
(AGENPARL) – Thu 20 March 2025 Regione Carabinieri Forestale “Marche”
Gruppo di Ancona
COMUNICATO STAMPA
TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI, INQUINAMENTO
AMBIENTALE E CORRUZIONE: SEQUESTRATE 3
CENTRALI BIOGAS E UN ALLEVAMENTO DI BOVINI IN
PROVINCIA DI ANCONA
Indagate 8 persone e 4 società. Sequestrati 220 mila euro
supporto di Carabinieri Forestali dei Gruppi di Ascoli Piceno, Macerata e del Reparto
Carabinieri Parco dei Monti Sibillini, e la collaborazione del personale Agenzia Regionale
Protezione Ambiente Marche, Dipartimento di Ancona, stanno eseguendo n. 2
provvedimenti di sequestro preventivo d’urgenza di n. 3 impianti per la produzione di biogas
e di n. 1 allevamento di bovini, oltre al sequestro di denaro per una somma complessiva pari
a 223.200 euro, disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, a carico di n. 8
persone e n. 4 società indagati a diverso titolo per i delitti di attività organizzate per i traffici
illeciti di rifiuti, inquinamento ambientale e corruzione.
Le indagini, dirette dalla DDA di Ancona e condotte dal Nipaaf di Ancona con il supporto
Nucleo CC For di Arcevia, hanno portato alla denuncia di 7 persone residenti nelle Provincie
di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Treviso e Roma, indagate in qualità di proprietari,
amministratori e consulenti tecnici degli impianti di produzione di biogas e dell’allevamento di
bovini, accusati di aver gestito abusivamente, in soli 4 mesi, oltre 3.800 tonnellate di rifiuti
costituiti da liquame bovino, digestato liquido e solido, sversati, anche con l’utilizzo di pompe
ad immersione, in alcuni torrenti affluenti del fiume Esino e sui terreni adiacenti,
determinando un grave deterioramento dei corsi d’acqua ed uccidendo a causa di anossia la
totalità della fauna ittica presente.
Un pubblico ufficiale funzionario della Regione Marche e Responsabile del Procedimento di
rilascio di autorizzazioni di conversione di impianti da biogas a biometano, risulta inoltre
accusato del delitto di corruzione insieme al responsabile legale di uno degli impianti
sequestrati, il quale avrebbe promesso denaro al funzionario in cambio del rilascio di un
provvedimento illegittimo per agevolarne la conversione a biometano.
In corso anche indagini per accertare lo stato di detenzione dei 500 bovini detenuti nella
stalla sequestrata, i quali dalle indagini risulterebbero detenuti in scarse condizioni igieniche
a causa degli ingenti quantitativi di letame presente e non smaltito, ed in numero di molto
superiore a quanto autorizzato.
Regione Carabinieri Forestale “Marche”
Gruppo di Ancona
COMUNICATO STAMPA
In particolare, i gestori degli impianti di produzione del biogas sequestrati, al fine di
massimizzare il profitto ottenuto dai contributi erogati dal GSE per l’energia, sono accusati di
aver gestito gli impianti al di sopra delle possibilità di corretto smaltimento del digestato
prodotto, il quale veniva sversato nei corsi d’acqua affluenti dell’Esino con una pompa ad
immersione collocata in un lago di accumulo, attivata principalmente durante le giornate
piovose, quando cioè la torbidità delle acque di scorrimento poteva occultare la presenza
degli inquinanti. Anche i gestori dell’allevamento di bovini sono accusati di aver
massimizzato i profitti aumentando il numero dei capi fino a 500, quando invece
l’autorizzazione posseduta ne consentiva il possesso di un massimo di 300 capi, e
smaltendo illegalmente gli ingenti quantitativi di liquami prodotti, mescolandoli a digestato
solido oppure scaricandoli all’interno di vasche di un impianto dismesso dal quale poi
venivano sversati su terreni anche in questo caso mediante pompe meccaniche.
Disposte inoltre attività di perquisizione presso le sedi legali delle 4 aziende indagate, tre
delle quali in provincia di Macerata ed una in provincia di Ancona. Oltre alla perquisizione di
una quarta azienda in provincia di Ascoli Piceno, di proprietà del consulente tecnico di uno
degli impianti di biogas sequestrati.
Intervenuto a supporto delle operazioni anche Nucleo Carabinieri Elicotteri di Pescara.
Nella vallata in cui insistono due delle centrali biogas e l’allevamento sequestrati, dal 2013
ad oggi, l’ARPAM di Ancona ha rilevato un significativo aumento del valore dei nitrati in un
pozzo adiacente ad uno dei torrenti oggetto di sversamenti illeciti, le cui acque,
precedentemente potabili, sono state dichiarate non potabili ai sensi del D.Lgs 31/2001.
Si rappresenta che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone
sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga
sentenza irrevocabile di condanna.