
Il Grande Oriente d’Italia (GOI) è la principale obbedienza massonica presente sul territorio nazionale. Accanto alla sua funzione esoterica e culturale, il GOI gestisce anche un importante patrimonio immobiliare, che, secondo stime ufficiose, ammonterebbe a circa 240 milioni di euro.
Tuttavia, i dati ufficiali disponibili non restituiscono un quadro così ampio mentre sollevano alcuni interrogativi legittimi, soprattutto in un’ottica di trasparenza e corretta gestione delle risorse da parte di un’organizzazione che, sebbene privata, rivendica valori di etica, integrità e responsabilità.
Le domande ancora aperte
In particolare, ci si chiede:
- Come vengono scelte le imprese per i lavori di ristrutturazione degli immobili GOI?
Esistono procedure di gara d’appalto, o i lavori sono affidati direttamente? E se sì, su quali criteri? - Quante aziende hanno preso parte alle ristrutturazioni negli ultimi dieci anni?
Si è trattato di un monopolio di fatto o di una reale rotazione tra più imprese? È disponibile un elenco pubblico dei contraenti? - I prezzi applicati per le ristrutturazioni corrispondono ai valori di mercato?
Sono disponibili preventivi, perizie o rendiconti tecnici a sostegno delle scelte fatte? - Durante la Gran Loggia annuale, evento assembleare più importante del GOI, si è mai discusso in maniera aperta e documentata della gestione immobiliare?
E se sì, con quale grado di partecipazione e trasparenza nei confronti degli iscritti?
L’importanza della trasparenza
Il tema non è meramente contabile. Riguarda la credibilità di un’organizzazione che, pur mantenendo la sua dimensione iniziatica e riservata, gestisce beni rilevanti, sia dal punto di vista economico, sia da quello culturale e simbolico.
Un maggiore impegno in termini di trasparenza amministrativa, anche nei confronti dei propri affiliati, sarebbe un segnale coerente con gli ideali professati: etica pubblica, responsabilità, e corretto utilizzo delle risorse comuni. Anche perché, al di là dei riti, delle tradizioni e dei simboli, resta fondamentale la fiducia tra i soci (ndr fratelli), fondata – anche – sulla chiarezza nella gestione.