
(AGENPARL) – Wed 02 April 2025 ANNO 25 – MARZO 2025
Save the Children definisce la povertà educativa come “privazione della
possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni di bambini, bambine e adolescenti”. È un fenomeno multidimensionale, non riconducibile solo alla mancanza di istruzione e di competenze scolastiche, ma riguarda il processo
di crescita della persona nel suo complesso e dipende dall’impossibilità
di accedere a risorse economiche, culturali, sociali ed educative. Il fe- 3. PER IL BEN-ESSERE DI
COMUNITÀ E PERSONE
nomeno è trasversale a tutte le età e troppe volte si trasmette da una
generazione all’altra: i minori “eredi” della povertà economica ed educativa dei genitori sono
da adulti più a rischio di povertà ed esclusione
sociale. Rifacendosi alla definizione di Save the
Children, nel 2023 la Commissione interistituzionale istituita da Istat per misurare la povertà
educativa parla di carenza di risorse e di risultati. Le risorse della comunità (famiglia, scuola, luoghi di apprendimento e aggregazione) rappresentano le opportunità e le esperienze utili per la crescita personale. I risultati
sono definiti in termini di competenze cognitive (alfabetiche, numeriche) e non cognitive, ossia capacità emotive, relazionali e interazioni fiduciarie. Con riferimento alla popolazione 0-19 anni, sono stati elaborati due indici
sintetici che consentono il confronto delle regioni italiane rispetto alla situazione nazionale e che evidenziano
la relazione tra carenze di risorse e difficoltà negli esiti. Per i risultati (mappa di sinistra), vi è una forte variabilità
territoriale: il Veneto, insieme a Umbria e Marche, registra maggiori livelli nelle competenze acquisite rispetto
all’Italia, in maniera diffusa in tutti i comuni, siano urbani o rurali. Dal lato delle risorse, le disuguaglianze regionali sono meno evidenti ma in generale emerge lo svantaggio delle zone meno urbanizzate.
ILLUMINARE IL FUTURO DEI
GIOVANI: IL CONTRASTO
ALLA POVERTÀ EDUCATIVA
POVERTÀ DI COMPETENZE INDIVIDUALI E SCARSE RISORSE DELLA COMUNITÀ
Indice composito per la difficoltà negli esiti (*)
da 89 a 126
da 89 a 126
Indice composito per la carenza di risorse (*)
Il colore verde indica
una situazione più
favorevole rispetto
all’Italia mentre il rosso
più svantaggiata; in
giallo i territori più o
meno in linea con la
media italiana.
da 87 a 116
da 87 a 116
Fino a 92,0
92,1 – 94,0
94,1 – 96,0
96,1 – 98,0
Fino a 92,0
98,1 – 100,0
92,1 – 94,0
100,1 – 105,0
94,1 – 96,0
105,1 – 110,0
96,1 – 98,0
110,1 – 115,0
98,1 – 100,0
115,1 – 120,0
100,1 – 105,0
120,1 e oltre
105,1 – 110,0
110,1 – 115,0
115,1 – 120,0
120,1 e oltre
(*) Si tratta di una prima sperimentazione in fase di perfezionamento; al momento l’indice composito degli esiti considera solo le competenze cognitive.
L’indice composito varia da 70 a 130, il valore italia è posto pari a 100.
Fonte: Elaborazioni Istat – “Misurare la povertà educativa: i lavori della commissione Istat”, all’interno del Rapporto annuale 2024
SONO DISPONIBILI:
– Popolazione per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2024
– Incidenti stradali, anno 2023
– Il Veneto è BEST? Il benessere equo sostenibile nei territori
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Consulta il Rapporto statistico interattivo per maggiori informazioni: https://statistica.regione.veneto.it/dashboard
I risultati scolastici dei ragazzi veneti sono tra i migliori in Italia: sulla base degli esiti ottenuti nelle prove Invalsi, tra
coloro che frequentano la quinta classe delle superiori, nel 2024 il 30,3% non raggiunge le competenze minime in
italiano (41,8% la media nazionale) e il 32% in matematica (50,6% Italia). E’ evidente il gap di genere, soprattutto
per quanto riguarda la performance femminile nelle competenze numeriche che risultano più basse di 15 punti
rispetto a quelle maschili. Ma il livello di apprendimento
è assai diverso a seconda del tipo di scuola frequentata.
COMPETENZE COGNITIVE:
Si passa dai risultati brillanti che i ragazzi realizzano nei
BENE, MA DIPENDE DALLA
Licei a quelli meno buoni degli Istituti Tecnici a quelli
inadeguati degli Istituti professionali. Infatti: se si
SCUOLA
considerano le scarse competenze in italiano, emerge
che solo il 13% dei ragazzi iscritti ad un Liceo si trova in questa condizione a fronte del 32% di coloro che
frequentano un Tecnico e il 65% di coloro che studiano a un Professionale. Stessa tendenza per la matematica.
Va sottolineato che la nostra scuola superiore, pur rilevando queste differenze tra licei, tecnici e professionali,
mantiene standard elevati rispetto alle altre regioni: infatti, il Veneto occupa le prime posizioni negli esiti nelle
classifiche regionali in qualsiasi tipo di scuola.
La famiglia d’origine influenza sia i risultati che le scelte scolastiche: ad esempio gli Istituti professionali sono
frequentati soprattutto da ragazzi che provengono da contesti meno elevati e da stranieri. A tal fine la scuola
dovrebbe fare la differenza affinché ogni ragazzo, una volta completata la quinta superiore, abbia le medesime
opportunità di inserirsi consapevolmente nella società in maniera attiva con competenze adeguate. A ciò si lega
anche quanto possa fare la scuola per ridurre il tasso di abbandono precoce: nel 2023 è pari in Veneto al 9,8%,
al di sotto del dato medio italiano (10,5%) e poco distante dal target europeo fissato al 2030, che prevede un
valore inferiore al 9%.
DISPERSIONE IMPLICITA: I GIOVANI CHE CONCLUDONO LE SCUOLE SUPERIORI CON
COMPETENZE NON ADEGUATE
% di studenti di quinta superiore con competenze non adeguate in italiano e matematica. Veneto – Anno 2024
Italiano
maschi
stranieri
prima
generazione
femmine
Italiani
Licei (*)
Istituti tecnici
Istituti professionali
Matematica X+Y=
Licei (*)
Attenzione
totale
Istituti tecnici
Istituti professionali
la scelta della scuola superiore dipende dalla famiglia d’origine
(*) Sono stati considerati i Licei scientifici, classici e linguistici per italiano, il Liceo scientifico per matematica.
Fonte:Elaborazioni dell’Ufficio di Statistica della Regione del Veneto su dati Invalsi
Assieme alle competenze cognitive un ruolo fondamentale rivestono le competenze socio-emotive: perseveranza,
responsabilità, autocontrollo, motivazione al raggiungimento dei risultati, resistenza allo stress, ottimismo, abilità
di interagire con gli altri, avere fiducia in se stessi e negli altri (genitori, insegnanti, pari, istituzioni). Le dimensioni
socio-emotive incidono sul benessere personale e hanno ricadute sull’apprendimento scolastico. ln Veneto
nel 2022 il 30% dei 17enni e il 21% degli 11-15enni dichiara
una “bassa soddisfazione per la propria vita”; inoltre il 44%, o
L’IMPORTANZA DELLE
addirittura il 62% tra i più grandi, esprime un certo malessere
COMPETENZE NON
psicologico, accusando umore negativo e sentendosi poco
attivo e interessato verso nuove esperienze. La comunicazione
COGNITIVE
in famiglia è un indicatore della capacità dei genitori di aiutare i
figli ad affrontare positivamente le difficoltà, come le relazioni con i pari, la pressione scolastica, le aspettative e i
cambiamenti psico-fisici. Al crescere dell’età diminuisce la facilità con cui le ragazze e i ragazzi riescono a parlare
dei propri problemi con i genitori. Esprimono giudizi più critici le ragazze, in particolare a 15 anni: 6 su 10 non
riconoscono ai genitori la capacità di aiutarle in maniera adeguata e di essere per loro un sostegno emotivo.
In generale prediligono la figura materna, mentre il padre è sentito meno coinvolto nelle relazioni. La qualità
del tempo vissuto a scuola incide sul benessere dei giovani: le relazioni positive che instaurano con insegnanti
e compagni di classe aumentano il senso di appartenenza, la motivazione e la partecipazione alle attività, con
sensibili effetti sulle capacità di apprendimento e sui risultati scolastici.
LA CURA SOCIO-EMOTIVA, ASPETTO FONDAMENTALE NELL’EDUCAZIONE
11-15 anni 17 anni
Bassa soddisfazione per la propria vita
Malessere psicologico
A 15 anni
maschi
femmine
47% 58%
È difficile parlare con la mamma 30%
È difficile parlare con il papà 46%
Non ho molta fiducia nei miei insegnanti 35%
Non ho supporto (elevato) della mia famiglia
I miei compagni non mi accettano
per quello che sono
(è 16% a 13 anni)
Fonte: Elaborazione dell’Ufficio di Statistica della Regione del Veneto su dati HBSC
Una famiglia con risorse finanziarie limitate potrebbe non essere in grado di fornire l’istruzione o le opportunità di apprendimento supplementari che favoriscono lo sviluppo delle abilità e dei talenti dei propri figli. In
Veneto nel 2023 il 68,4% delle famiglie con minori giudica le proprie risorse economiche adeguate o ottime,
tuttavia il 21,8% dei minori (162 mila) è a rischio povertà o esclusione sociale (27,1% in Italia). Il potenziale
di un territorio e di una comunità nel sostenere la famiglia e i suoi bisogni si valuta dalla capacità di offrire
una pluralità di servizi che aiutino i genitori nella crescita dei figli. Assume un ruolo fondamentale innanzitutto
la scuola, nell’accogliere e accompagnare il minore, garantire
opportunità di apprendimento e crescita fin dai prima anni di
COSTRUIRE LA
età. Oltre alla scuola è coinvolta l’intera comunità educante:
COMUNITÀ EDUCANTE formarsi e apprendere attraverso lo sport, l’arte, la musica e la
lettura sono occasioni per ampliare il proprio mondo, socializzare, rafforzarsi emotivamente e acquisire autostima. Opportunità essenziali della rete territoriale sono in primis gli asili nido (nel 2022 33,8 posti ogni 100 bambini 0-2
anni nei servizi della prima infanzia vs 30,0 in Italia), che rappresentano un importante stimolo pedagogico
e strumento di inclusione sociale, e la possibilità di accedere al tempo pieno fin dalla scuola dell’infanzia,
soprattutto per i bambini più svantaggiati. Pranzare a scuola, oltre a consentire il tempo pieno, porta con
sé altri aspetti positivi, momenti di convivialità che contribuiscono alla crescita dei bambini. Le biblioteche,
diffuse sul territorio, sono presidi strategici per contrastare la povertà educativa e il poter accedere a spazi
verdi, anche in città, ha effetti sulla qualità di vita dei bambini con benefici sulla salute fisica e mentale. La rete
dei supporti informali su cui si può appoggiare la famiglia per far fronte alle difficoltà è un ulteriore fattore di
protezione per uno sviluppo sano del minore.
LA RETE ATTORNO ALLE FAMIGLIE E AI MINORI IN VENETO E IN ITALIA
delle scuole primarie
ha la mensa
i posti nei servizi
per la prima infanzia
ogni 100 bambini di 0-2 anni
(Italia 51%)
(Italia 30,0)
dei genitori con figli
minori può contare su
parenti, amici o vicini
iscritti al tempo
pieno nelle scuole
primarie
(Italia 85%)
(Italia 40%)
delle biblioteche
ha spazi per l’infanzia
delle famiglie con minori
ha un parco nelle vicinanze
(Italia 47%)
(Italia 80%)
Fonte: Elaborazioni dell’Ufficio di Statistica della Regione del Veneto su dati Istat
SISTAR
Ufficio di statistica
Regione del Veneto
Regione del Veneto
– Presidenza della Giunta regionale
– Segreteria Generale della Programmazione
– Direzione Sistema dei controlli, SISTAR e
documenti di programmazione generale
– U.O. Sistema Statistico Regionale
Rio dei Tre Ponti – Dorsoduro 3494/A
30123 Venezia
http://www.regione.veneto.it/web/statistica
In attuazione alla Legge Regionale n. 8 del 2002, l’Ufficio di Statistica della Regione Veneto raccoglie,
analizza e diffonde le informazioni statistiche di interesse regionale. I dati elaborati sono patrimonio della
collettività e vengono diffusi con pubblicazioni e tramite il sito internet della Regione Veneto all’indirizzo
http://www.regione.veneto.it/web/guest/statistica.
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Per approfondimenti:
Nedda Visentini
Stefano Maccarrone
Desirè Molin
Elisa Mantese