(AGENPARL) – gio 30 gennaio 2025 *COMUNICATO STAMPA DEL 30 GENNAIO 2025*
*Le conferenze stampa di Confindustria Toscana Nord: la chiusura del 2024,
le prospettive per il 2025 e i temi economici dei territori*
Si sono svolte oggi a Lucca, Pistoia, Prato e Pietrasanta le conferenze
stampa annuali di Confindustria Toscana Nord per fare il punto
sull’andamento della produzione nell’anno appena trascorso, tracciare un
quadro di ciò che si prospetta per il 2025 e toccare i temi di diretto
interesse dell’associazione nei territori di riferimento.
Prendendo le mosse dalle rilevazioni del Centro studi sul 4° trimestre
2024, che consentono di avere la panoramica completa dell’anno appena
trascorso, le considerazioni sviluppate nelle conferenze stampa si sono
estese inevitabilmente al quadro nazionale e globale.
“Il contesto internazionale in cui opera l’industria di Lucca, Pistoia e
Prato, e più in generale l’industria italiana, presenta un profilo
estremamente complesso e sfaccettato – commenta il presidente di
Confindustria Toscana Nord *Daniele Matteini* -. Il termine più adeguato
per definirlo è quello che abbiamo dovuto usare tante volte in questi anni:
incertezza. Alcuni fattori fanno ben sperare e hanno alimentato la fiducia
anche nei mesi scorsi, influendo positivamente sui risultati del 2024:
l’inflazione ha, o forse sarebbe meglio dire aveva, rallentato nettamente
la sua corsa; il costo del denaro è diminuito e subirà verosimilmente dalla
BCE ulteriori limature; gli interventi finanziati dal PNRR costituiranno un
volano di sviluppo importante; l’occupazione nel corso del 2024 ha avuto un
lieve sviluppo. Ma accanto a queste considerazioni ve ne sono altre molto
meno confortanti: l’incremento dei costi energetici è un macigno sulle
bollette delle aziende e un moltiplicatore di inflazione; le politiche
daziarie che si prospettano da parte degli USA sono preoccupanti; le
tensioni belliche e più in generale geopolitiche danno segnali contrastanti
e complessivamente poco rassicuranti; i consumi ristagnano, persino più del
previsto e non solo in Italia. E’ confortante la notizia dell’ISTAT di ieri
di un sia pur lieve aumento della fiducia di imprese e consumatori a
gennaio. Ma non è sorprendente che l’anno 2024 si sia chiuso per il
complesso dell’area di riferimento di Confindustria Toscana Nord con i
volumi di produzione in media d’anno a quota* -2,2%*, complice soprattutto
l’andamento negativo del settore moda che è fortemente rappresentato a
Prato ma ha punti di accentuata densità anche a Pistoia. Il risultato
negativo del nostro territorio è molto vicino a quello italiano del
complesso dei settori presenti in Confindustria Toscana Nord: la stima a
livello nazionale, pur in assenza ancora dei dati di dicembre, si colloca
intorno a -2%.” (più avanti ulteriori dichiarazioni di Daniele Matteini
nello specifico del territorio pistoiese)
Nel complesso del territorio di Lucca, Pistoia e Prato il dato annuale più
positivo appartiene alla chimica-plastica con +3,2% rispetto al 2023; col
segno più anche carta e cartotecnica con +1,8%, alimentari con +1,4%,
nautica con +1,4%, metalmeccanica con +0,4%. Negativi invece le lavorazioni
non metallifere (che includono lapideo, vetro e materiali edili) con -1,6%
sull’anno precedente, l’arredamento inclusi i materassi con -2,1% ma
soprattutto, con un severo -9,2%, il macrosettore moda (tessile,
abbigliamento, calzature), peraltro in linea con le stime del dato
nazionale.
Con l’occasione sono stati forniti anche dati relativi al settore edile, la
cui fonte sono le Casse Edili provinciali che li attestano fino al novembre
2024. All’epoca le imprese iscritte erano 1.964, lo stesso valore di
novembre 2023. Il totale degli operai iscritti era di 8.498, in incremento
di +2,8% rispetto allo stesso periodo dal 2023; in aumento, a quota +5,5%,
anche le ore lavorate.
Come già in altre occasioni, i risultati relativi ai volumi di produzione
hanno delle spiccate diversità nelle tre province di riferimento di
Confindustria Toscana Nord, in conseguenza soprattutto della differente
distribuzione nel territorio di settori più o meno performanti.
“La produzione manifatturiera lucchese chiude il 2024 con un segno positivo
in media d’anno che, per quanto fermatosi a un esiguo *+1,4%*, è
estremamente apprezzabile in un quadro nazionale di generale arretramento –
commenta il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord *Tiziano Pieretti*
-. Sono pochi i segni meno sui settori lucchesi: quello più netto, -12,2%,
è della moda e non sorprende dato l’andamento generale del settore; ma
segna -3,2% anche la lavorazione dei non metalliferi, che include il
lapideo, mentre sono sostanzialmente stabili, a quota rispettivamente
-0,2%, +0,4% e + 0,6%, la produzione di macchine, in particolare per il
cartario, la metallurgia e gli alimentari. Ottime le prestazioni della
chimica-plastica, che chiude il 2024 con +7,8% rispetto al 2023, in
controtendenza rispetto a un dato nazionale leggermente negativo; ma anche
la carta e cartotecnica segnano +2,9%, sensibilmente meglio del totale
italiano. La nautica chiude il 2024 in positivo con un aumento in media
d’anno del +1,4% su livelli già elevati di attività, che rispecchiano le
prestazioni eccellenti nel medio periodo del settore viareggino. Per quanto
riguarda l’export, i dati ISTAT dell’ultimo trimestre 2024 non sono ancora
disponibili; i primi 9 mesi dell’anno sono comunque nettamente positivi, a
+8,3%: dato questo che, è utile ricordarlo, rappresenta non volumi ma
valori e che è quindi legato anche a fattori inflattivi e monetari. Le
imprese lucchesi affrontano il 2025 con la consapevolezza della loro forza
ma anche con le preoccupazioni che vengono da un quadro generale complesso,
in cui fattori di costo come l’energia possono fare la differenza per la
nostra competitività.”
“Pistoia chiude il 2024 con una frenata che la pone a metà classifica
nell’area, vicina alla media del territorio di Confindustria Toscana Nord e
a quella del Paese; il dato provinciale della produzione del 4° trimestre
del 2024 si attesta rispetto allo stesso periodo del 2023 su -3,5%, mentre
sul dato annuo la perdita si riduce al *-2,7%* – aggiunge il presidente di
Confindustria Toscana Nord *Daniele Matteini* -. Come al solito, andamenti
diversi, o anche molto diversi, fra settori produttivi consentono alla
provincia di Pistoia di ottenere una media tutto sommato accettabile, dati
i momenti: a variazione tendenziale decisamente negativa di tessile (-9,3 %
sul 4° trimestre, -8,1 % annuo ), abbigliamento (-8,4% sul 4° trimestre,
-6,1 % annuo) e soprattutto del caratterizzante cuoio e calzature (-19,6%
nel 4° trimestre, -16,1% annuo) si oppongono la metalmeccanica (+1%
nell’ultimo trimestre dell’anno, +4,3% nell’anno), gli alimentari
(rispettivamente, +0,6% e +2,3%) e la sostanziale ripresa del mobile (che,
con il +6,1% del fine anno recupera chiude una serie negativa di risultati
nel 2024). Negativa la carta (-4,8% nel 4° trimestre dell’anno, -2,7% per
l’intera annualità), mentre la chimica-plastica, negativa sull’intero anno
(-3,1%) risulta in lieve risalita (+0,6%) nell’ultimo trimestre 2024.
Analogamente gli altri settori manifatturieri che hanno però perso quota
nel 4° trimestre del 2024 ma sostanzialmente tengono sul dato annuo (-6,9%
trimestrale, -0,3% annuo). In un contesto così complicato, e fortemente
influenzato da fattori esterni, l’industria pistoiese deve sfruttare alcuni
punti di forza che possono favorire la sua tenuta: fra queste, è
sicuramente importante essere il luogo di riferimento dell’intera industria
ferroviaria italiana.”
“Chi segue le vicende economiche pratesi non può meravigliarsi del dato con
cui si è chiuso il 2024 – conclude la vicepresidente di Confindustria
Toscana Nord *Fabia Romagnoli* -. Il *-7,5%* che si registra in media
d’anno nei volumi di produzione delle imprese di Prato scaturisce dal -8,1%
del tessile-abbigliamento e dal -9,3% della metalmeccanica, rappresentata
per lo più dal meccanotessile e quindi da una specializzazione legata alla
moda, che sta soffrendo con particolare intensità. L’aggregato degli altri
settori manifatturieri non distrettuali, quali l’alimentare, la
chimica-plastica-farmaceutica e i materassi, segnano un -0,5% che attutisce
l’entità del dato finale. L’andamento nel corso dell’anno mostra un
peggioramento costante fino a settembre, e un dato un po’ meno negativo nel
4° trimestre; ma questo dato ha come termine di confronto l’ultimo
trimestre del 2023, caratterizzato dall’alluvione che colpì molte
importanti aziende, e quindi l’apparente miglioramento si innesta sopra un
livello di attività molto più basso della norma. Stabile l’export
complessivo provinciale per i primi tre trimestri 2024 (il 4° trimestre non
è stato ancora reso disponibile dall’ISTAT); l’export tessile del distretto
registra tuttavia una diminuzione in valori del -8,9% rispetto al 2023. Va
ricordato che i dati dell’export sono in valori e non in volumi:
l’andamento risente quindi degli effetti dei listini prezzi a loro volta
condizionati dall’inflazione. Il 2025 è un anno che si preannuncia
complicato, anche per l’incremento dei costi energetici che colpisce
soprattutto le lavorazioni e mina competitività e marginalità delle
imprese. Incognita fondamentale comunque rimane l’evoluzione del mercato,
la propensione agli acquisti moda e le scelte di consumo più o meno in
linea con il prodotto tessile pratese: un prodotto che si caratterizza per
qualità, sostenibilità e creatività.”
*Allegate foto delle conferenze stampa*
*Allegata foto del Presidente e dei VicePresidenti*
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