutto della collaborazione tra la Comunità di Sant’Egidio e l’Università di Pisa.
Il progetto prevede iniziative di foundraising, percorsi di
accoglienza e integrazione, di supporto a quanto già previsto
dall’Ateneo pisano, per sostenere attraverso borse di studio la
formazione universitaria di ragazzi provenienti da paesi esteri in
stato di guerra o di conflitto, oppure da situazioni di grave
violazione dei diritti umani.
AMICI PER STRADA
In questi ultimi anni, a causa del peggioramento delle condizioni economiche e di un indebolimento delle
relazioni interpersonali, sono aumentate le persone cadute in una povertà relativa oppure estrema.
Ogni settimana le persone della Comunità preparano e distribuiscono pacchi alimentari e pasti caldi, sia per
strada che in una mensa serale, a più di 200 persone, tra singoli e nuclei familiari, a basso reddito o senza
fissa dimora, offrendo un aiuto concreto ed un appoggio umano, pieno di attenzione e rispetto, che rompe
l’isolamento e spesso aiuta a risalire dalle difficoltà.
I centri di solidarietà aperti sia nella zona più centrale della
città che in periferia, accolgono una media di 160 nuclei
familiari, per provvedere alle loro necessità, quotidiane o
temporanee.
La distribuzione di pacchi alimentari, di vestiario e beni
primari, si accompagna all’ascolto ed all’orientamento.
Trovare aiuto e a propria volta aiutare nelle tante attività
correlate, dalla sartoria ai piccoli lavori di manutenzione, è
la caratteristica del Centro e del suo modo di operare.
LA CASA DELL’AMICIZIA
La casa dell’amicizia è un luogo di incontro e solidarietà, inaugurato durante la pandemia ma poi da allora
aperto sia nel centro della città che nelle
periferie, per aiutare le persone senza
fissa dimora, le famiglie e i bambini, gli
anziani e i migranti, chiunque avesse
bisogno o si trovasse in difficoltà. Le
attività che vi si svolgono, del tutto
gratuite,
riguardano
il sostegno
alimentare, la distribuzione di vestiario e
generi di prima necessità, corsi di
sostegno solastico, corsi di lingua italiana
e molto altro. Con una caratteristica:
l’amicizia, appunto, nel suo aspetto
solidale e vicendevole. Perchè molti
hanno bisogno di aiuto ma tutti abbiamo
bisogno di aiutare.
IN CARCERE
Il carcere è per eccellenza luogo di emarginazione e di isolamento.
Le situazioni di povertà e di grave disagio sono numerose.
Stare vicino a chi ha ricevuto una condanna vuol dire accompagnare persone che attraversano situazioni di
forte contraddizione umana, fasi difficili della propria vita, spesso pensate come definitive.
I colloqui con i detenuti ed il sostegno alle loro famiglie rappresentano un ponte con l’esterno, offrono la
sicurezza di un’amicizia fedele, animano la speranza di un giorno diverso.
PRANZO DI NATALE
Il giorno di Natale la Comunità promuove pranzi ed occasioni di festa con gli amici di tutto l’anno: i poveri, gli
anziani, i bambini e le loro famiglie, i senza fissa dimora.
Il pranzo di Natale è il segno di un’amicizia che non abbandona e non lascia spazio alla solitudine, una festa
di vicinanza umana e di solidarietà.
In un certo senso il Pranzo di Natale diventa un evento cittadino, mostrando un’immagine di come la città
dovrebbe e può essere: sono centinaia infatti le persone che, a diverso titolo, partecipano alla realizzazione
del pranzo di Natale e altrettante quelle che ne gioiscono. Molti infatti hanno bisogno di aiuto ma tutti
abbiamo bisogno di aiutare, di vivere e realizzare cose grandi e piene di senso.
PER LA PACE
La Comunità è vicina a persone e paesi che hanno sofferto e soffrono per la guerra o per gravi situazioni
politiche di ingiustizia. Attraverso iniziative di solidarietà ed una peculiare “diplomazia dell’amicizia”,
promuove occasioni di dialogo e confronto per la mediazione dei conflitti in corso e la ricomposizione delle
fratture sociali da essi generate.
La Comunità inoltre, organizza ogni anno un “Incontro di
preghiera internazionale per la Pace” con gli esponenti delle
diverse religioni mondiali, nello spirito della giornata di
preghiera del 27 ottobre 1986, voluta ad Assisi da Papa
Giovanni Paolo II.
Questo appuntamento, ecumenico e interreligioso, ha assunto
risonanza internazionale; ogni sua edizione si accompagna ad
iniziative concrete per l’amicizia e la riconciliazione tra i
popoli.
La pace inoltre, è un tema su cui tutte le comunità lavorano durante l’anno, a cominciare dallo scenario
cittadino, come educazione alla pace e alla solidarietà nelle scuole, ma anche nelle tante situazioni di
“conflitto” tra le diverse componenti della popolazione o nelle diverse tipologie di relazioni, offrendo una
“mediazione” attenta, autorevole e risolutiva dei problemi che sono causa scatenante delle difficoltà.
A Livorno, la Comunità promuove ogni anno la “Giornata
cittadina per la pace”, istituita in ricordo dei bombardamenti
che il 28 maggio 1943 distrussero la città.
La memoria della guerra è divenuta negli anni occasione di
incontro e confronto sui grandi temi della giustizia e della
pace; ne sono nati interventi e progetti di cooperazione
internazionale, adozioni a distanza, proficui rapporti e
collaborazioni per la promozione dei diritti e della dignità
della persona, tra istituzioni e cittadini, tra le giovani
generazioni e gli anziani.
Partecipano alla Giornata, personalità riconosciute a livello
internazionale per il proprio lavoro di mediazione o di aiuto umanitario in situazione di conflitto.
MEDI’
Medì è una rassegna annuale di incontri, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio per lo sviluppo delle
relazioni tra le città del Mediterraneo; l’intento è quello di aprire uno spazio di dialogo in questo singolare
angolo del mondo, considerando i rivolgimenti in atto.
Livorno, città-porto, storicamente senza mura e senza ghetto, è sembrata la sede opportuna per aprire uno
spazio libero di confronto, un ambito di dialogo con le società civili, le fedi religiose, le persone del
Mediterraneo
Il focus dei convegni sono le Città, poiché esse appaiono, nell’era della globalizzazione e con la crisi degli
Stati-Nazione, un soggetto importante e un attore decisivo.
Le città del Mediterraneo poi, raccolgono da sempre, a causa della loro collocazione, le speranze di vita e di
futuro che arrivano sulle loro coste da almeno tre continenti.
Dal 2014, Medì raccoglie ogni anno un ampio pubblico, a testimonianza dell’interesse suscitato dal connubio
locale‐globale e dal binomio città‐società civile. Infatti, sono chiamati a rappresentare le Città, non tanto
responsabili istituzionali o specialisti, quanto piuttosto persone che le amano e che, da angolature ed
esperienze diverse, guardano alla convivenza e al pluralismo come la proposta tipica della cultura
mediterranea
Oggi però, i movimenti migratori, la corsa alla conquista delle risorse energetiche, la crescita dei conflitti,
sfidano le città mediterranee nella consuetudine di prossimità con “l’altro”, la cultura della pace e della
giustizia, il futuro di coabitazione dei suoi abitanti
Ma le città vogliono vivere. Così, da tutto il Mediterraneo, ogni anno, le città si riuniscono a Livorno, a
dispetto delle ondate divisive che le investono. Questi incontri vogliono ascoltare la loro voce. E fugare con
l’amicizia, armi e fantasmi dell’inimicizia.