
(AGENPARL) – Sat 19 April 2025 *Violenza di genere all’arbitra, Diomedi (M5S): “L’ennesimo episodio
vergognoso, maturato vicino a noi, ci fa capire che le fiaccolate non
bastano e che siamo violenti”*
Il mondo del calcio giovanile ternano è scosso da un grave episodio di
violenza di genere e minacce. Al termine della partita Sangemini-Sporting
Terni, disputata il 13 aprile e valida per il campionato Allievi Under 17
provinciale, un dirigente accompagnatore dello Sporting Terni, è stato
squalificato fino al 31 dicembre 2028 a seguito di gravi offese e minacce
rivolte all’arbitra, una ragazza di 17 anni.
Il referto del giudice sportivo riporta dettagli inquietanti sull’accaduto.
Si legge che, durante l’intervallo tra il primo e il secondo tempo, il
dirigente avrebbe fatto irruzione nello spogliatoio arbitrale, contestando
con veemenza l’operato della direttrice di gara e registrando di nascosto
la conversazione con il proprio telefono cellulare. Una volta interrotta la
registrazione, le parole proferite dal dirigente dello Sporting Terni hanno
raggiunto livelli di inaudita gravità e violenza. Secondo quanto riportato
nel referto, avrebbe detto all’arbitro: «Eri da ammazzare da piccola.
Dovresti fare la fine di Ilaria. A sto punto sarebbe da tirare fuori un
coltello».
La squalifica inflitta dal giudice sportivo testimonia la gravità del
comportamento del dirigente ma non basta. Bisogna sviluppare poi un
ragionamento che va oltre il singolo episodio. Di fronte a questo scenario,
è imprescindibile agire in modo preventivo e strutturato, investendo in
percorsi educativi rivolti non solo alle nuove generazioni. Risulta
fondamentale introdurre non solo nelle scuole ma anche nel mondo dello
sport, momenti di confronto e formazione su educazione al consenso, parità
di genere, rispetto reciproco e decostruzione degli stereotipi, a partire
già dalla scuola primaria e con continuità fino alle scuole secondarie e
dalle prime esperienze sportive. È altrettanto importante sottolineare che
tali percorsi devono essere affidati a figure competenti e formate, come le
operatrici dei Centri Antiviolenza e le attiviste delle realtà femministe
che da anni lavorano sul campo.
Solo chi possiede strumenti adeguati di lettura del fenomeno può
accompagnare ragazze e ragazzi in un processo di consapevolezza critica e
di trasformazione culturale. Chiedo al Comune di San Gemini di affrontare
la questione della violenza di genere attraverso un impegno sistematico e
continuativo, fondato su un approccio di genere e su una lettura
approfondita delle dinamiche culturali e sociali che ne sono alla base. Non
basta presentare una mozione, serve intervenire in maniera netta e costante.
*Diego Diomedi, consigliere comunale di minoranza di San Gemini *
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