
L’Avvocato d’Impresa 6.0: non solo avvocati, ma strateghi del futuro
Ieri è stato presentato L’Avvocato d’Impresa 6.0, il nuovo libro dell’avvocato Gianni Dell’Aiuto, pubblicato da Efesto per l’editore Alfredo Catalfo.
Chi si aspettava il solito manuale per azzeccagarbugli è rimasto deluso. Questo libro non è un prontuario di cavilli, ma una bussola per avvocati, imprenditori, coach, consulenti aziendali e chiunque orbiti attorno all’impresa nell’era digitale.
Dell’Aiuto traccia un percorso che parte da Socrate e arriva a Larry Bird, passando per Churchill, Napoleone, Beckenbauer e Thomas Sowell, per dimostrare che l’avvocato non può più limitarsi a scrivere contratti. Deve essere il punto di riferimento dell’imprenditore, il suo alter ego strategico: il Legal Risk Manager dell’impresa nell’epoca della rivoluzione digitale.
Il dibattito, moderato da Giuseppe Corasaniti, ex Pubblico Ministero a Roma e oggi docente di Diritto dell’Informatica, ha evidenziato i temi chiave del libro: l’avvocato del futuro non si limita a interpretare la legge, ma anticipa i problemi, padroneggia la tecnologia e comprende l’intelligenza artificiale. Anche perché, piaccia o no, i contratti di domani passeranno dalle mani degli avvocati a quelle delle blockchain.
Il professor Gianluca Scarchillo de La Sapienza ha definito il volume “un punto di partenza per il giurista del futuro”, mentre Simone Bennati, social media manager brillante e vulcanico, ha acceso i riflettori sull’importanza della comunicazione digitale per le imprese. Perché si può avere il miglior contratto del mondo, ma se un’azienda finisce sulla seconda pagina di Google, è già un monumento al fallimento.
Insomma, L’Avvocato d’Impresa 6.0 non è solo un libro: è un biglietto per il futuro
