
(AGENPARL) – Mon 14 April 2025 TORRE GUACETO: AL VIA I LAVORI PER IL RIUSO IN AGRICOLTURA DELLE ACQUE REFLUE
Assessora Triggiani: “Un impianto strategico esempio di economia circolare”
Al via i lavori per la realizzazione dell’impianto che permetterà di utilizzare i reflui provenienti dal depuratore consortile di Carovigno per l’irrigazione dei campi coltivati dell’area protetta. Il progetto del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto farà bene alla natura e agli agricoltori.
“Questo nuovo impianto strategico – ha dichiarato l’assessora all’Ambiente della Regione Puglia, Serena Triggiani -, darà un apporto concreto tanto alla tutela della Riserva di Torre Guaceto quanto al settore agricolo. Stiamo patendo le conseguenze dei cambiamenti climatici con una conclamata riduzione di disponibilità idrica in Puglia che mette a dura prova settori strategici come l’agricoltura e che cambia assetto e paesaggio dei nostri territori. La crisi climatica in atto incide difatti severamente sull’ambiente, sull’economia e sul sistema sociale. Il Piano di riuso delle acque reflue in agricoltura, pertanto, risponderà alla necessità di proteggere questo scrigno di biodiversità apprezzato molto anche all’estero. È lo strumento più idoneo per pensare alla riduzione dello sfruttamento delle risorse naturali come l’acqua, in un’ottica di economia circolare, ma anche per mettere a punto politiche concrete utili a fronteggiare gli effetti della crisi climatica. Il progetto realizzato al depuratore consortile di Carovigno contribuirà anche a ridurre lo sfruttamento delle acque sotterranee proteggendole di fatti dalla progressiva salinizzazione che rischia di desertificare i suoli e danneggiare il comparto agricolo”.
“Dopo tanto lavoro ed un costante e corale impegno istituzionale, oggi vediamo l’avvio di un progetto strutturale di valenza epocale che ci permetterà di tutelare radicalmente la nostra Torre Guaceto – ha dichiarato il presidente del Consorzio di Gestione dell’area protetta, Rocky Malatesta -, senza limitazioni per nessuno, al contrario, sostenendo in maniera tangibile gli attori del mondo agricolo che operano all’interno della nostra riserva. Ringraziamo per questo straordinario traguardo raggiunto la dirigenza di Acquedotto pugliese, gli assessorati regionali all’Ambiente, all’Agricoltura e anche l’Autorità di gestione della Regione Puglia, per aver consentito di compiere l’ultimo decisivo passo prima dell’affidamento dei lavori”.
“Siamo orgogliosi di questa collaborazione con il Consorzio di gestione della Riserva naturale di Torre Guaceto – ha affermato la direttrice di AQP, Francesca Portincasa -, Il riutilizzo delle acque affinate provenienti dal depuratore di Carovigno per l’irrigazione dei suoli agricoli in un’area così particolare dal punto di vista ambientale, rappresenta un significativo passo in avanti nella tutela e valorizzazione della risorsa idrica, ogni giorno più preziosa, e nel caso specifico un’adeguata soluzione contro lo stress a cui è sottoposta la falda acquifera oltre che un’ulteriore impulso alla promozione delle varietà naturali del territorio. Questa sinergia tra AQP e Riserva di Torre Guaceto è un mirabile esempio di economia circolare, da potenziare ed estendere in ogni possibile contesto, perché rappresenta la nuova frontiera nella difficile partita contro gli effetti negativi del cambiamento climatico”.
Il progetto
Redatto dall’Ente Parco e finanziato dalla Regione Puglia, il piano prevede la realizzazione di una vasca di accumulo delle acque reflue e di un impianto di distribuzione che si estenderà per circa 17,5 chilometri. La vasca sarà collegata al sistema di affinamento già realizzato da AQP, nell’ambito della struttura consortile di Carovigno per la depurazione dei reflui, e sarà attivato nell’ambito della messa in funzione dell’impianto per il riuso. I lavori si concluderanno entro l’ottobre 2025.
Il massiccio utilizzo delle acque di falda per l’irrigazione dei campi agricoli della riserva mediante pozzi ha provocato una diminuzione dell’acqua dolce sotterranea e conseguente aumento della salinità della stessa. L’impennata del cuneo salino sta danneggiando la salute degli habitat naturali, sottraendo risorse alla fauna selvatica e minacciando la biodiversità. L’effetto positivo del progetto. Il reimpiego della risorsa idrica affinata produce il beneficio ambientale legato al non scarico delle acque trattate, e, soprattutto, consente di limitare l’eccessivo stress della falda acquifera.
Ad oggi sono ben 22 i pozzi attivi nella riserva (l’area protetta terrestre si estende per circa 1.114 ettari dei quali circa il 70 percento è occupato da terreni agricoli) che, con la realizzazione degli interventi in progetto, verrebbero impiegati solo in parte e o per eventuali irrigazioni di soccorso.
Il riuso permetterà quindi di: ridurre la quantità degli scarichi di reflui a mare, aumentando così la qualità dell’ambiente marino-costiero e lo sviluppo di flora e fauna; con la riduzione degli emungimenti dalla falda, questa avrà modo di ricaricarsi naturalmente di acqua dolce, verrà limitata l’intrusione salina provocata dall’utilizzo dei pozzi, si metterà un freno al fenomeno di sodicizzazione dei terreni provocato dall’emungimento.
La tecnologia al servizio della natura
Contestualmente prenderà forma il progetto Universwater, finanziato nell’ambito del programma Horizon dell’Unione Europea, che ha come partner l’Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR-IRSA, il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, due imprese ad elevato contenuto tecnologico quali Sys-Man e Planetek e AQP, che punta allo sviluppo di una piattaforma tecnologica per il supporto alla gestione delle risorse idriche in agricoltura, da validare in 3 casi-studio a scala reale, di cui uno in Italia: a Torre Guaceto.
Nell’area protetta, Universwater è focalizzato sulla mitigazione del rischio di salinizzazione mediante l’utilizzo integrato di acque convenzionali di falda e acque reflue depurate, e sulla protezione della riserva dagli inquinanti potenzialmente connessi alle attività agricole. Nel corso delle attività saranno monitorati gli effetti dell’utilizzo di acque reflue affinate provenienti dall’impianto di depurazione su suolo e colture (vite da vino, olivo, colture orticole) e sull’ambiente circostante.