
(AGENPARL) – Tue 08 April 2025 Pubblicato uno studio della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che propone e applica un metodo rivoluzionario per la programmazione di servizi sanitari, che parte dai bisogni dell’utente e non dell’organizzazione che eroga, che è sostenuta da tecnologie digitali, che considera la sostenibilità ambientale e che ha un impatto positivo sull’accesso da parte dei cittadini. L’ambito di applicazione riguarda il multi-screening oncologico nelle aree interne, realizzato mediante un’unità mobile e tecnologie digitali adeguate. L’impatto stimato indica una riduzione delle emissioni di CO₂ superiore al 90%
Dal progetto Proximity Care un nuovo modello per la sanità territoriale, centrato sul cittadino, che utilizza tecnologie digitali e garantisce la sostenibilità sociale ed ambientale
A questo link è possibile scaricare una selezione di foto (fonte Ufficio Stampa Scuola Superiore Sant’Anna): https://we.tl/t-eCXN6iVhNX
PISA, 8 aprile. Servizi a misura dell’utente e non disegnati per la convenienza organizzativa dell’erogatore, che utilizzano tecnologie digitali e permettono di ridurre di oltre il 90% le emissioni di anidride carbonica equivalenti nel territorio di intervento: è quanto emerge da una ricerca del Centro di ricerca interdisciplinare Health Science della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, pubblicata sulla rivista internazionale del gruppo Nature npj Digital Medicine. Lo studio riguarda l’implementazione di un nuovo modello di svolgimento degli screening oncologici, sperimentato nell’ambito del progetto Proximity Care nelle aree interne della Valle del Serchio, dove i cittadini hanno potuto effettuare vicino al proprio domicilio, in un unico appuntamento, tutti e tre gli screening oncologici in un camper adeguatamente progettato e realizzato. Grazie all’unità mobile, al sistema di digital medicine e alla collaborazione con gli attori del territorio, il nuovo sistema ha dimostrato da un lato i benefici per la popolazione in termini di accessibilità ai servizi sanitari, con un incremento delle persone che hanno potuto eseguire esami diagnostici di prevenzione in un’unica sessione e vicino casa (modello del multi-screening), dall’altro lato un impatto decisamente significativo sulla sostenibilità ambientale. In particolare, tale riduzione è dovuta agli spostamenti risparmiati da parte dei cittadini e dei caregiver che vivono in aree distanti dai servizi, le cosiddette aree interne.
“Lo studio contribuisce in modo rilevante alla riflessione su come progettare ed erogare servizi sanitari garantendo la sostenibilità ambientale tra gli elementi chiave della loro programmazione, al pari della qualità delle cure, dell’equità di accesso e della sostenibilità economica” dichiara Vera Benedetto, post-doc presso la Scuola Sant’Anna e tra gli autori dello studio
Proxy Screening, il camper della prevenzione oncologica
Proximity Care, progetto realizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna e co-finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, in partnership con l’Azienda USL Toscana Nord Ovest, gli Enti del Terzo Settore operanti nel territorio, i Comuni e la Regione Toscana, nasce con l’obiettivo di sviluppare sperimentazioni volte a modificare drasticamente il paradigma di funzionamento dei servizi sanitari, sociali e socio-sanitari nelle “aree interne” che sempre più spesso sono le ultime toccate dall’innovazione e dove il divario negli esiti e nelle possibilità di accesso tende a ad aumentare rispetto ai grandi centri urbani. In quest’ottica, la linea d’intervento Proxy Screening rappresenta una vera e propria rivoluzione delle tradizionali modalità di programmazione ed esecuzione degli screening oncologici. Nella zona distretto della Valle del Serchio dove si registra la più elevata mortalità per problematiche oncologiche, in collaborazione con l’UOC Screening dell’Azienda Usl Toscana nord ovest e ISPRO, è stata sviluppata una campagna di screening itinerante e progettata un’unità mobile adatta ai territori di intervento per lo svolgimento di più screening in un solo appuntamento. La dotazione di tecnologie digitali all’avanguardia per lo screening oncologico e il coinvolgimento attivo del personale sanitario e del terzo settore del territorio hanno permesso di condurre con successo la sperimentazione. L’unità mobile è stata presente nei diversi comuni dell’area interna della Garfagnana e della Media Valle del Serchio permettendo ai cittadini di effettuare – anche in un unico appuntamento – gli esami per la prevenzione del tumore alla mammella, alla cervice uterina e al colon-retto.
In questo modo, il “camper della prevenzione vicino a casa” ha ridotto le distanze percorse ordinariamente per accedere ai programmi di screening, impattando positivamente sia sulle percentuali di adesione alle attività sia sulla sostenibilità ambientale.
“L’unità mobile è a tutti gli effetti uno strumento per la cura di prossimità…è come avere più ambulatori specializzati in un’unica stanza vicina a casa per una gestione multi-screening con personale qualificato e dedicato alla persona. Il “camper della prevenzione vicino a casa” integra macchine diagnostiche all’avanguardia ed è connessa in tempo reale con i gestionali a livello centrale per lo scambio continuo dei dati.” spiega Gastone Ciuti, professore presso la Scuola Sant’Anna e tra gli autori dello studio.
Digital Health e sostenibilità ambientale per la sanità del futuro
Lo studio evidenzia il potenziale della sanità digitale per allineare la programmazione e l’erogazione dei servizi sanitari agli obiettivi ambientali e sociali, contribuendo al più ampio discorso sullo sviluppo di modelli adeguati alle esigenze contemporanee di sostenibilità e di prossimità al paziente. L’integrazione delle tecnologie sanitarie digitali e il lavoro di programmazione congiunto tra servizi pubblici, enti locali e associazioni del terzo settore risultano elementi di leva utili a trasformare le attuali configurazioni del sistema sanitario. Da una visione erogativa, ad un approccio di programmazione integrata e orientata alla sostenibilità anche ambientale, l’esperienza di Proxy Screening si propone come modello estendibile per la costruzione della sanità del futuro.
Il cambiamento parte dai territori, anche attraverso un’azione di responsabilizzazione degli enti locali e dei cittadini sull’importanza dei programmi di prevenzione.