
A soli sei settimane dalle elezioni federali, il panorama politico tedesco mostra segnali di forte instabilità e cambiamento. Secondo un recente sondaggio Insa condotto per il quotidiano Bild, il partito populista Alternativa per la Germania (AfD) ha raggiunto un record del 24% di consensi, piazzandosi alla pari con l’Unione formata da CDU e CSU, i vincitori ufficiali delle elezioni.
Il dato è particolarmente significativo: alle elezioni di febbraio, l’Unione aveva ottenuto il 28,5% dei voti, contro il 20,8% dell’AfD. Ciò significa che la CDU/CSU ha perso il sostegno di circa un sesto del proprio elettorato in poche settimane.
«L’Unione sta crollando drammaticamente. Non c’è mai stata una perdita di consensi così grande tra le elezioni federali e la formazione di un governo», ha dichiarato Hermann Binkert, capo dell’istituto Insa.
Il leader della CDU, Friedrich Merz, è finito al centro delle polemiche per aver avviato colloqui di coalizione con il partito socialdemocratico SPD, che era stato chiaramente respinto dagli elettori dopo il controverso governo del cancelliere uscente Olaf Scholz. Attualmente, la SPD è data al 16%, mentre Verdi e Linke (sinistra) si attestano all’11% ciascuno.
Questa scelta ha deluso profondamente l’elettorato conservatore. Merz, che in passato aveva promesso un “muro di protezione” contro l’AfD, si è ritrovato costretto a piegarsi alle richieste della SPD e dei Verdi, pur di formare un governo. Tra le concessioni, ha ritrattato le sue posizioni sull’immigrazione e accettato un pacchetto di spesa da mille miliardi di euro, includendo voci su difesa, infrastrutture e transizione verde — in netto contrasto con la sua immagine di conservatore fiscale.
Secondo Binkert, «molti elettori hanno l’impressione che l’Unione non abbia ancora prevalso nei colloqui di coalizione» e si sentono profondamente delusi da un partito che sembra non rispettare il mandato ricevuto alle urne.
Il risultato è un rafforzamento continuo dell’AfD, che capitalizza il crescente malcontento e si propone come alternativa concreta all’establishment tradizionale.