
(AGENPARL) – dom 16 febbraio 2025 Ho partecipato a un incontro organizzato da La Rete di Trieste sul tema “Dai territori il nuovo protagonismo dei cattolici per uscire dall’inganno delle polarizzazioni”, con la partecipazione di circa 400 amministratori locali. Un evento che alla vigilia prometteva dibattiti e soluzioni innovative, ma che mi ha lasciato molti dubbi sulla reale capacità di rinnovare la presenza dei cattolici in politica.
Tra i partecipanti, molte figure note della Democrazia Cristiana del secolo scorso, come Castagnetti, Benetti, Lusetti e Tabacci. Persone che hanno traghettato la Democrazia Cristiana in un percorso che non ho mai condiviso, trasformandola prima in Margherita, poi in PD.
Come è finita? Come sempre, loro sono la parte pensante del Paese, mentre gli altri stanno dall’altra parte del muro. Questa visione di superiorità intellettuale non fa che perpetuare la divisione e l’arroganza che tanto criticano.
L’incontro, che avrebbe dovuto essere una piattaforma di dialogo e confronto, si è rivelato piuttosto inutile. Lo dimostra anche la scarsa copertura mediatica, soprattutto da parte della stampa di opposizione, che ha dedicato alla due giorni solo poche righe di cronaca e scarse considerazioni. Un chiaro segnale del fatto che, nonostante le promesse di innovazione, nulla di realmente nuovo o significativo è emerso.
Sembra che queste iniziative spesso si annidino in un senso di superiorità morale e intellettuale, che finisce per alienare le persone comuni. Invece di essere inclusivi, alcuni partecipanti sembrano più interessati a mantenere la loro posizione di privilegio che a lavorare per un cambiamento reale e significativo.
Sempre più convinto di essere dalla parte giusta, mi rendo conto che la vera innovazione politica non può venire da chi ha già governato seguendo vecchi schemi. Serve una nuova classe dirigente, capace di guardare avanti e di proporre soluzioni fresche e concrete. Solo così potremo superare le polarizzazioni e costruire un futuro migliore per il nostro Paese.