
La massoneria è un fenomeno storico e culturale che ha avuto un impatto significativo in diverse parti del mondo, incluso il Mediterraneo. Tuttavia, il suo ruolo in questa regione è spesso poco conosciuto e talvolta frainteso. Nel suo libro La massoneria nel Mediterraneo. Egitto, Tunisia e Malta, Emanuela Locci approfondisce il contesto storico e sociale in cui si è sviluppata la massoneria in questi Paesi, analizzandone le dinamiche, le influenze politiche e culturali, nonché le sfide che ha incontrato.
In questa intervista, l’autrice ci guida alla scoperta di una storia fatta di uomini e donne che, pur rimanendo spesso ai margini della narrazione storica tradizionale, hanno contribuito alla costruzione di reti di scambio culturale e politico. Parleremo delle peculiarità della massoneria mediterranea, delle sue interazioni con il colonialismo, la religione e i movimenti indipendentisti, nonché di figure storiche poco conosciute che hanno avuto un ruolo chiave in questi processi.
Domanda. Qual è stato il principale obiettivo del suo studio sulla massoneria nel contesto mediterraneo? Ci sono aspetti poco conosciuti che voleva portare alla luce?
Emanuela Locci. L’obiettivo principale dello studio che ho portato avanti e sto continuando a condurre tutt’ora era quello di fare luce su una parte di storia poco conosciuta, che potesse offrire un punto di vista diverso rispetto alla storia che leggiamo sui libri di scuola. Scoprire una storia fatta di comunità, di uomini e donne che non sono passati alla storia tradizionale, ma che hanno dato il proprio apporto nel contesto in cui vivevano. La ricerca parte dalla curiosità e dalla voglia di approfondire la storia di un’istituzione, quella massonica, poco studiata a livello accademico, e darle una giusta collocazione rispetto agli avvenimenti che l’hanno interessata o vista come protagonista.
Domanda. In che modo le dinamiche massoniche del Mediterraneo si differenziano rispetto a quelle di altre aree geografiche? Esistono peculiarità legate a questo contesto culturale e storico?
Emanuela Locci. Il Mediterraneo e le nazioni che si affacciano su esso sono sicuramente un luogo di incontro/scontro tra diversi paesi portatori di culture e di interessi nazionali diversi, a volte in contrapposizione tra di loro, basti pensare al caso della Tunisia e ai contrasti tra Francia e Italia per il suo possesso. Nel caso della massoneria, anche in momenti di tensione internazionale si è notato sempre un movimento tendente a consolidare i rapporti tra massoni di diverse nazionalità, che spesso si ritrovavano nella stessa loggia e che condividevano le stesse idee. Le questioni politiche dovevano obbligatoriamente rimanere fuori dalle logge e quindi si creava un clima di collaborazione non scalfita dagli eventi nazionali. È anche capitato che due logge, una italiana e una francese si unissero a formarne una sola, senza avere problemi riguardanti le questioni legate ai destini nazionali.
Domanda. Quali sfide ha incontrato la massoneria in questi Paesi, sia in termini di accettazione culturale che di opposizione politica o religiosa.
Emanuela Locci. Una prima sfida è stata sicuramente quella di essere considerata una manifestazione della presenza (indesiderata) degli europei in terra straniera. Superata questa prima difficoltà se ne presentavano altre, anche di tipo religioso, in quanto le scomuniche papali erano arrivate anche in questi paesi a maggioranza musulmana e creavano un ambiente di sospetto intorno alla massoneria. Invece in alcune situazioni, che si verificavano soprattutto nei grandi centri urbani come Istanbul, se vogliamo parlare della Turchia, si nota una vicinanza tra la massoneria e le confraternite sufi, infatti la massoneria viene considerata una sorta di confraternita occidentale, come tale accettata in una società civile abituata a questo tipo di socialità.
Domanda. Che ruolo ha avuto la massoneria nella diffusione delle idee illuministe e dei movimenti indipendentisti nei Paesi del Mediterraneo?
Emanuela Locci. La massoneria è stata un veicolo formidabile delle idee illuministiche nei paesi del Mediterraneo, come del resto in altri contesti, dall’Europa all’America. Nel contesto del Mediterraneo i movimenti indipendentisti come in Libia, in Tunisia, in Egitto l’hanno però avversata perché vista come una appendice della presenza straniera. Bisogna infatti ricordare che la massoneria è sempre stato un fenomeno di nicchia e anche quando è riuscita a interessare autoctoni di un certo livello è rimasta un’associazione elitaria. I movimenti indipendentisti spesso e volentieri nascono dal basso, o in ambienti militari, al di fuori dei circoli massonici.
Domanda. Può raccontarci qualche episodio o figura storica significativa che dimostri l’influenza della massoneria nella politica o nella cultura di questa regione?
Emanuela Locci. Per quanto riguarda il vicino oriente, ossia la Turchia, la figura centrale nella storia della nazione è sicuramente Emanuele Carasso, maestro venerabile di una loggia di Salonicco, che svolse un ruolo centrale e strategico nella rivoluzione del 1908, che vide contrapposto il sultano Abdulhamid II e i giovani rivoluzionari emergenti del Comitato unione e progresso, meglio conosciuti dopo come i Giovani Turchi. La rivoluzione tendente alla richiesta di una costituzione per l’Impero fu organizzata nei locali della loggia, che in accordo con il Grande Oriente d’Italia, a cui apparteneva la loggia, ospitava i cospiratori. Tra essi gli uomini che avrebbero guidato l’Impero negli anni successivi. Carasso è un personaggio semisconosciuto, nonostante fosse uno degli esponenti più in vista della comunità italiana a Salonicco, fu anche deputato per la città negli anni successivi, ma cadde in disgrazia per disaccordi con Mustafa Kemal Ataturk, che diventerà poi il fondatore della Turchia moderna.
