
In seguito all’articolo pubblicato oggi, emergono nuove e significative riflessioni sulla complessa situazione del Rito Scozzese Antico ed Accettato (R.S.A.A.) per la giurisdizione massonica d’Italia, alla luce sia del contesto giuridico interno che dei riconoscimenti massonici internazionali.
La legittimità riconosciuta dalla Cassazione
Il primo elemento da chiarire è l’esistenza di un solo Rito Scozzese Antico ed Accettato regolare e legittimo secondo l’ordinamento giuridico italiano, ovvero quello che discende dalla riunificazione del 2012. Tale riunificazione ha coinvolto:
- il R.S.A.A. per la Giurisdizione Massonica Italiana – 1805, legittimato dalla sentenza n. 6725/1988 della Corte di Cassazione, e
- il Rito interno al Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, che per anni ha operato parallelamente.
Questa convergenza ha dato vita a un’unica entità giuridica con sede legale in Roma, Piazza del Gesù 47, la quale si configura come titolare unico del patrimonio rituale, simbolico e storico del Rito Scozzese regolare in Italia.
Il riconoscimento internazionale: secondo pilastro della regolarità
A sancire ulteriormente questa posizione è il riconoscimento ufficiale da parte del Supremo Consiglio Madre del R.S.A.A. degli Stati Uniti, ossia l’autorità massonica originaria e universalmente accettata. Questo riconoscimento, insieme a quello delle principali potenze rituali internazionali, verrà rinnovato formalmente il 7 maggio prossimo nel corso di una sessione internazionale.
Questo aspetto è cruciale, poiché la legittimità di un Supremo Consiglio massonico non può fondarsi unicamente su una struttura giuridica nazionale, ma necessita di una filiazione regolare riconosciuta da potenze madri che garantisca la continuità iniziatica e rituale.
L’incognita dopo Rimini: quale base per la regolarità?
La recente riunione del Grande Oriente d’Italia a Rimini, nella quale sarebbe stato formalmente disconosciuto il Rito Scozzese Antico ed Accettato sino ad allora ospitato, ha creato un vuoto potenzialmente destabilizzante.
La regolarità internazionale, infatti, impone che un Supremo Consiglio sia fondato su una base iniziatica costituita da un Ordine regolare. Se il GOI ha deciso di recedere da tale rapporto, il R.S.A.A. con sede in Piazza del Gesù dovrà individuare un nuovo Ordine legittimo come propria base istituzionale. Secondo quanto risulta a questa redazione, sarebbero in fase avanzata i contatti con la Gran Loggia Regolare d’Italia (G.L.R.I.), unico altro soggetto riconosciuto internazionalmente nel panorama italiano.
Il “nuovo” Rito del GOI: legittimo ma non regolare
Resta da chiarire la posizione del Rito Scozzese recentemente costituito dal Grande Oriente d’Italia. In virtù della sentenza della Corte di Cassazione n. 9496/2002, chiunque può utilizzare denominazioni, simboli e ritualità ispirate alla tradizione del Rito Scozzese, in quanto elementi di carattere universale non soggetti a proprietà esclusiva. Tuttavia, ciò non comporta il riconoscimento né la regolarità del nuovo Rito agli occhi della giurisprudenza iniziatica internazionale.
In questo senso, il Rito “GOI-style” può operare sotto la denominazione “scozzese antico ed accettato”, ma non può essere ritenuto regolare né legittimo in senso pieno, al pari di altri corpi rituali “spurî” che proliferano in Italia, spesso privi di una trasmissione riconosciuta o di una base rituale convalidata da potenze madri.
La situazione del R.S.A.A. in Italia si gioca su due livelli paralleli: quello giuridico-istituzionale, che riconosce la legittimità della compagine riunificata del 2012, e quello iniziatico-internazionale, che esige la permanenza di un legame con un Ordine regolare. Il futuro assetto dipenderà dall’esito delle trattative in corso e dalla capacità delle varie componenti di coniugare legalità formale e legittimità simbolica, elementi imprescindibili per chiunque si richiami seriamente alla Tradizione scozzese.