
(AGENPARL) – Tue 08 April 2025 The interplay between tax and financial regulations in a new digital environment
Il 7 e 8 aprile 2025 si è tenuto presso il centro congressi “Carlo Azeglio Ciampi” della Banca d’Italia, alla presenza della Vice Direttrice Generale Chiara Scotti e del membro del Comitato esecutivo della BCE Piero Cipollone, il convegno dal titolo “The interplay between tax and financial regulations in a new digital environment”, organizzato dalla Banca in collaborazione con il Global Tax Policy Center presso l’Institute for Austrian
and International Taxation dell’Università di Vienna.
L’evento ha esaminato le sfide che la sempre più diffusa adozione di nuove tecnologie digitali nel sistema
finanziario e nell’industria dei pagamenti presenta per i legislatori e per le autorità sul piano regolamentare
e fiscale, e l’adeguatezza dei paradigmi normativi tradizionali al settore Fintech, alla luce del corretto bilanciamento tra la promozione dell’innovazione e il controllo dei rischi.
In apertura della conferenza, la Vice Direttrice Generale Chiara Scotti ha ricordato come, in un panorama
digitale in rapida evoluzione, lo sviluppo di nuovi approcci alla regolamentazione e alla tassazione è fondamentale per accompagnare l’innovazione, salvaguardando al contempo la stabilità e l’integrità finanziaria, il
corretto funzionamento dei mercati e dei sistemi di pagamento, la tutela dei diritti degli individui e il corretto
adempimento degli obblighi fiscali. Ha quindi sottolineato come nella definizione delle regole si debba tenere
conto, oltre che di principi di semplicità, chiarezza, equità, coerenza e della flessibilità necessaria per affrontare i rapidi cambiamenti, anche delle possibili sinergie tra i vari settori regolamentari. Infine, ha ricordato il
ruolo cruciale svolto dalle banche centrali e dalle autorità di regolamentazione nel bilanciare l’innovazione
con servizi finanziari e di pagamento sicuri ed efficienti che sostengano l’economia, fornendo al contempo
un solido ancoraggio ai sistemi fiscali, ed ha richiamato l’impegno della Banca d’Italia in questo contesto.
Piero Cipollone ha illustrato il ruolo delle valute digitali di banca centrale (cd. CBDC), con riferimento al progetto di euro digitale. Egli ha evidenziato come “in un mondo che si digitalizza rapidamente, cambia anche il
modo in cui paghiamo. Ci troviamo di fronte a una situazione in cui il contante e i vantaggi che esso comporta
non sono disponibili per una quota crescente delle transazioni effettuate dai cittadini europei. L’euro digitale
colmerà questa lacuna fornendo mezzo di pagamento digitale che offrirà vantaggi che finora solo il contante
offriva. In primo luogo, sarà gratuito. In secondo luogo, i cittadini europei potranno utilizzarlo in tutta l’area
dell’euro. In terzo luogo, l’euro digitale sarà disponibile anche offline e garantirà la piena riservatezza. E
quarto, sarà pienamente europeo.”.
Rispetto alle sfide regolamentari nell’ambiente digitale, Stefano Siviero, Capo del Dipartimento Pagamenti e
infrastrutture di mercato, ha rimarcato la repentina evoluzione del sistema dei pagamenti determinata dal
settore fintech. A fronte di benefici in termini di possibile riduzione dei costi di transazione, l’ingresso di nuovi
attori, soprattutto di matrice tecnologica, conduce a rinnovate spinte competitive. Attenzione è stata dedicata ai rischi derivanti dalle cd. stablecoin, per la mancanza di coordinamento internazionale nella loro regolamentazione. L’innovazione tecnologica, le nuove tendenze di mercato, l’evoluzione delle preferenze dei
consumatori hanno rappresentato il filo conduttore dei diversi interventi. La regolamentazione finanziaria
dovrebbe assicurare l’uniforme applicazione delle regole, la piena tutela dei consumatori e la stabilità del
mercato dei pagamenti. Nel corso del dibattito, si è evidenziato il ruolo delle Banche centrali nello sviluppo
tecnologico del sistema dei pagamenti, testimoniato anche dalla partecipazione della Banca d’Italia ai recenti
progetti DLT sviluppati con le Banche centrali francese e tedesca.
L’innovazione digitale nei servizi finanziari e di pagamento pone sfide anche ai sistemi fiscali. É stata evidenziata la necessità che la tassazione sia coerente con la regolamentazione, tenendo al contempo conto dei
principi di neutralità, per non distorcere le scelte degli investitori e non creare opportunità di arbitraggio, e
di equità, riconducendo nell’ambito impositivo anche le nuove forme di ricchezza. Sono stati analizzati gli
impatti degli asset e degli strumenti di pagamento digitali sui sistemi di tassazione nei vari paesi. Resta aperta
la questione se i canoni della fiscalità tradizionale si possano estendere alle nuove attività digitali o se sia
necessario individuare modelli nuovi, in grado di meglio intercettare le loro caratteristiche.
Enzo Serata, Direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, ha richiamato l’attività svolta dall’UIF
nel contrasto al riciclaggio tramite cripto-attività. Nell’esaminare il rapporto tra disciplina antiriciclaggio e
fiscalità, ha evidenziato le potenziali sinergie derivanti da una maggiore collaborazione tra autorità, a livello
nazionale e internazionale, nella consapevolezza degli ostacoli normativi e dei vincoli di risorse. Sono stati
enfatizzati i benefici di analisi condivise tra autorità nazionali, anche facendo leva sul ruolo della nuova authority antiriciclaggio europea (AMLA – Authority for Anti-Money Laundering and Countering the Financing of
Terrorism). Sono stati poi presentati i più recenti sviluppi del CARF, il nuovo standard per lo scambio automatico di informazioni su cripto-attività in corso di implementazione, sottolineandone la potenziale rilevanza
anche per finalità extra-fiscali, quali il contrasto a riciclaggio, terrorismo e corruzione.
Rispetto al rapporto tra la tokenizzazione nel settore dei pagamenti e dei servizi finanziari e la compliance
fiscale, è emerso un quadro di luci e ombre, in continua evoluzione. La tecnologia blockchain, quale registro
unico, trasparente e immodificabile, potrebbe essere impiegata dalle Autorità fiscali come strumento ulteriore per monitorare transazioni altrimenti non tracciate. L’uso di smart-contracts consentirebbe di programmare ed automatizzare il calcolo e il pagamento delle imposte. Quanto agli aspetti negativi, si è sottolineato
come l’anonimato che la DLT garantisce ai partecipanti può incentivare l’evasione fiscale, sia con riferimento
ai proventi da cripto-asset (ad esempio il capital gain) sia ai compensi di diversa natura (ad esempio per
prestazioni professionali) erogati in forma digitale.
Rispetto agli strumenti finanziari emessi su DLT i possibili approcci regolatori e amministrativi sono stati considerati dal punto di vista domestico (attraverso la descrizione del modello prescelto dal legislatore italiano
mediante il cd. Decreto Fintech), e in ottica comparata. Sul piano fiscale, si è posto l’accento sulla necessità
di rivedere le modalità di prelievo tradizionali come il cd. “third party tax agent model” a favore di metodologie che tengano conto dei nuovi paradigmi tecnologici.
Giuseppe Siani, Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia, ha affrontato le
sfide che la Decentralized Finance (DeFi) pone per la supervisione in un contesto normativo e tecnologico in
evoluzione, soprattutto in termini di controllo dei rischi, a fronte dell’assenza di intermediari. Sul piano fiscale
vi è il rischio che le nuove soluzioni ibride determinino arbitraggi e doppie imposizioni. La struttura dematerializzata, decentralizzata, permissionless e borderless che caratterizza, in linea teorica, la DeFi, potrebbe determinare seri ostacoli all’identificazione della fonte dei redditi, dei fatti generatori di ricchezza e degli stessi
contribuenti. Le possibili risposte includono l’uso della blockchain analytics e dell’AI per individuare pattern
abusivi, il meccanismo della ritenuta fiscale in tutti i casi in cui esista un intermediario, lo sviluppo di una
cooperazione internazionale ed inter-istituzionale e l’implementazione di un dialogo collaborativo con gli
operatori del settore privato. In chiusura dei lavori è stata ribadita l’importanza di un approccio condiviso e
coerente tra regolamentazione e tassazione per garantire certezza agli operatori e cogliere i benefici della
tecnologia, presidiando adeguatamente i rischi.