
Le relazioni già tese tra Algeria e Francia sono precipitate in una nuova crisi diplomatica. Lunedì, l’Algeria ha ordinato a 12 funzionari dell’ambasciata francese di lasciare il Paese entro 48 ore, un provvedimento che il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha definito “ingiustificato”. La Francia ha sollecitato un’inversione di rotta, avvertendo che in caso contrario risponderà immediatamente.
Secondo fonti francesi, la decisione di Algeri sarebbe legata all’arresto di tre cittadini algerini in Francia sospettati di reati gravi. Tuttavia, l’episodio che ha scatenato la tensione sembra avere radici ancora più profonde: sabato, il governo algerino ha convocato l’ambasciatore francese a causa dell’arresto di un funzionario consolare algerino a Parigi.
Il diplomatico algerino è stato arrestato senza preavviso su una strada pubblica a Créteil, sobborgo parigino, nell’ambito di un’inchiesta su un presunto tentativo di rapimento dell’influencer Amir Boukhors, noto sui social come “Amir DZ”, da tempo critico nei confronti del governo di Algeri e residente in Francia.
Il Ministero degli Esteri algerino ha denunciato la violazione dell’immunità diplomatica e ha condannato l’arresto come “politicamente motivato e senza precedenti”. Secondo Algeri, l’unico elemento su cui si basa l’inchiesta è il fatto che il telefono del diplomatico sia stato localizzato nei pressi dell’abitazione di Boukhors, un’accusa definita “una scusa insipida”.
L’Algeria ha chiesto l’immediato rilascio del diplomatico, avvertendo che il caso potrebbe “danneggiare gravemente le relazioni bilaterali”. Ha anche accusato Parigi di ignorare le richieste di estradizione di Boukhors, descritto come “un noto criminale”.
“Le nostre contromisure mirano a difendere i diritti dei nostri rappresentanti e a far rispettare gli accordi internazionali”, ha dichiarato un portavoce del Ministero.
Dal canto suo, il ministro Barrot ha ricordato che appena la scorsa settimana era stata annunciata la ripresa dei meccanismi di cooperazione tra i due Paesi, auspicando che Algeri “abbandoni le misure di espulsione” e rientri in un percorso di dialogo.
“Le espulsioni non hanno alcun legame con i procedimenti giudiziari in corso. Sono un grave errore politico”, ha detto Barrot, sottolineando che “la Francia non resterà inerte”.
L’espulsione dei diplomatici rischia di compromettere gli sforzi recenti per ricucire i rapporti, soprattutto dopo il colloquio telefonico tra i presidenti Emmanuel Macron e Abdelmadjid Tebboune, che aveva rilanciato la cooperazione dopo mesi di gelo dovuti al sostegno francese al piano marocchino sull’autonomia del Sahara Occidentale.
Ma ora la crisi sembra destinata ad aggravarsi, con ripercussioni non solo diplomatiche, ma anche economiche e culturali, in un momento particolarmente delicato per il Mediterraneo e l’area del Maghreb.
