
(AGENPARL) – mar 04 febbraio 2025 Roma, 4 febbraio 2025
CLEAN INDUSTRIAL DEAL: UN APPELLO ALL’EUROPA E AL GOVERNO ITALIANO
Il prossimo 26 febbraio la Commissione Europea presenterà il “Clean Industrial Deal” che intende
promuovere un piano pluriennale per dare impulso alle tradizionali industrie ad alta intensità
energetica della UE (per esempio acciaio, alluminio e cemento) e ai settori emergenti delle
tecnologie pulite, ma escludendo la produzione dei carburanti per la mobilità che rimane un settore
cruciale per la transizione energetica, per la sicurezza degli approvvigionamenti ed è tra i più esposti
alla concorrenza extra-europea.
A tal fine, gli amministratori delegati delle principali aziende operanti nell’industria della produzione di
carburanti per la mobilità operanti in Europa hanno inviato una lettera ai vertici europei per chiedere
il riconoscimento della raffinazione come settore essenziale e strategico ai fini del successo della
transizione e quindi richiedendone l’inclusione nel “Clean Industrial Deal”.
Nella lettera si legge infatti che l’Europa “non può permettersi di perdere gli investimenti necessari
per la transizione e un Clean Industrial Deal che ignori l’importanza strategica dell’industria
manifatturiera dei carburanti può avere conseguenze impreviste, tra cui la perdita di competitività di
intere catene di valore industriale legate alla fornitura di carburanti e prodotti (come chimica e
petrolchimica, automotive, aeronautica, navale e militare), la sicurezza dell’approvvigionamento
energetico, la perdita di migliaia di posti di lavoro, nonché il mancato raggiungimento degli obiettivi
europei in materia di clima e economia circolare”.
“L’industria della raffinazione europea – prosegue la lettera – sostiene pienamente l’ambizione della
UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ma chiede che venga definito un giusto
quadro politico affinché possa fornire carburanti e prodotti a basse emissioni di carbonio e
rinnovabili, essenziali per la transizione, sostenendo la competitività e la resilienza europea e degli
Stati membri”.
“Il nostro settore – ha commentato Gianni Murano, Presidente UNEM – è tra i più esposti alla
concorrenza di paesi extra-Ue che godono di indubbi vantaggi in termini di costo dell’energia, della
CO2 e di costo del lavoro, oltre che di normative ambientali molto meno stringenti. Ciò mette
fortemente a rischio la possibilità di perseguire il processo europeo di conversione verso prodotti
sempre meno fossili ed in linea con gli obiettivi dei Piani energetici nazionali”.
“Estendiamo e ribadiamo quindi al Governo italiano le richieste avanzate dall’industria europea – ha
sottolineato – perché crediamo che in questa particolare fase storica sia più che mai necessaria unità
di intenti e visione comune sul futuro di un settore da cui dipende non solo il successo della
transizione, ma anche la sicurezza energetica dei Paesi europei”.
Per informazioni:
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