
Alla cortese attenzione del Governo Italiano, del Ministero della Salute e di tutti i rappresentanti del Parlamento, Noi, cittadine e cittadini italiani, profondamente preoccupati per la tutela della salute e la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN), chiediamo con forza l’approvazione dell’emendamento per l’ampliamento dello screening del tumore al seno, recentemente bocciato, volto ad ampliare i soggetti e le Regioni coinvolte nei programmi di screening per la diagnosi precoce del tumore al seno.
In cosa consiste l’emendamento per l’ampliamento dello screening del tumore al seno?
Questo provvedimento, presentato in sede parlamentare, contiene tre misure fondamentali:
- Estensione della gratuità degli screening mammografici a donne tra i 45 e i 49 anni e tra i 70 e i 74 anni, attualmente escluse dal programma nazionale.
- Finanziamento annuo di 6 milioni di euro destinato al potenziamento della prevenzione oncologica.
- Uniformazione dei programmi regionali di screening, per garantire pari diritti e cure a tutte le donne, da Nord a Sud.
Una bocciatura che penalizza le donne e il Paese
Il rigetto di questo emendamento rappresenta un passo indietro nella tutela della salute femminile e un’occasione sprecata per migliorare l’efficienza e la sostenibilità del sistema sanitario. La prevenzione è un diritto, non un lusso.
Perché è cruciale ampliare lo screening?
L’approvazione dell’emendamento avrebbe permesso a una fetta più ampia della popolazione femminile di accedere gratuitamente a esami salva-vita, contribuendo a:
- Ridurre l’incidenza di tumori in fase avanzata;
- Abbattere i costi sanitari legati a trattamenti oncologici complessi;
- Migliorare la qualità della vita delle pazienti, grazie a diagnosi più tempestive.
Il costo della mancata prevenzione
Un tumore al seno scoperto in fase avanzata comporta trattamenti invasivi (chemioterapia, radioterapia, chirurgia) e costi fino a 50.000€ l’anno per paziente.
I numeri parlano chiaro:
- Circa 55.900 nuovi casi di tumore al seno ogni anno in Italia.
- Il 40% dei casi viene diagnosticato in fase avanzata (oltre 22.000 donne).
- Il costo annuale complessivo per queste pazienti supera 1,12 miliardi di euro.
Prevenire è meglio (e meno costoso) che curare
Grazie all’ampliamento dello screening, si potrebbe diagnosticare precocemente il tumore in almeno 6.700 casi oggi scoperti troppo tardi.
Risparmio stimato per il SSN:
- 335 milioni di euro evitati in cure avanzate.
- Costo medio della cura in fase precoce: 10.000€ a paziente, per un totale di 67 milioni di euro.
- Risparmio netto annuo: oltre 268 milioni di euro.
Il tutto a fronte di un investimento di soli 6 milioni di euro.
CHIEDIAMO L’APPROVAZIONE DELL’EMENDAMENTO
Rigettare questo provvedimento per presunte ragioni economiche è insostenibile: i dati dimostrano che investire nella prevenzione conviene — per la salute delle donne e per le casse pubbliche.
FIRMA QUESTA PETIZIONE
e unisciti a noi per chiedere al Governo e al Parlamento di riconsiderare con urgenza questa decisione.
