
(AGENPARL) – Fri 18 April 2025 supernova
30 aprile – 4 maggio 2025
Progetto per le arti performative
a Rimini
a cura di Motus
con la collaborazione di Santarcangelo dei Teatri e Comune di Riminie con il sostegno della Regione Emilia-Romagna
Conferenza stampa – 18 aprile 2024Ala moderna del Museo della Città – Rimini
relatori
Michele Lari | Assessore allo sport e alla cultura di Rimini
Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande (Motus) | Direzione Artistica
Paola Granato | Collaborazione alla Direzione Artistica
Roberto Naccari | Direzione Generale Santarcangelo dei Teatri
Francesco Montanari e Francesca Morello R.Y.F. | responsabili del progetto “È STATO IERI!” con l* student* del Liceo Classico G. Cesare – M. Valgimigli di Rimini
coordina Laura Gemini | Università di Urbino Carlo Bo
Dal 30 aprile al 4 maggio torna a Rimini supernova, la terza edizione della rassegna di arti performative realizzata in collaborazione con l’Associazione Santarcangelo dei Teatri e il Comune di Rimini e con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.
Il progetto per le arti performative, a cura di Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande (Motus) con Paola Granato, muove il suo pensiero partendo dall’indagine dell’attualità, del nostro presente
socio-politico, della fragilità che ci sommerge e da cui osserviamo panorami strani e inquietanti.
In un’era sempre più oscura, tra guerre e nuovi fascismi, i gesti artistici ospitati nel programma di supernova indagano le inquietudini del presente, non tanto per cercare conferme sulla catastrofe in atto, ma per continuare a porre domande, moltiplicare le prospettive e scardinare gli stereotipi eurocentrici che confondono la nostra visione. “Se l’indefinibile, il weird, è l’esperienza del cambiamento, dobbiamo documentare il cambiamento mentre si dipana e farlo brillare nelle tenebre, renderlo così abbagliante e fastidioso da ricacciare gli oligarchi guerrafondai al potere nei propri nascondigli anecoici e lì guardarli smaterializzare, sparire. Rovesciare la visione e mettersi dal punto di vista del pipistrello”.
(Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande).
L’edizione 2025 di supernova si fa portavoce di questa prospettiva weird and eerie, cara al filosofo Mark Fisher, (“The weird and the eerie. Lo strano e l’inquietante nel mondo contemporaneo”, Mark Fisher, minimum fax, 2017) per intessere le linee drammaturgiche che tengono insieme tutte le opere, in maniera fluida e cercando una continua commistione fra i linguaggi.
supernova fin dalla sua prima edizione ha posto grande attenzione alla città come luogo composito e abitato da comunità diverse, in quest’ottica si sono innescati nuovi dialoghi e rinsaldate collaborazioni esistenti con realtà cittadine di particolare interesse e rilievo. Inoltre, in un luogo come Rimini, caratterizzato da una forte identità culturale e turistica una rassegna come supernova contribuisce ad aggiungere all’immagine consolidata della città il valore di polo di attrazione per l’arte contemporanea. Nell’edizione 2025 di supernova si rafforza il desiderio di esplorare spazi significanti nell’immaginario della cittadinanza abitando per intere giornate della rassegna luoghi inediti.
“Nel 2023 siamo partiti raccogliendo quella che poteva apparire come una sfida e cioè avviare un progetto culturale contemporaneo su scala triennale che sapesse ‘esplodere’ nella città, moltiplicandosi tanto negli spazi quanto nelle relazioni e nelle collaborazioni – commenta l’assessore alla Cultura del Comune di Rimini Michele Lari – Un progetto nato dall’incontro con due eccellenze internazionali come Motus e Santarcangelo dei Teatri, che da sempre si distinguono per quella capacità di saper indagare la realtà del quotidiano scostandosi dalle prospettive più ovvie, percorrendo strade meno battute, senza paura di esporsi anche qualche rischio. Questa collaborazione ha dato e sono convinto potrà dare ancora nuovi stimoli ad un territorio che ha scelto di riprogettare il suo futuro anche attraverso la cultura, l’arte e la creatività. Non a caso sia Rimini sia Santarcangelo sono impegnate in questi mesi in un lavoro di approfondimento e pianificazione delle politiche culturali, consapevoli del valore sociale oltre che economico che esse hanno per la crescita delle proprie comunità. Arrivata alla terza edizione, Supernova sprigiona la sua energia in sintonia con una città che non si accontenta di restare a guardare e che non si sottrae al confronto”.
supernova inaugura il 30 aprile all’Arena Francesca da Rimini con una rilettura de Le Troiane dal titolo È stato ieri. Questo è ciò che chiamate vincere la guerra?, in scena studentesse e studenti del Liceo Classico Giulio Cesare di Rimini, guidate da Francesco Montanari e Francesca Morello | R.Y.F.
Il risultato di un anno di lavoro nell’ambito del progetto Arte da Parte, un incontro con i cittadini e le cittadine più giovani impegnate* in un percorso all’interno delle arti sceniche, una collaborazione tra supernova e il Liceo Classico Giulio Cesare per aprire la rassegna a un nuovo confronto generazionale.
La prima serata di supernova si svolge all’interno del Teatro Galli, utilizzato, come nelle scorse edizioni, in maniera esplosa e in tutti i suoi spazi. Quest’anno, per la prima volta, l’Area Archeologica del Teatro Galli accoglierà la performance À la Recherche du temps perdu di Est Roman Coulon (in replica il 1° maggio all’Ala Nuova del Museo della Città e di nuovo il 2 maggio all’Area Archeologica del Teatro Galli). Una performance per una persona alla volta, che riflette sul tempo attraverso la pratica di copiare a mano il celebre romanzo in sette volumi di Marcel Proust, un gesto intimo e ripetitivo, un oggetto custode della memoria dei luoghi dove prende forma giorno dopo giorno.
La Sala Ressi ospiterà Paola Stella Minni / cie Futur Immoral, duo italo-greco composto da Paola Stella Minni e Konstantinos Rizos, che portano per la prima volta in Italia il lavoro site specific Mords Tojours!, performance satellite di una più ampia ricerca sulla figura del veggente nella tragedia greca, nel loro stile coreografico che fonde linguaggi e segni, e mette in discussione i confini della danza.
In prima serata, il palco del Teatro Galli è pronto ad accogliere in prima europea Vampyr di Manuela Infante. Il vampiro come allegoria dell’idea di un mondo del lavoro votato allo sfruttamento, che costringe chi fa parte del sistema a “succhiare” energia e tempo per sopravvivere: un’opera che risuona fin troppo con l’avvento della nuova e oscena “era trumpiana”, che pare materializzare le visioni apocalittiche del cinema horror e della letteratura distopica. Vampyr, infatti, si appropria del mito del vampiro per proporre una mitologia immaginata: quella di un vampiro sudamericano, una creatura testarda che cambia forma e che si rifiuta di obbedire al mandato della divisione natura/cultura. L’opera stabilisce un dialogo critico e ironico tra l’immaginario del vampiro europeo e la realtà del pipistrello ematofago cileno, una specie che muore in gran numero a causa delle turbine eoliche, ponendosi anche in una prospettiva critica sul neocolonialismo verde. Lo spettacolo sarà seguito da un dialogo fra la studiosa Nina Ferrante e la regista Manuela Infante.
Per celebrare la giornata del 1° maggio supernova si sposta all’Ala Nuova del Museo della Città, con un programma che vedrà il susseguirsi di lavori performativi con un andamento fluido, all’insegna della convivialità e lo stare insieme, un’occasione per il pubblico di visitare Future in the past la mostra sui 35 anni dell’Archivio Motus, introdotta da una performance di Silvia Calderoni. L’artista, che collabora con Motus dal 2006, abiterà lo spazio espositivo inscenando un reading “dadaista e furioso”, dalla drammaturgia caleidoscopica: un viaggio nel tempo e nello spazio, tramite il reenactment di frammenti dai tanti copioni e quaderni di regia esposti, come se scivolasse sui suoi pattini a rotelle o fosse alla guida dell’auto di Pasolini, esposta nel giardino del museo.
Altre protagoniste della giornata le performance: Tarots of Algorithms di Mara Oscar Cassiani, un rito e un’esperienza collettiva che fonde i regni digitali e fisici, esplorando il modo in cui gli algoritmi solitamente utilizzati per dare forma ai contenuti e alle interazioni online, possano essere riutilizzati come momenti rituali per creare spazi di riflessione e connessione condivisi; in prima nazionale Down to Under opera di Despina Sanida Crezia che abita gli spazi del Museo e indaga le coreopolitiche nello spazio urbano. I corpi sulla scena mettono in atto fisicità e gesti che appaiono nelle sottoculture musicali underground urbane, come hip-hop/rap, emo, noise, hardcore e punk, esplorando forme di disobbedienza sociale attraverso il movimento e il suono; prima volta in Europa per la performance REVELATIONS OF DIVINE LOVE realizzata per gli spazi dell’Ala Nuova del Museo della Città dal collettivo italo-giappo-taiwanese VVXXII/MEUKO!MEUKO!/CITYOFBROKENDOLLS che esplora la sottocultura giapponese, il LLARP, il BDSM, e l’immagine della donna in Asia, prendendo come punto di riferimento Elvia Wilk nel suo Death by landscape, Laura Tripaldi sull’intelligenza dei materiali e Ilya Prigogine sui processi irreversibili. A chiudere la serata Multitudo di _2alaska, progetto performativo di Klaus Miser e Samantha Cavicchi, un lavoro al confine tra reading e performance musicale che pone al centro la paura, il terrore della malattia, la vulnerabilità più nuda che abita le nostre esistenze.
Il 2 maggio supernova inizia la serata presso un altro dei teatri della città, il Teatro degli Atti, che accoglierà in prima nazionale Tirannosauro di Filippo Quezel, un racconto familiare, fatto di legami con la tossicodipendenza e attraversato da una serie di lettere. Le parole scritte dal padre, ospite della comunità di San Patrignano, a suo figlio adolescente formano un fossile gigante, con cui giocare e avere la possibilità di riscrivere quei fogli perduti per completare un dialogo analogico in via d’estinzione.
Si torna poi al Teatro Galli per Quello che non c’è di Giulia Scotti, una ricerca sul non detto, le storie non raccontate all’interno del suo nucleo familiare, i ricordi personali e la potenza della scoperta.
Chiude la serata la piattaforma svizzero/franco/italiana per la ricerca teatrale Schoß Company con Personne ne ramasse ma langue, un’incantazione a due voci in cui i corpi delle performer, Chloé Bieri e Lisa Tatin, diventano manifesto vivente di una poesia incarnata. Muovendosi tra il pubblico, i corpi e le voci si affermano come spazio di resistenza, spezzando i perimetri prestabiliti e invitando a una profonda riflessione sulle oppressioni sistemiche. Uno spettacolo-concerto a due voci attraverso testi di autrici quali Lisette Lombé, Laura Vazquez, Stéphanie Vovor, Cécile Coulon e Kae Tempest.