(AGENPARL) – Fri 21 March 2025 Lavoro. Mancini (FdI): con politiche governo Meloni, occupazione in crescita e disoccupazione ai minimi
“Quando malauguratamente giunse al Governo del Paese, era il 1 giugno 2018, il Movimento 5Stelle si impegnò ad ‘abolire la povertà’. Purtroppo i roboanti proclami non sono stati seguiti da alcuna azione concreta e duratura; l’unica risposta è stata solo di matrice assistenzialistica, tradotta in quel reddito di cittadinanza che ha dissipato ingenti risorse senza portare benefici stabili neppure ai destinatari.
Ben diverso invece è dar corpo ad un progetto per sostenere i lavoratori in un percorso formativo, aiutarli nella ricerca di nuove opportunità di lavoro ed incentivare le imprese ad assumere, soprattutto con contratti a tempo indeterminato. Questo significa mettere davvero il lavoro al centro, inteso come mezzo principale per ridare la giusta dignità alle persone, finalmente autonome e svincolate da gabbie assistenziali.
Il governo di Giorgia Meloni ha dimostrato di conoscere le esigenze delle fasce più deboli della popolazione, ma anche e soprattutto di saper attivare le giuste leve economiche, e non solo, per tutelare e far crescere il lavoro. Non è un caso che l’ISTAT certifichi livelli di occupazione mai raggiunti in Italia, mentre la percentuale di disoccupazione è ai minimi. Crescono i contratti stabili per tutti, è in ripresa l’occupazione femminile, l’attenzione verso i giovani è costante.
Oggi è evidente a tutti che i governi a guida 5 stelle han dimostrato di non sapere nemmeno chi siano e cosa vogliano realmente i fragili e le persone in difficoltà economica; hanno offerto solo assistenza a chi invece cerca autonomia lavorativa e dignità professionale. Sono due visioni diverse, una di natura elettorale e limitata all’oggi, e l’altra concreta, centrata sul presente e proiettata al futuro. I numeri confermano che questa è la strada giusta: più lavoro e meno assistenzialismo”.
Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia Paola Mancini, componente della commissione Lavoro in Senato