
Martedì, i capi dell’esercito di oltre 30 paesi si riuniranno a Parigi per discutere la creazione di una forza internazionale mirata a scoraggiare future aggressioni russe una volta raggiunto un cessate il fuoco in Ucraina. Kiev ha posto domande cruciali su questo progetto, in particolare riguardo alla dimensione delle truppe, alla loro collocazione e, soprattutto, alle opzioni militari in caso di trasgressione da parte di Mosca.
L’incontro rappresenta il momento culminante degli sforzi congiunti di Francia e Regno Unito per costituire una “coalizione dei volenterosi” che possa fornire una garanzia concreta di sicurezza per l’Ucraina. Alla riunione parteciperanno quasi tutti i 32 stati membri della NATO, ad eccezione degli Stati Uniti, nonché nazioni del Commonwealth e potenze asiatiche come Giappone e Corea del Sud. Un funzionario militare francese ha sottolineato che i paesi partecipanti saranno invitati a delineare il loro potenziale contributo, che potrebbe includere truppe, armamenti o altri tipi di assistenza.
Scetticismo e preoccupazioni di Kiev
Alcuni funzionari ucraini rimangono diffidenti verso qualsiasi accordo che non preveda garanzie di sicurezza precise. La questione principale è come la coalizione reagirà a una violazione russa del cessate il fuoco. Se la Russia dovesse lanciare un’offensiva su larga scala, quale sarebbe la risposta militare e con quale rapidità verrebbe attuata?
Secondo fonti occidentali e ucraine, non esiste ancora un piano operativo definitivo. Prima di definire un protocollo d’azione, sarà necessario valutare cosa ciascun paese è in grado e disposto a offrire. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso il suo appoggio alla proposta, ma con riserve. In un’intervista a febbraio, ha ribadito che la sola presenza di truppe straniere non sarebbe sufficiente e che il piano dovrebbe essere supportato da forniture di armi provenienti dagli Stati Uniti e dall’Europa, nonché da investimenti nella capacità di difesa dell’Ucraina.
Un alto funzionario ucraino ha evidenziato l’assenza di proposte concrete: “I colloqui non sono più in una fase iniziale, ma manca ancora un approccio realmente solido”. La questione delle garanzie di sicurezza rimane controversa, soprattutto alla luce della posizione ambigua degli Stati Uniti e delle riserve del presidente Donald Trump.
Struttura e funzionamento della forza internazionale
L’idea franco-britannica prevede la costituzione di una forza deterrente che possa fornire rassicurazioni all’Ucraina e prevenire nuove aggressioni russe. Secondo un funzionario militare francese, tale forza potrebbe includere contingenti di truppe, arsenali di armi preposizionati e mezzi per un rapido dispiegamento in caso di emergenza. Un’altra opzione discussa è una risposta immediata con attacchi mirati contro risorse russe in caso di violazione della tregua.
La proposta si sta delineando attraverso incontri tecnici tra diplomatici e funzionari militari occidentali. I leader europei hanno già discusso l’argomento in summit chiave, tra cui un incontro a Londra il 2 marzo e una riunione virtuale il 5 marzo, che ha coinvolto rappresentanti di circa 20 nazioni.
Attualmente, la coalizione sta ampliando il proprio network di potenziali sostenitori. Martedì a Parigi, oltre agli stati della NATO e dell’UE, parteciperanno paesi dell’Asia e dell’Oceania, tra cui Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud. La Turchia, con il suo potente esercito e una solida industria della difesa, prenderà parte ai negoziati, così come il Canada.
Gli Stati Uniti, nonostante la loro posizione dominante nella NATO, non sono stati invitati, poiché l’obiettivo europeo è dimostrare la capacità del continente di assumersi la responsabilità della sicurezza ucraina.
Ipotesi di deploy della forza
Alcuni funzionari occidentali hanno avanzato l’idea di una “forza di rassicurazione” europea composta da meno di 30.000 soldati, piuttosto che un esercito su larga scala schierato lungo il fronte. Un’altra proposta suggerisce il posizionamento delle truppe in infrastrutture strategiche come centrali nucleari, con supporto aereo e marittimo occidentale. La linea del fronte sarebbe monitorata da droni e altre tecnologie avanzate. Inoltre, la potenza aerea degli alleati, inclusa quella statunitense da basi in Polonia o Romania, potrebbe intervenire in caso di necessità per proteggere lo spazio aereo ucraino.
Le forze navali alleate potrebbero inoltre svolgere un ruolo chiave nel garantire la sicurezza delle acque internazionali nel Mar Nero, inclusa la bonifica delle mine.
Obiettivi e sfide del progetto
L’obiettivo di questa coalizione è aggregare le capacità militari dei paesi partecipanti per offrire garanzie di sicurezza credibili, incentivando anche un futuro coinvolgimento degli Stati Uniti. Secondo un funzionario francese, “Per ricevere segnali di sostegno dagli Stati Uniti, i paesi europei devono essere in grado di aggregare le loro capacità e richieste”.
Tuttavia, alcuni funzionari occidentali avvertono che l’attuazione del piano potrebbe avvenire in più fasi. Un primo passo potrebbe essere un cessate il fuoco di un mese, come suggerito da Zelensky e da diversi leader europei, per costruire la fiducia tra le parti.
Per l’Ucraina, la creazione di questa coalizione rappresenta una delle poche opzioni concrete per garantire la propria sicurezza in un contesto in cui l’adesione alla NATO resta un obiettivo a lungo termine. Un alto funzionario ucraino ha dichiarato: “Se l’Europa vuole essere un vero attore globale, deve agire ora. Se perdono questa opportunità, ci troveremo in una situazione molto difficile”.
L’incontro di Parigi sarà dunque un banco di prova cruciale per il futuro della sicurezza ucraina e la credibilità dell’Europa nel garantire la stabilità del continente.